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Incontinenza urinaria. Con un bonus-pannolone, possibili risparmi per le famiglie fino a 9 milioni annui


È quanto si otterrebbe con il nuovo modello assistenziale elaborato da Cergas Sda Bocconi sulla scia di quando già in fase di sperimentazione in Piemonte. Il progetto è stato illustrato nell’ambito di una Consensus Conference che ha coinvolto rappresentanti del ministero della Salute, Regioni, Federfarma, Senior Italia, Associazione Italiana di Urologia e Ginecologia (Aiug), Fimmg, Società Italiana di Urodinamica  e Assobiomedica

06 NOV - Ausili monouso ad assorbenza, in italiano corrente ‘pannoloni’, a cui sono costretti a ricorrere gli oltre 4 milioni e mezzo di pazienti che soffrono di incontinenza urinaria, destinati inevitabilmente ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione.
Ma i pazienti assistiti dall’Ssn con la fornitura gratuita di pannoloni sono appena più di 1 milione e tuttavia la maggior parte non riceve dalle Asl un numero sufficiente di ausili o il modello adatto o lamenta una scarsa qualità del prodotto.
 
C’è chi ha difficoltà ad andare a ritirare i voluminosi pacchi in farmacia e chi invece non sa dove stivare la montagna di confezioni che si vede recapitare a casa ogni tre mesi. L’assistenza sanitaria nazionale fornisce soltanto circa il 66% degli ausili necessari, peraltro di qualità non ottimale, con tetti di spesa indistinti che variano da Regione a Regione e persino da Asl ad Asl. Così il 34% dei presidi viene acquistato dalle famiglie stesse costrette ad integrare quanto ricevono dall’Ssn con ausili pagati di tasca propria.
 
Per superare le criticità dell’attuale sistema assistenziale Cergas Sda Bocconi ha messo a punto un nuovo modello organizzativo che garantisca ai pazienti libertà di scelta, qualità ed equità: un budget mensile fino a 56 euro da utilizzare per i pannoloni, tenendo davvero conto delle proprie esigenze e risparmiando fino al 30% dei costi sostenuti finora di tasca propria, senza spostare di una virgola la spesa del Ssn.
 
Il nuovo modello per l’assistenza dei pazienti con incontinenza basato sulle necessità dei singoli, è presentato oggi dal Centro Cergas Sda Bocconi all’Università Bocconi di Milano, durante la Consensus Conference “Modello need-based per la gestione della persona con incontinenza urinaria”, alla presenza di uroginecologi, medici di famiglia, infermieri, industrie e farmacie nonché Regioni e Ministero della Salute.
 
“Per risolvere le difficoltà delle persone con incontinenza di grado più o meno grave, oggi il Ssn spende oltre 355 milioni di euro l’anno per fornire ad appena 1,15 milioni di pazienti solo i due terzi dei pannoloni di cui hanno bisogno spesso di scarsa qualità, costringendo le famiglie a sborsare di tasca propria oltre 280 milioni per avere prodotti migliori o in maggior quantità” ha spiegato il coordinatore del progetto Francesco Longo, del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’università Bocconi di Milano.
 
“La spesa attuale mensile del Ssn, pari a oltre 27 milioni – ha detto Longo – potrebbe invece essere utilizzata per erogare, tramite tessera sanitaria, buoni-pannolone da  9 a 56 euro al mese, calibrati a seconda della gravità della patologia, aumentando così la risposta ai bisogni dei pazienti e consentendo a ciascuno la libertà di utilizzare il proprio budget scegliendo finalmente il prodotto più adatto alle proprie esigenze fra quelli disponibili per un ritiro in farmacia o nella Asl di riferimento o, se previsto, mediante la consegna a casa. La scelta potrà avvenire anche grazie all’aiuto di un tutor, farmacista o infermiere, che possa dare consigli sul presidio più adeguato senza incentivi a spingere l’uno o l’altro ausilio o dialogando con il sistema attraverso una piattaforma web. Il cittadino avrebbe anche la possibilità di cambiare marca nella fornitura successiva qualora non fosse soddisfatto della scelta iniziale. Il bonus consente inoltre la possibilità di integrare direttamente la spesa per avere prodotti in maggiore quantità o di migliore qualità a un prezzo ‘amministrato’ più vantaggioso e rifornendosi in un solo posto con un risparmio per le famiglie fino a 9 milioni pari al 30% dei costi sostenuti fino a oggi”.
 
