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Covid. Draghi al Senato: “Obiettivo 500 mila vaccini al giorno. Su vaccinazioni a over 80 disparità regionali difficili da accettare”


Per accelerare sulla campagna vaccinale dovremo vedere "cosa abbiamo da imparare dall'esperienza del Regno Unito e di altri Paesi. Una volta che abbiamo una logistica efficiente (e l'abbiamo), con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo si arriva anche ad una maggiore velocità". E poi aggiunge: "Mentre la campagna di vaccinazione procede, è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture, a cominciare dalle scuole in primis".

24 MAR - L'obiettivo resta quello di 500 mila vaccinazioni al giorno, e per raggiungerlo si dovrà guardare alle esperienze di quei paesi che stanno procedendo in maniera spedita nella campagna vaccinale, a cominciare dal Regno Unito. Mentre si vaccina, poi, si dovrà iniziare a pianificare le aperture. E la prima cosa che si dovrà riaprire, quando la situazione epidemiologica lo permetterà, sarà la scuola.
 
Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo questa mattina in aula al Senato per le sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
 
"il 26 marzo il Consiglio europeo riconosceva la pandemia di Covid-19 come una sfida senza precedenti per l'Europa - ha ricordato -. Ad un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo; abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci, tre sono già in via di somministrazione e il quarto, quello di Johnson & Johnson, sarà disponibile da aprile. Ora il nostro obiettivo è vaccinare quante più persone possibile nel più breve tempo possibile".

"Vorrei che il messaggio di oggi a voi fosse un messaggio di fiducia, un messaggio di fiducia a tutti gli italiani. Ho ripetuto in queste settimane che il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità e siamo già all'opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l'istruzione dei nostri figli e per la ripresa dell'economia. L'accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati: nelle prime tre settimane di marzo la media giornaliera delle somministrazioni è stata quasi di 170.000 dosi al giorno, più del doppio che nei due mesi precedenti".

"Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state in parte compensate con un aumento delle vaccinazioni con Pfeizer, ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo delle somministrazioni a mezzo milione al giorno - ha sottolineato il premier -. Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare la normalità e per evitare l'insorgere di nuove varianti".

"Se paragonate con il resto d'Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene (per vaccini fatti l'Italia è seconda dopo la Spagna), ma per i noti motivi l'Unione europea si colloca dietro a molti altri Paesi. Nel Regno Unito, giusto per fare un esempio, la campagna vaccinale procede più rapidamente, anche se bisogna dire che il numero delle persone che hanno ricevuto entrambe le dosi è paragonabile a quello dell'Italia. Vediamo però cosa abbiamo da imparare da quella esperienza e anche da quella di altri Paesi. Ovviamente hanno iniziato due mesi prima (anche questo per i noti motivi), ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini; inoltre ovviamente il richiamo della seconda dose è stato spostato nel tempo rispetto a quanto avviene in Europa. Insomma, quel che abbiamo da imparare è che, una volta che abbiamo una logistica efficiente (e l'abbiamo), con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo si arriva anche ad una maggiore velocità".

"Procedere spediti con le somministrazioni è importante, ma è altrettanto cruciale vaccinare prima i nostri concittadini anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus. Abbiamo già ottenuto degli importanti risultati: l'86 per cento degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali ha già ricevuto una dose di vaccino e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale. Un recente studio dell'Istituto superiore di sanità ha stimato che il numero di nuovi casi di Covid-19 diagnosticati nelle Rsa tra fine febbraio e inizio marzo è rimasto sostanzialmente stabile a fronte di un chiaro aumento dell'incidenza nella popolazione generale".

"Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni - ha proseguito Draghi - persistono purtroppo importanti differenze regionali che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministro della salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità, probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti. Dobbiamo essere uniti nell'uscita della pandemia, come lo siamo stati soffrendo insieme nei mesi precedenti. Tutte le Regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della salute. In tempo di pandemia, anche se le decisioni finali - come è noto - spettano al Governo, come ha ricordato anche una recente sentenza della Corte costituzionale, sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni in nome dell'unità d'Italia il successo sarà pieno. Il Governo intende assicurare la massima trasparenza ai dati sui vaccini e renderà pubblici tutti i dati sul sito della Presidenza del Consiglio, Regione per Regione e categoria di età per categoria di età".

Sulla scuola ha poi evidenziato: "Mentre stiamo vaccinando, mentre la campagna di vaccinazione procede, è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture. Ora stiamo guardando attentamente - anche ieri c'è stata una riunione della cabina di regia - i dati sui contagi, ma se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire la scuola in primis.Cominceremo a riaprire almeno le scuole primarie e la scuola dell'infanzia, anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo - sottolineo che è una speranza - di poterlo fare, subito dopo Pasqua".

Non è mancata infine una nuova stoccata contro le aziende farmaceutiche. "In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni. L'Unione europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento dell'Unione europea per l'esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio. Questo Regolamento fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell'Unione europea, in particolare verso Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità e riteniamo - e l'abbiamo dimostrato - vada applicato quando è necessario. La pandemia rende evidente l'opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa, dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall'esterno e abbiamo già iniziato a stabilire, sostenuti dal Governo, accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia. La Commissione europea ha istituito una task force guidata dal commissario Thierry Breton per rafforzare la produzione continentale. Si parla molto di autonomia strategica, spesso se ne parla con riferimento alla difesa, alla sicurezza, al mercato unico, ma credo che oggi la prima autonomia strategica sia in fatto di vaccini", ha concluso Draghi.
 

24 marzo 2021
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