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“L’anomalia veneta” nella gestione della seconda ondata

di Filippo Palumbo
11 MAR - Gentile Direttore,
colgo l’occasione di commentare una bella iniziativa del Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica (CoVeSaP) realizzata in tarda sera il 10 marzo 2021, per tornare sul tema degli interventi straordinari affidati alle Regioni per il contrasto alla pandemia di CoViD 19 come indispensabile complemento alla massiccia campagna di vaccinazione che si spera possa finalmente svilupparsi nelle prossime settimane.
 
L’iniziativa del Coordinamento Veneto ha riguardato la cosiddetta “anomalia” veneta nella gestione della seconda ondata che sta facendo da contraltare (negativo) all’esperienza veneta (positiva) nella gestione della prima ondata.
 
Questa iniziativa del CoVeSaP va segnalata come una positiva esperienza di abbinamento tra l’impegno civile a difesa del SSN e del Servizio socio sanitario veneto e la ricerca di un approfondimento sugli aspetti di carattere tecnico epidemiologico per dare spiegazione ai dati CoViD che si stanno registrando nel Veneto sulla morbosità, sulla mortalità specifica e sull’impegno delle strutture ospedaliere regionali. Tale riflessione avviene dopo una lettera indirizzata al Ministro della salute e al Presidente della Regione del Veneto
 
Sono state molte centinaia i cittadini e gli operatori sanitari che, nonostante l’ora tarda, si sono collegati per assistere (e partecipare con domande e valutazioni) alla video Conferenza che, introdotta dai rappresentanti del CoVeSaP (Lihard e Manno), ha visto gli interventi di Laura Puppato, Roberto Buzzetti e Andrea Crisanti.
 
L’incontro ha evidenziato aspetti che in qualche modo richiamano la necessità di approfondire il rapporto tra gli specifici assetti assistenziali socio sanitari regionali e alcune prassi e metodiche adottate negli interventi predisposti a livello locale e regionale per contrastare la diffusione delle infezioni. È stato preannunciato che sul Web sarà possibile ascoltare i singoli interventi e le risposte alle domande poste ai relatori.
 
Qui oltre a segnalare positivamente la modalità con cui l’iniziativa è stata realizzata si vuole richiamare un aspetto ulteriore che va direttamente posto a livello nazionale.
 
La seconda ondata pandemica si è avuta nell’autunno inverno tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Cioè in un periodo temporale in cui avrebbero dovuto essere pienamente attivati i programmi operativi regionali anti CoViD, comprensivi dei piani di rafforzamento sia della rete dei servizi ospedalieri che della rete dei servizi territoriali, ai sensi dell’art. 18 del Decreto-legge 18/2020 e degli artt. 1 e 2 del Decreto-legge 34/2020.
 
L’esercizio di un attento affiancamento e la lettura critica dei contenuti dei singoli programmi operativi regionali poteva (e ancora in parte può) consentire di fare di tali programmi lo strumento con cui traghettare l’assetto complessivo dei servizi sanitari dalla fase pre-CoViD e CoViD a quella post- CoViD. Può costituire anche l’occasione per omogeneizzare scelte tecnico operative, la cui diversa formulazione e applicazione potrebbe aver condizionato il maggiore o minore successo/insuccesso delle azioni di contrasto alla pandemia.
 
Penso si possa sostenere che queste scelte tecnico operative sono forme particolari di quei requisiti dei livelli essenziali di assistenza da mantenere omogenei e uniformi in campo nazionale e su cui si è consolidato un orientamento chiaro della Corte Costituzionale
 
È un aspetto che va difeso e curato innanzitutto dal Ministero della salute e va conseguito anche con un forte coordinamento tra l’ISS, l’Agenas e l’AIFA e tra questi enti e le Regioni
 
Ed è anche un aspetto che se trascurato depotenzia anche lo sforzo straordinario per la campagna vaccinale perché si lascia il SSN impreparato di fronte a nuove pandemie che potrebbero caratterizzare questa fase della transizione epidemiologica.
 
Filippo Palumbo
Già Direttore generale e Capo Dipartimento della Programmazione sanitaria del Ministero della salute

11 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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