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Umbria. Il Pd propone obbligo vaccinazione per accesso ai servizi socio-educativi prima infanzia


I consiglieri regionali Giacomo Leonelli e Carla Casciari (Pd) hanno presentato una proposta di legge che modifica la legge “30/2005” (Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia) introducendo l'obbligatorietà delle vaccinazioni prescritte dalla normativa vigente per i bimbi in età da 3 a 36 mesi che frequentano i servizi socio-educativi per la prima l'infanzia, sia pubblici che privati

18 NOV -  "Al fine di preservare lo stato di salute sia del minore sia della collettività con cui il medesimo viene a contatto, costituisce requisito di accesso al sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, pubblici e privati, l’avere assolto da parte del minore gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente. Ai fini dell’accesso, la vaccinazione deve essere omessa o differita solo in caso di accertati pericoli concreti per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche": è il punto centrale della proposta di legge dei consiglieri Giacomo Leonelli e Carla Casciari (Pd) che modifica quanto stabilisce la legge “30/2005” (Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia) per quanto riguarda l'accesso ai servizi per la prima infanzia.

"L'obbligatorietà delle vaccinazioni per gli iscritti agli asili nido – spiega Leonelli -  tutela i bambini più deboli. Se il tasso di vaccinazioni scende sotto il 95 per cento, infatti, i bambini che non possono vaccinarsi per immunodeficienza o patologie rischiano di contrarre malattie debellate da decenni e che quindi sono più esposti a contagi. Anche il Capo dello Stato,Sergio Mattarella, ha stigmatizzato la "grave involuzione" rappresentata dal calo vaccinazioni in base ad "affermazioni sconsiderate" sui presunti effetti dannosi. Rendere obbligatorio sul territorio regionale, vaccinare i bambini per la loro ammissione agli asili nudo è quindi una misura di civiltà a tutela della salute pubblica, e quindi delle nostre comunità".

"Negli ultimi anni – si legge nel testo della proposta di legge - si è registrato in Italia un trend negativo per quanto riguarda il numero di bambini sottoposti sia alle vaccinazioni gratuite obbligatorie che a quelle raccomandate secondo quanto previsto dal Piano nazionale prevenzione vaccinale. Le obbligatorie sono antidifteritica, antipoliomelitica, antitetanica e antiepatite virale B; quelle raccomandate riguardano pertosse, infezioni da haemophilus influenzae b-Hib, morbillo-parotite-rosolia. Il piano prevede anche vaccinazioni antipneumococcica ed antimeningococcica C per tutti i nuovi nati e vaccinazione contro la varicella per tutti i nuovi nati a partire dal 2015. Il 95 per cento è la soglia raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per ottenere la cosiddetta immunità di popolazione. Infatti, se almeno il 95 per cento della popolazione risulta vaccinata si proteggono indirettamente coloro che per motivi di salute non possono provvedere alla somministrazione dei vaccini. Tali coperture vaccinali, dopo una continua crescita, si erano  tendenzialmente stabilizzate nel corso del decennio 2000/2010 tanto da arrivare, per le  vaccinazioni obbligatorie, alla soglia raccomandata. Purtroppo anche gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Salute (Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale) sulle  coperture vaccinali nazionali nel 2015 relativi ai bambini con 24 mesi (ovvero nati nel 2013), confermano un andamento decrescente in quasi tutte le Regioni e Province Autonome".

"Il calo – spiegano Leonelli e Casciari - riguarda sia le vaccinazioni obbligatorie che alcune delle vaccinazioni raccomandate e ciò conferma un trend che ha portato il tasso di copertura dell'esavalente dal 96,1 per cento del 2012 al 93,4 per cento del 2015 (- 2,7 per cento). Sono altrettanto preoccupanti i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia, che hanno registrato un calo addirittura di cinque punti percentuali dal 2013 al 2015 passando dal 90,4 per cento all'85,3 per cento. Un dato che incrina la credibilità internazionale dell'Italia che, impegnata dal 2003 in un piano globale di eliminazione del morbillo redatto dall'ufficio regionale dell'OMS, rischia di comprometterne gli obiettivi in quanto il presupposto per dichiarare l'eliminazione di una malattia infettiva da una regione dell'OMS è che tutti i Paesi membri siano dichiarati "liberi". Anche in Umbria, come evidenziato dai dati pubblicati dal Ministero della Salute del 2015, relative alle vaccinazioni somministrate entro i 24 mesi, si conferma un calo percentuale del 2 per cento per anti-polio (93,90 per cento), anti-difterite (93,78 per cento), anti-tetano (93,96 per cento) e anti-epatite B (93,43 per cento) rispetto al 2014. Calo confermato nella stessa percentuale anche per pertosse (93,71 per cento) e Hib (93,65 per cento). Per le coperture vaccinali a 36 mesi dalla nascita si registrano in Italia valori più alti rispetto alla coorte dei nati a 24 mesi. Infatti, le vaccinazioni obbligatorie in tale fascia d'età raggiungono il 95 per cento di copertura; tale aumento potrebbe essere attribuito alla decisione dei genitori di effettuare i vaccini in ritardo superando così le preoccupazioni legate agli eventuali rischi, spesso infondati, di somministrare i vaccini prima dei due anni".
 
Lorenzo Proia

18 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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