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Giornata ricerca cancro. Mattarella: “Sui vaccini non è accettabile che acquistino credito credenze anti-scientifiche”


Lo ha detto oggi il Capo dello Stato nel suo intervento in occasione della cerimonia al Quirinale “I Giorni della Ricerca” promossa dall’Airc. Il ricordo di Veronesi e lo stimolo a una maggiore collaborazione nella ricerca tra pubblico e privato. Forte richiamo alla necessità di garantire sempre le cure palliative, più impegno del Ssn ma anche del singolo sulla prevenzione e poi un monito affinché la mobilità dei ricercatori non sia per gli italiani a senso unico, e cioé solo in "uscita".

23 OTT - Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione de "I Giorni della Ricerca", iniziativa promossa dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
 
Sono intervenuti il Presidente dell'AIRC, Pier Giuseppe Torrani, il Direttore Scientifico dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano, Alberto Mantovani, la ricercatrice presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Tiziana Triulzi, e la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.
 
Il Capo dello Stato ha quindi consegnato il Premio Speciale AIRC "Credere nella Ricerca" a:
 
Estèe Lauder Companies Italia, per l'impegno nella ricerca e nella lotta contro il tumore al seno;
 
Margherita Granbassi, per l'impegno come volontaria dell'AIRC nelle numerose iniziative di comunicazione promosse dall'Associazione.
 
La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica.
 
Erano presenti, tra gli altri, il Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, il Vice Presidente della Camera dei Deputati, Simone Baldelli, rappresentanti del mondo politico, della ricerca, dell'università e dell'imprenditoria.
 
Ecco l’intervento integrale del Capo dello Stato (i sottotitoli sono a cura della redazione):
Rivolgo un cordiale saluto al Presidente Giorgio Napolitano, al Presidente del Senato, al Presidente della Corte Costituzionale, al Vicepresidente della Camera dei deputati, a tutti i presenti, ai ricercatori, volontari, medici, operatori, che qui rappresentano tutti coloro che fanno progredire le cure con la loro intelligenza e la loro passione.
 
Ringrazio la ministra Lorenzin, l'avvocato Torrani, il professor Mantovani e la dottoressa Triulzi, che ci hanno ricordato, in maniera davvero efficace, lo straordinario valore sociale degli studi sui tumori, i progressi compiuti a beneficio di tutti, i meriti e le eccellenze raggiunti nel nostro Paese, l'impegno costante per conseguire traguardi ulteriori.
Benvenuti al Quirinale!
 
Rinnovare ogni anno, qui, in questo Palazzo, l'impegno per la ricerca e per le cure contro il cancro non costituisce la ripetizione di un appuntamento rituale ma vuole esprimere un richiamo, ininterrotto, a porre la comune attenzione su ciò che realmente riveste importanza nella convivenza, facendo il punto su un fronte prioritario per l'intera comunità umana e, per la sua parte, per il nostro Paese.
 
Il ricordo di Veronesi.
Un anno fa moriva Umberto Veronesi, che dell'AIRC è stato un fondatore e che, con la sua attività, ha contribuito, da protagonista, a trainare il nostro Paese nel compiere progressi. Lo ricordiamo per la sua statura di medico e di scienziato, apprezzata nel mondo. Lo ricordiamo per la fiducia che ha sempre nutrito per la ricerca, e che trasmetteva a studenti, colleghi, pazienti, all'intera comunità nazionale. Soleva dire che il desiderio di conoscenza è un bisogno naturale dell'uomo e che la ricerca ci condurrà a sconfiggere le malattie fino a ieri ritenute invincibili.
 
Ma per sostenere la ricerca non basta l'impegno dei singoli e neppure la forza robusta di una élite. E' necessaria una coscienza diffusa, una cultura condivisa, che attribuisca valore all'investimento sulla salute delle persone, di tutte le persone, e sul benessere delle future generazioni.
Solidarietà e ricerca, come ben sappiamo, sono strettamente collegate.
 
