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Residenze per anziani. In Veneto preoccupazione Uripa per l’aumento delle rette

Lo aveva anticipato, il presidente Uripa, Roberto Volpe, considerata la consistenza del Fondo per la non autosufficienza in Veneto e la notizia, di questi giorni, del quadruplicarsi dell’aliquota iva, che passa dal 5 al 22%. “Nonostante tutto, gli aumenti in alcune residenze saranno di 0 euro grazie ad economie pregresse; in altri casi da 1 a 3 euro circa. Ma il vero aumento è dietro l’angolo, se non interverrà la Regione”.

di Endrius Salvalaggio 
15 GEN - Per alcune case per anziani sono in arrivo i primi aumenti delle rette per le persone ricoverate. Lo aveva anticipato a novembre il presidente Uripa, Roberto Volpe, che rappresenta in Veneto circa 350 strutture con 33.000 posti letto che, con i prossimi bilanci di gennaio-febbraio 2024 gli aumenti delle rette sarebbero stati inevitabili.

“In questo periodo stiamo redigendo i bilanci per le strutture per anziani, bilanci intendo – anticipa Roberto Volpe - di responsabilità sociale e non dei buoni bilanci come si dovrebbero fare, mettendo da parte ad esempio gli investimenti che fanno parte della vita della residenza degli anziani. Se vogliamo essere dei buoni amministratori avremmo dovuto aumentare le rette di 5-6 euro al giorno per contenere solo i costi, anche in vista della mazzata dell’aumento dell’iva sul gas che fino al 31 dicembre scorso era del 5 per cento mentre ora è oltre che quadruplicato riportandosi al 22 per cento. Nonostante ciò ci troviamo che gli aumenti in alcune residenze saranno di 0 euro a delle economie pregresse ed in altri casi da un minimo di 1 ad un massimo di 3 euro circa”.

Il presidente Uripa spiega che ad oggi mancano da parte della Regione del Veneto 100 milioni di euro e se l’orientamento politico della Regione sarà quello di non poter disporre di somme aggiuntive al fondo per la non autosufficienza, è un dovere dirlo con chiarezza alle famiglie. Sempre secondo il presidente Volpe sarà inevitabile, se nulla arriverà da parte della Regione nel corso del 2024, chiedere alle famiglie dopo tutto lo sforzo che già sostengono ulteriori 1500-1600 euro all’anno, che corrisponderebbero a 4,5 euro al giorno.

“Il paradigma così com’è strutturato – conclude Volpe – è un modello che va affrontato a livello nazionale altrimenti le strade da qui ai prossimi cinque che le famiglie dovranno intraprendere saranno soltanto due: rimanere a casa dal lavoro per dare assistenza agli anziani, con tutte le conseguenze del caso, come la privazione per molte famiglie della propria autonomia economica, oppure l’accesso alle case di riposo non avverranno più esclusivamente alle graduatorie delle Ulss ma in base alla capacità economica in grado o meno che l’anziano avrà di sostenere i costi delle rette”.

Endrius Salvalaggio

15 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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