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I commenti di Troise (Anaao), Quici (Cimo), Filippi (Cgil Medici), Grasselli (Fvm), Bibbolino (Fassid-Snr), Ettore (Fesmed) e Papotto (Cisl Medici)


12 DIC - “Oggi è una giornata di protesta civile – ha affremato Costantino Troise, Segretario nazionale Anaao Assomed – una giornata che sta raccogliendo un’alta percentuale di partecipazione dei medici in tutta Italia, il che vuol dire che c’è consapevolezza del rischio che corre la sanità pubblica e che c’è consapevolezza del fatto che le condizioni di lavoro dei medici devono assolutamente migliorare.  Così non si può andare avanti. Non possono andare avanti i medici né tantomeno i cittadini. E qualcuno se ne deve rendere conto, In caso contrario cercheremo di farglielo capire noi”.
 
“Oggi scioperiamo per il contratto, ma non solo – ha dichiarato Guido Quici, Presidente della Cimo – protestiamo per spingere il Governo a investire in sanità, anche perché la sensazione è che non ci sia una volontà in tal senso, basta pensare al proliferare di fondi sanitari integrativi, complementari o sostitutivi. L’aspetto più grave è poi che con il definanziamento del Ssn si stanno mettendo in competizione medici e pazienti su problemi che non dipendono dalla loro volontà. Ecco perché scioperare oggi non è solo rivendicare un contratto di lavoro scaduto da 8 anni, ma l’occasione per dire basta a questa politica di deprivazione che lede i diritti, sia di chi cura, che di chi chiede di essere curato”.
 
“Abbiamo messo in campo questo sciopero nazionale – ha detto Andrea Filippi, Segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – registrando anche il consenso della cittadinanza, in difesa del diritto ala salute e per la legittimazione economica e professionale degli operatori protagonisti dei servizi pubblici, che da otto anni sono in attesa del rinnovo contrattuale. Grande assente nella legge di Bilancio, la sanità ed è per questa ragione che ci troviamo oggi davanti al Mef. Vengono finanziate solo alcune sacche di cittadinanza attraverso bonus finanziari che assumono una connotazione propagandistica – ha aggiunto – ma non si finanzia in alcun modo il servizio sanitario nazionale. I cittadini devono capire che non sono i bonus a garantire il miglioramento delle condizioni di vita ma il finanziamento dei servizi. Dopo la straordinaria giornata di oggi la mobilitazione continua. Questo sciopero è solo l’inizio, ce ne saranno altri perché ‘Adesso tocca a noi!’”.

“Nessuno che avesse bisogno di cure è stato lasciato solo - ha affermato Aldo Grasselli, presidente della Federazione Veterinari-Medici-Farmacisti e Dirigenti Sanitari - ma la sanità si è fermata come non accadeva da anni. L’adesione è stata alta oltre ogni aspettativa e molto convinta, in particolare, da parte dei veterinari, impegnati per spingere il Governo a finanziare la sanità pubblica e la prevenzione, stabilizzare i precari del Ssn, aumentare le borse per gli specializzandi di tutte le professioni, assumere giovani medici, veterinari e sanitari e finanziare i loro contratti. I disagi al comparto agroalimentare, ai mercati del bestiame e dei prodotti ittici, il blocco delle movimentazioni animali e delle merci di origine animale, sono stati pesanti, ne siamo consapevoli, ma li avevamo preannunciati e dal ministero dell’Economia (da cui dipendono le sorti della legge di bilancio) non è arrivato alcun segnale di attenzione. La sanità sembra non interessi ai partiti di Governo. Interessa però ai cittadini che ne hanno bisogno, ai lavoratori che la tengono in vita con la loro abnegazione, agli elettori che sapranno esprimere il loro giudizio. Basta sottrazione di risorse dal Fondo sanitario nazionale e dai Contratti. Il Governo - conclude Grasselli - assecondi le richieste del Parlamento, delle Regioni, dei lavoratori e degli utenti e apra una stagione di rifinanziamento e di rilancio della sanità pubblica, solidale, inclusiva, universalistica, come dice la Costituzione. Se il Governo sostiene gli aumenti di capitale delle Banche, sostenga anche l’aumento del capitale salute della popolazione e il rilancio del capitale umano che protegge e rigenera la salute di tutti”.
 