L'impegno dell'AIRC - di oltre 50 anni - i vostri successi, la vostra capacità di coinvolgimento delle energie civili costituiscono la prova di come la solidarietà possa rappresentare un sostegno e un vero propellente per i ricercatori, e di come i risultati delle ricerche restituiscano poi alla società un valore moltiplicato.
 
Senza i progressi della ricerca non avremmo avuto tanti successi in medicina.
Se torniamo indietro con il pensiero, anche soltanto di pochi anni, non è difficile constatare quanto l'efficacia di nuove terapie abbia aumentato la sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone, e abbia migliorato la qualità della vita di chi lotta contro un tumore. Sempre più se ne può guarire, oltre che contenerlo con le cure.
 
La possibilità di una completa guarigione è cresciuta anche nelle patologie più insidiose e, in tanti casi, la malattia è stata evitata grazie a diagnosi precoci. Senza i progressi della ricerca tutto questo non sarebbe stato possibile. Non sarebbe stato possibile senza la continuità della ricerca, che costruisce sempre i propri successi su altre ricerche e altre esperienze. Anche gli avanzamenti di domani avranno bisogno degli studi, dei laboratori, delle sperimentazioni, delle intelligenze dei ricercatori di oggi.
 
La ricerca medica, in particolare, aumentando le possibilità di vita e la sua qualità, fa crescere la fiducia e la speranza. Nelle persone colpite dalla malattia, nelle loro famiglie, in chi teme di essere a rischio. In realtà, in tutti.
 
Il professor Mantovani ha parlato di sogno, di speranza, di condivisione. Questa sequenza supera i confini dell'immunologia: è di carattere generale.
 
Anche grazie a voi si diffonde speranza e consapevolezza, non illusorie ma fondate perché scientificamente motivate. Si tratta di vettori di crescita della coscienza sociale e di un miglioramento della società.
 
L’impegno pubblico nella ricerca: “strategie pubbliche diventino volano anche di investimenti privati”.
La ricerca sta alle fondamenta di tutto questo. L'impegno pubblico è cresciuto ma va rafforzato, e mi auguro che questo obiettivo trovi la più ampia condivisione politica. 
La ricerca è uno stimolo per lo sviluppo generale.
 
Occorre fare in modo che le strategie pubbliche diventino volano anche di investimenti privati. E' necessario creare sinergie sempre più efficaci tra il pubblico, il privato e le energie del Terzo settore e del non profit.
In società complesse e contrassegnate da grande interdipendenza tra le sue parti, come è la nostra, non si compiono passi in avanti significativi negli investimenti sulla ricerca senza una convergenza di sforzi e di volontà, senza una autentica crescita culturale.
 
Anche per questo l'esperienza dell'AIRC rappresenta un esempio prezioso a cui il Paese guarda con riconoscenza.
 
Abbiamo grandi risorse, grandi potenzialità nel nostro Paese. Abbiamo giovani di valore, strutture di eccellenza, professionalità di livello mondiale. La ricerca italiana ha dato molto nella lotta ai tumori. E continua a ottenere risultati importanti, come dimostra ad esempio la ricerca, resa pubblica pochi mesi fa, condotta dall'Istituto Telethon di genetica e medicina di Napoli (e co-finanziata dall'AIRC) sullo sviluppo delle cellule in alcune malattie tumorali.
 
Potrei fare - come ben sapete - altre positive citazioni, di tanti successi. Ma mi limito a sottolineare che ovunque in Italia, al Sud come al Nord e al Centro, emergono punte di straordinaria qualità, che ci fanno sentire orgogliosi; e dunque maggiormente responsabili.
 
I nostri giovani ricercatori sono pronti a raccogliere il testimone dai loro maestri, come dimostrano anche questo incontro e i suoi partecipanti.
 
La mobilità dei ricercatori non deve diventare a senso unico “uscita” per i ricercatori italiani.
La loro mobilità in Europa e nel mondo è condizione di maggiore libertà e di opportunità per tutti. Dobbiamo, peraltro, compiere ogni sforzo affinché la circolazione del sapere e delle intelligenze non diventi, per i nostri giovani, una strada, a senso unico, in uscita.
 
