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Manovra sanità. I medici toscani contro l’emendamento sulle prestazioni ‘improprie’: “Così si lede nostra autonomia di scelta”


“Il concetto di salute come bene che viene prima di tutto rischia di essere manomesso e di creare pazienti di serie A e di serie B: c’è il rischio che si continui a burocratizzare la professione mentre il mestiere del medico è costruito sul rapporto medico-paziente”. Questo il giudizio di Roberto Monaco presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri della Toscana.

29 LUG - I Medici della Toscana dicono no all’emedamento al Dl Enti Locali che prevede il taglio allo stipendio per i medici che prescrivono prestazioni diagnostiche che potrebbero essere considerate improprie. "Un emendamento che lede l’autonomia del medico di scegliere ciò che ritiene più appropriato per il cittadino in base alle sue valutazioni cliniche. Il concetto di salute come bene che viene prima di tutto è stato da sempre considerato come una priorità nel nostro paese ma rischia ora di essere manomesso e di creare pazienti di serie A e di serie B: c’è il rischio che si continui a burocratizzare la professione mentre il mestiere del medico è costruito sul rapporto medico-paziente". Lo afferma Roberto Monaco presidente della Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri della Toscana.
 
"Come ordine dei medici in Toscana - prosegue Monaco - siamo sempre stati disponibili per fare i consulenti gratuiti delle istituzioni e abbiamo lavorato sull’appropriatezza della prescrizioni di farmaci e degli esami diagnostici strumentali con un percorso che ci ha visti alleati di istituzioni e cittadini. Siamo disponibili a rivedere i Livelli Essenziali di Assistenza in modo condiviso. Siamo contrari a chi considera il nostro lavoro come una catena dove tutto è predisposto e prestabilito senza tenere in considerazione la variabilità della clinica e le caratteristiche proprie di ogni singola persona".

"L’appropriatezza si persegue anche e soprattutto riducendo il ricorso alla medicina difensiva assumendo corretti provvedimenti legislativi. Questo è un passaggio nodale, culturale prima che economico, che deve vedere uniti medici e cittadini in quella che io chiamo alleanza strategica. Come ordine professionale – conclude il presidente della Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri della Toscana – abbiamo più volte cambiato il nostro codice deontologico anche per seguire il criterio dell’appropriatezza. Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ad un settore che sta già facendo molto, come quello della sanità pubblica".

29 luglio 2015
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