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Pfas. Scontro Puppato-Bottacin su relazione Commissione parlamentare

Per la senatrice del Pd “irridere la relazione della Commissione Ecomafie non solleverà Bottacin e la giunta dalle proprie responsabilità”. L’assessore replica: “Rilegga bene quello che ha sottoscritto e votato. Ho trovato errori e contraddizioni che anche un bambino di quinta elementare riconoscerebbe”.


13 FEB - Botta e risposta tra la senatrice Pd Laura Puppato e l’assessore veneto all’ambiente Gianpaolo Bottacin, dopo le critiche mosse dall’assessore alla Relazione sui Pfas votata dalla commissione parlamentare d’inchiesta.

Per Puppato le dichiarazioni dell’assessore Bottacin sono “un segnale lampante dell’incapacità di gestire una competenza delicata come l’ambiente. La commissione ha basato il proprio lavoro su relazioni scientifiche e tecniche e non ha fini politici, i dati non mentono, al contrario dell’assessore”.

“Su una decina di relazione inviate alle diverse regioni – osserva Puppato -, è la prima volta che riceviamo una risposta del genere, imbarazzante perché completamente priva di contenuto, tanto da lasciare il dubbio che l’Assessore abbia letto la relazione o meno. Ad ogni modo è sbagliato affermare che la Regione non potesse fissare dei limiti, dato che la Regione Lombardia, già con la delibera di giunta regionale n. 6/17252 del 1996, ante titolo V, ha fissato gli standard di qualità del suolo, dell’acqua di falda e di scarico. La Regione Veneto, quindi, aveva gli strumenti per agire e fissare i limiti a prescindere dal quadro nazionale. A dirlo esplicitamente, comunque, non è la Commissione Ecomafie, ma il Direttore Mantoan, a capo delle ULSS venete, che in una nota del 17 novembre 2016, protocollo n. 450099, indirizzata all’assessore alla sanità, all’agricoltura, all’ambiente e alla provincia di Vicenza, chiedeva ai ‘suddetti soggetti istituzionalmente competenti la tempestiva adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte di contaminazione ivi comprese le opportune variazioni degli strumenti pianificatori di competenza’, ora l’Assessore non vorrà mica venirci a dire che Mantoan è politicamente schierato contro la Lega Nord”.

La senatrice conclude facendo notare che, “proprio alla provincia di Vicenza, ci si riferisce come istituzione fondamentale, dato che non ci furono le adeguate misure prese nel passaggio alla gestione consortile, invito Bottacin a riprendere in mano la relazione e a leggerla con calma, provando a lasciare da parte l’eterna campagna elettorale in cui la Lega ha incastrato il Veneto, ma cercando di prendere provvedimenti immediati per tutelare il territorio veneto e la salute di chi lo abita”.

Pronta risposta da parte di Gianpaolo Bottacin, che in una nota si dice “stupefatto dal pressapochismo con cui ancora una volta qualcuno si cimenta su argomenti di cui deve avere poco chiari i contenuti”. “Altroché se ho letto la relazione e, io, l’ho letta in maniera approfondita - sottolinea l’assessore - probabilmente meglio di chi si vanta di averla scritta, e proprio per questo ho trovato errori e contraddizioni che anche un bambino di quinta elementare riconoscerebbe senza chiedere aiuto alla maestra”.

Per Bottacin “soprattutto è assurdo, oltre che indice di mancanza delle minime basi giuridiche, dire che la Lombardia, a dispetto del Veneto, era intervenuta con una circolare nel 1996. Ricordo alla senatrice che la norma nazionale che regola la materia è infatti dettata dal D.lgs. 152/2006 che, nello specifico all’articolo 101, evidenzia come le Regioni in materia possano solo eventualmente restringere i limiti già posti a livello statale ma non imporne ex novo. Testualmente si legge che "tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite previsti nell'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto" e, al comma 2, "Ai fini di cui al comma 1, le regioni, nell'esercizio della loro autonomia, tenendo conto dei carichi massimi ammissibili e delle migliori tecniche disponibili, definiscono i valori-limite di emissione, diversi da quelli di cui all'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto" ”.

“Il prerequisito per le Regioni – precisa l’assessore nella nota – è pertanto che ci sia la sostanza da normare all'interno  dell'allegato della legge statale, cosa che fino al 2015 non c'era. Non solo, la Puppato dovrebbe sapere che il 2006 viene dopo il 1999: quindi citare un caso del 1999 non ha comunque alcun valore, visto che la legge di riferimento oggi in vigore è successiva; qualsiasi norma di rango inferiore infatti, come quella citata della Lombardia, sia una legge regionale o ancor di più un atto amministrativo, se fatta prima è superata se successiva deve adeguarsi alla normativa statale. E sempre nel medesimo passaggio citato dalla senatrice, la contraddizione è ancora più grande laddove proprio la Commissione, dopo aver chiamato in causa la Regione, ammette che, la sua competenza è ‘fuori da ogni ipotesi di intervento legislativo’”.

Per l’assessore “paradossale è poi il fatto che una Commissione, allo scopo di fornire una prima delimitazione parziale dell’area interessata all’inquinamento dovuto ai PFAS, riproduca una cartina tratta da NEXT Quotidiano; utilizzi cioè il materiale prodotto da un organo di stampa e non le mappature fornite da un organo istituzionalmente deputato, come ad esempio Arpav”.

Dopo aver rispedito al mittente le accuse mossegli, l’assessore Bottacin riprende e rafforza anche i temi già precedentemente evidenziati e sui quali ribadisce la “superficialità” della Commissione, in taluni passaggi accompagnata forse anche da un “sinistro indirizzo politico del ragionamento”: “Perché non si dice che la Regione, in base alla normativa vigente, può solo imporre limiti agli scarichi più restrittivi rispetto a quelli statali, ma fino al 2015 ciò non sarebbe stato possibile dato che solo allora vi è  stata un indicazione statale, peraltro solo relativamente ad alcune sostanze?  Perché non si è evidenziato che da quando la Regione, e in questo caso sì sottolineo la Regione, ha montato i filtri e ha messo in sicurezza gli unici valori misurabili, dal 2013 i parametri sono notevolmente migliorati? Perché si continua – conclude Bottacin - a parlare solo del Veneto, quando la presenza dei PFAS è stata registrata in diverse aste lungo il corso del Po, come ad esempio in Piemonte, e anche in altri fiumi come l’Arno, che percorre la Toscana?”.
 

13 febbraio 2017
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