“Il nostro modello prevede infatti una pluralità di fornitori accreditati per la qualità del prodotto offerto. Così il paziente non avrà più a disposizione un solo prodotto, definito in base a gare d’appalto che di fatto, alla luce del sistema attuale, selezionano i prodotti in base al prezzo più basso, ma un’ampia gamma di ausili. Inoltre, grazie a un Accordo Quadro con il Ssn con cui i fornitori fissano un prezzo concordato applicabile anche per i privati, il cittadino potrà integrare la fornitura ad un prezzo sensibilmente inferiore” aggiungono i ricercatori Bocconi, Giovanni Fosti e Andrea Rotolo.  
 
“Con questo sistema tutti ci guadagnano – ha aggiunto Longo – il Ssn potrà personalizzare le proprie forniture integrandole con quelle che i pazienti acquistano privatamente e potrà per la prima volta monitorare in modo strutturato e sistematico la spesa per questi ausili per decidere se e quando estendere la copertura a un numero maggiore di pazienti; le aziende si adopereranno per fornire la massima qualità a prezzi più bassi per farsi scegliere; ma soprattutto i pazienti che finalmente potranno avere libertà di scelta e un servizio ‘su misura’ più semplice ed equo”
 
In questo quadro, il Piemonte è la regione “pioniere” nell’attuazione di soluzioni innovative che mirino ad azzerare le disuguaglianze, garantendo ai cittadini appropriatezza e accesso ad un sistema che cerca di rispondere ai singoli bisogni dei pazienti, assicurando anche libertà di scelta.
 
“In Piemonte stiamo già sperimentando la classificazione dei pazienti a seconda della gravità della patologia, a cui corrisponde un tetto di spesa differenziato. A ciascun avente diritto è assegnato un budget all’interno della propria classe di gravità, attualmente da 8,45 euro a 47,16 euro, che in alcune Asl del Piemonte viene gestito in autonomia in farmacia o in altro negozio autorizzato – ha detto Silvia Ferro, Regione Piemonte, Direzione Sanità, settore assistenza farmaceutica, integrativa e protesica – Inoltre, la recente delibera del 30 ottobre ha esteso il modello a livello regionale, garantendo un sistema omogeneo con chiare e più semplici procedure prescrittive e di erogazione, che vedono al centro la figura del medico di famiglia. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un’ampia condivisione anche con le associazioni di rappresentanza delle persone incontinenti e l’associazione di categoria delle farmacie convenzionate”
 
“Oggi l’incontinenza è diagnosticata dal medico di famiglia (90% dei casi) o dallo specialista che indicano il fabbisogno degli ausili a prescindere dalla valutazione reale delle condizioni dell’assistito, essendo il sistema attuale caratterizzato da un tetto di spesa indistinto – hanno sottolineato  Marzio Zullo, uroginecologo dell’Aiug, responsabile Gruppo Multidisciplinare del pavimento pelvico e Mauro Cervigni, Segretario Generale Aiug – la mancata applicazione delle Linee Guida e l’assenza di standard nazionali che guidino la prescrizione ne pregiudicano l’appropriatezza che invece è la priorità nella gestione del paziente incontinente. Nel modello Bocconi si articolano quattro livelli di incontinenza a ciascuno dei quali corrisponde un’indicazione sulla tipologia di pacchetti e sul fabbisogno stimato di pezzi al mese e giornalieri per paziente. Si tratta di un’indicazione standard, utile per stimare il tipo di risposta ‘minima’ per ciascun paziente, distribuire il budget e individuare gli ausili più appropriati”.

06 novembre 2018
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