Vorrei dire alla Professoressa Triulzi che le sue preoccupazioni sulla continuità e la serenità dell'impegno sono prioritarie e le condivido appieno.
 
Vi sono grato anche per le opportunità che offrite ai giovani, e ai team di ricerca che li coinvolgono. In questo modo si mette in circolo, grazie alla solidarietà e a una mirata selezione degli obiettivi, un prezioso patrimonio di energie che genera benefici generali.
 
La lotta ai tumori è un percorso che dobbiamo compiere con grande determinazione. I progressi ottenuti hanno consentito di vivere, e vivere pienamente, a tante persone, grazie a diagnosi tempestive e a terapie avanzate, grazie a cure più efficaci e meno invasive, rispettose della dignità delle persone; grazie a migliori supporti sanitari e assistenziali.
 
L'aumento di aspettativa di vita fa prevedere nei prossimi anni un aumento nella crescita della malattia.
 
Dobbiamo, quindi, aumentare l'impegno.
 
La vostra esperienza, nella raccolta dei fondi e nella destinazione mirata delle risorse, è un grande servizio alla società. L'impegno volontario che suscitate è, insieme, espressione di valori e patrimonio di energie. Così i premi - che anche quest'anno avete deciso di assegnare - vanno intesi come un incoraggiamento, anzi come un impegno a proseguire. E' un'opera che porterà frutti tanto maggiori, quanto più sarà sostenuta da un impegno corale e indurrà a comportamenti sociali consapevoli e partecipi.
 
L’impegno del Ssn e quello di ognuno di noi per la prevenzione dei tumori.
La prevenzione dei tumori richiede, naturalmente, uno sforzo non indifferente del sistema sanitario nazionale; per potenziare gli strumenti a disposizione dei cittadini, e per rendere sempre più accoglienti i servizi.
 
Ma richiede anche un miglioramento dei costumi alimentari, una diffusione della pratica sportiva nei ragazzi e dell'attività fisica negli adulti, una crescita di consapevolezza dei danni prodotti dal fumo, una conoscenza sempre più ampia dei fattori di rischio.
 
Siamo nel mese della prevenzione dei tumori al seno. Una grande occasione per sensibilizzare e attivare anche le persone più pigre o meno attente. Sconfiggere i tumori è possibile. Ma tutti dobbiamo contribuirvi.
 
Non possiamo accettare che acquistino credito credenze anti-scientifiche come quelle sui vaccini.
 Occorre costruire una sempre più forte collaborazione, una effettiva alleanza tra scienza, formazione culturale, comunicazione.
 
Non possiamo accettare che nel XXI secolo, nella società globale della tecnologia e dell'informatica, acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive - come le vaccinazioni - finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose.
 
Malattie che le persone della mia generazione ricordano nella loro diffusione e devastante pericolosità quando colpivano amici e compagni di scuola.
 
Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società, mettendola comunque a rischio con la propria omissione.
 
Il mio augurio è che anche i Giorni della Ricerca aiutino ad allargare la visione sulla frontiera del benessere sociale. E' una frontiera lunga e complessa che dà, tuttavia, la misura di una civiltà. Combattere il tumore per guarire sempre più persone è un impegno che deve procedere a fianco alla cura - all'umanità della cura - di chi continua a combattere con la malattia.
 
L'importanza delle cure palliative.
Non deve mai venir meno l'impegno per sviluppare le cure palliative, e per assistere la persona nei momenti più difficili. Quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, si deve comunque curare. E quando la cura non è più efficace verso la malattia, c'è ancora spazio - uno spazio obbligatorio - per la cura della persona; e della sua dignità.
 
Nessuno deve sentirsi abbandonato.
 
Vorrei ribadire che ricerca e solidarietà sono parole che è bene pronunciare insieme.
 
In questo modo, conoscere sempre di più diventa anche un grande atto di solidarietà. Voi ne siete testimoni.
 
Vi è una stretta connessione tra cura della persona e senso della cittadinanza.
 
Spero che nella società, insieme ai risultati concreti del vostro prezioso lavoro, circoli anche questo vostro spirito.

23 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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