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Radiazione Venturi. Anelli (Fnomceo): “Sulle ambulanze trovare un modello che valorizzi medico e infermiere per garantire massimo livello di cura e assistenza al cittadino”

Abbiamo sempre dichiarato che la professione medica e quella infermieristica sono complementari e indispensabili per assicurare un’efficace assistenza. Nel delicatissimo campo dell’emergenza abbiamo più volte ribadito che la diagnosi non può che essere affidata al medico e che, quindi, anche nel soccorso avanzato, dovremmo trovare un modello che valorizzi le due figure professionali, medico e infermiere, per assicurare al cittadino il massimo livello delle cure e dell’assistenza

03 DIC - La vicenda di Bologna è l’espressione del disagio dell’intera professione medica. Abbiamo proposto gli Stati Generali della professione, al fine di esaminare la cosiddetta “questione medica”, che oggi si manifesta in maniera così eclatante.
 
Non si tratta qui di entrare nel merito della decisione assunta dall’Ordine di Bologna, valutazione che la Fnomceo, per il suo ruolo istituzionale, e non conoscendone peraltro le motivazioni, non può fare in questa sede, ma di esaminare le motivazioni sociologiche e politico-professionali che ne hanno costituito i presupposti.
 
I condizionamenti dettati da esigenze economiche nell’esercizio della professione medica hanno portato ad uno stato di disagio diffuso tra i sanitari, senza che in alcuna maniera si provasse a porre rimedio.
 
Abbiamo più volte denunciato le limitazioni sempre più cogenti all’autonomia professionale del medico e, sempre più spesso, abbiamo segnalato il subdolo tentativo di applicare il task shifting (il trasferimento delle competenze dal medico ad altri professionisti) nel nostro Paese, in particolare nel settore di emergenza - urgenza.
 
Abbiamo sempre dichiarato che la professione medica e quella infermieristica sono complementari e indispensabili per assicurare un’efficace assistenza. Nel delicatissimo campo dell’emergenza abbiamo più volte ribadito che la diagnosi non può che essere affidata al medico e che, quindi, anche nel soccorso avanzato dovremmo trovare un modello che valorizzi le due figure professionali, medico e infermiere, per assicurare al cittadino il massimo livello delle cure e dell’assistenza.
 
Per questo abbiamo avviato un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Fnopi, ossia della Federazione che rappresenta tutti gli Ordini della professione infermieristica, e la Fnomceo, per i medici, al fine di elaborare un modello condiviso di interazione e collaborazione tra le due figure professionali, convinti che il dialogo sia l’unica via per costruire una sinergia tra professionisti e che il nostro denominatore comune sia la tutela del diritto alla salute dei cittadini.
 
Accanto a tutto ciò, bisogna riconoscere al Presidente della Conferenza Regioni, Stefano Bonaccini e all’assessore Venturi la volontà di cambiamento attuata con la sottoscrizione del Protocollo di Intesa tra la Conferenza delle Regioni e la Fnomceo, che consente di avviare un confronto utile, oltreché necessario, per cogliere i suggerimenti e i bisogni di una professione, come quella medica, fondamentale per assicurare il diritto alla salute ai cittadini.
 
Un Protocollo che prova a dare attuazione alla Legge 3/2018 con la quale la Federazione e gli Ordini dei Medici, in virtù del nuovo ruolo di Enti sussidiari dello Stato, insieme alle Regioni avviano il confronto su temi specifici nel rispetto dei propri ruoli, delle proprie prerogative e delle relative autonomie, ferme restando le prerogative e l’importante ruolo che la democrazia riconosce ai Sindacati.
 
Sarà proprio la Regione Emilia Romagna, dopo la Lombardia e insieme alla Liguria, il 19 dicembre, ad avviare il Tavolo di confronto tra gli Ordini e la Regione, su questi temi. Tra le questioni che saranno oggetto del confronto ci saranno infatti il ruolo professionale del medico e dell’odontoiatra, le competenze, l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità; l’elaborazione di iniziative in ordine alla prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti degli operatori sanitari; il rispetto delle prerogative correlate con lo svolgimento di ruoli, all’interno dei Sistemi Sanitari Regionali, delle Province autonome e delle Regioni (incarichi amministrativi di vertice, incarichi politici, partecipazione a Consigli di amministrazione, etc.), non correlati alla cura diretta di pazienti o all’esercizio professionale medico.
 
Il Protocollo rappresenta, così, lo strumento che consente di coniugare l’autonomia degli Ordini in chiave deontologica con il diritto del professionista a partecipare alla vita politica del paese. Infatti, da un lato consideriamo valori irrinunciabili i principi della deontologia medica, e dall’altro non possiamo consentire che la professione sia considerata un limite alla partecipazione, da parte dei professionisti, alla vita politica, che è un valore altrettanto irrinunciabile.

Filippo Anelli
Presidente Fnomceo

03 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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