"La misura è colma  - ha detto Corrado Bibbolino, Segretario dei radiologi FASSID SNR - l'adesione numerosa e compatta allo sciopero odierno lo sta a testimoniare. Non serve vantare la bontà del nostro sistema sanitario nazionale tra i primi nelle graduatorie mondiali che che se ne dica se sì ignora  il sacrificio quotidiano dei tantissimi che con abnegazione lo mandano avanti e che oggi hanno testimoniato la loro rabbia. Tutti parlano delle liste di attesa per la radiologia e nessuno dice che lo stesso numero di medici fa il quadruplo degli esami rispetto a 15 anni fa quando già tutti giorni sui giornali si tuonava  sulle liste di attesa. Lo sciopero di oggi leva un forte grido contro lo smantellamento della sanità pubblica, a favore del contratto, a difesa della legge sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale, a tutela delle persone malate che non potranno permettersi una costosa sanità privata.  Stiamo riuscendo nell'incredibile impresa di distruggere quello che funziona e costa poco e nei confronti di questo disegno sempre più palese si leva forte il no”.
 
 
“Alla vigilia dell’esame della Legge di bilancio la nostra protesta è finalizzata non a una difesa corporativa, ma alla salvaguardia del sistema sanitario nazionale e della salute dei cittadini. La politica colga i segnali arrivati oggi trovando le adeguate soluzioni nella manovra - dichiara Giuseppe Ettore, presidente della Federazione Sindacale dei Medici Dirigenti (Fesmed), nel giorno dello sciopero nazionale unitario -. I continui tagli alla spesa sanitaria hanno portato ad una drastica riduzione dei posti letto e allungato le lista d’attesa, spingendo verso quella che è, di fatto, una privatizzazione della sanità. E i medici non sono d’accordo. I nostri sforzi – sottolinea il presidente Fesmed - nel supplire alle carenze di organico, alle differenze territoriali causate dalla riforma del Titolo V, a percorsi di specializzazione troppo spesso inidonei a formare medici adeguatamente, non potranno sopperire ancora a lungo ai deficit strutturali. Il definanziamento della sanità, il blocco del turn-over, il precariato, il blocco dei concorsi e una inadeguata formazione specialistica universitaria hanno portato a una crisi della professione medica difficilmente sanabile – spiega - se non con una volontà politica di rimettere in piedi un sistema sanitario, equo, solidale e universalistico. Ci auguriamo che le istituzioni sappiano cogliere il rischio in atto e - conclude Ettore - ascoltino la voce che oggi si è levata forte per garantire, prima di tutto, la salute delle cittadine e dei cittadini”.
 
"Oggi i medici hanno scioperato, l’adesione è stata alta, adesso inizierà la giostra dei numeri tra chi parlerà di grande successo e chi di scarsa adesione con conseguente “solfa“ sulla disaffezione ed inutilità della lotta sindacale – lo ha dichiarato Biagio Papotto, Segretario Generale CISL Medici che ha così proseguito - Fare il medico ed il sindacalista è missione ardua e faticosa ma essere medici, sindacalisti e pazienti lo è ancora di più. Si proprio chi tutela la salute difende i diritti e usufruisce di un servizio sanitario nazionale universale può percepire il sottile piano di smantellamento di questo servizio, fondi di ricerca ridotti, borse di studio tagliate, riduzione della formazione delle professionalità, totale assenza di fondi per la retribuzione del personale, ecco la ricetta fatale. E’ notizia proprio di oggi che il pianeta salute è stato il primo e più efficace nella lotta alla corruzione dotandosi prima e meglio di strumenti di lotta serrata al latrocinio ed al malcostume, siamo “eccellenti” anche in questo!!!
A questo punto – continua Papotto - la domanda nasce spontanea, ci meritiamo questa classe politica che nell’assalto alla diligenza delle varie leggi di stabilità non si ponga neanche il problema, che esistono donne e uomini “eccellenti” che tutelano il nostro benessere psicofisico che da 8 lunghi anni hanno un contratto di lavoro scaduto un turnover bloccato ed un età sempre più alta?”


12 dicembre 2017
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