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La tavola rotonda: Coletto, Siri, Sileri, Trizzino, Pellissero e Biagi


16 GEN - Per Luca Coletto, Sottosegretario alla Salute la sanità è unica e il privato accreditato è quindi complementare rispetto al pubblico. Anche per il pentastellato Giorgio Trizzino della Commissione Affari Sociali della Camera: “Non si può programmare la sanità senza tenere conto anche dell’ospedalità privata”. Il pubblico prima di tutto invece per Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato secondo il quale il privato accreditato può essere integrativo, ma non sostitutivo.
 
Rappresentanti del Governo e del parlamento si sono confrontati con l’Ospedalità privata accreditata nel corso di una tavola rotonda organizzata in occasione della presentazione del 16° Rapporto annuale “Ospedali & Salute 2018”: obiettivo analizzare le criticità emerse dal Rapporto annuale dell’Aiop. E capire quale ruolo potrà avere la componete del privato accreditato in un’ottica di possibile revisione del Ssn.
 
“È giusto revisionare il Ssn, ma attraverso una riprogrammazione del sistema che abbiamo in parte avviato con il Dm 70, ma che va completata. Abbiamo ridisegnato la rete ospedaliera in una logica Hub&Spoke che va consolidata su tutto il territorio nazionale, ma dobbiamo ristrutturare la rete territoriale e lo possiamo fare in sinergia. Vedo una sanità unica, anche perché chi è accreditato rende un servizio pubblico. La distinzione non c’è anche perché anche perché queste strutture rispondono a una programmazione pubblica operata dalle Regioni nell’ambito della modifica del Titolo V”.
 
Così Luca Coletto, Sottosegretario alla Salute che, in quest’ottica di riprogrammazione, vede nel privato accreditato una parte attiva importante “in grado di essere molto più elastica e di sapersi adeguare in maniera rapida, facendo investimenti mirati per migliorare la resa sul territorio nell’ambito della programmazione regionale”.
 
“Il privato accreditato è complementare rispetto al pubblico - ha sottolieato - non dobbiamo puntare l’indice verso il settore, ma possiamo utilizzare al meglio questa possibilità per dare risposte ai cittadini. Serve una ristrutturazione della programmazione sanitaria che le Regioni devono fare. E lì interverremmo in maniera chiara e precisa. Dobbiamo correre velocemente per dare risposte equanimi a livello nazionale”.
 
Il sottosegretario è poi intervenuto sui tetti di spesa per la sanità privata accreditata. “Saranno rivisti sicuramente, all'interno del quadro generale – ha detto a margine della presentazione del Rapporto – la volontà è quella di implementarli per migliorare e snellire le liste di attesa e tutto il sistema sanitario. Una volta firmato il Patto per la Salute, si dovrà arrivare a scrivere una legge che possa dare la possibilità e gli stimoli necessari e sufficienti per rendere migliore un servizio già molto buono. Naturalmente, questo passaggio deve essere fatto insieme con le Regioni. E il nuovo Patto della Salute è una grande opportunità, come lo è stato la scorsa volta, e lo sarà anche questa volta. Daremo un vestito nuovo alla sanità, riprogrammando, revisionando e ristrutturando questo Ssn. Si tratta di modulare un tetto ormai passato, del 2012, e io penso che gestendolo al meglio si potrebbe addirittura spendere meno e avere migliori servizi”.
 
Coletto ha infine raccolto l’invito al rinnovo del contratto dell’ospedalità privata: “C’è la volontà del governo nel dare risposte sul fronte dei rinnovi contrattuali, come stiamo facendo per il pubblico. Un impegno che prendo personalmente”.
 
Anche per Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato “serve un restilyng del sistema, soprattutto alla luce dell’invecchiamento della popolazione e della mutata domanda di salute”. È cambiato il finanziamento e la crisi non ha favorito l’incremento del Fsn, ha ricordato. Non solo, ha aggiunto “paghiamo una programmazione che non è stata attenta, con carenze generalizzate a partire dall’edilizia sanitaria. Non ci sono stati finanziato adeguati per le tecnologie”.  Ma la criticità più importante per Sileri è il personale senza contratto, un personale in fuga dagli ospedali che va verso il privato a causa dei carichi di lavoro.
 
Sileri è poi entrato nel merito delle sue affermazioni sul rivedere i Lea. “Meglio avere meno Lea? La mia è stata una provocazione – ha detto –  ma ritengo che le leggi a costo zero non possano funzionare se non si investe, quindi inutile allargare i Lea se poi non si finanziano. Vogliamo aumentarli? Bene mettiamoci i soldi”. Solo così, ha sottolineato, possiamo riqualificare il Ssn è in questo caso è indubbio che anche la sanità privata avrà un traino.
 
Il presidente della Igiene e Sanità ha infine puntato i riflettori sull’Ospedalità privata accreditata. “Per quanto mi riguarda la sanità pubblica viene prima di tutto – ha affermato – ma questo non vuol dire che il privato non possa aiutare il pubblico. Può però essere integrativo, ma non sostitutivo. Il nostro obiettivo è un Ssn pubblico buono e omogeneo su tutto il territorio. Stiamo operando un’anamnesi del Ssn prendiamo conoscenza di quello che c’è, razionalizziamo ma soprattutto riorganizziamo la rete umana, da lì arriveranno tante soluzioni”.
 
“Non si può programmare la sanità senza tenere conto anche dell’ospedalità privata”. Così Giorgio Trizzino (M5S), componente Commissione Affari Sociali della Camera. “Il modello di Ssn è un po’ datato – ha detto –  ha 40 anni e li accusa tutti. È un modello non più attuale in cui il privato deve avere un ruolo importante. Si tratta solo di passare a un’integrazione strutturata con il pubblico. Ed è questo che bisognerà prevedere. Anche se è evidente che le esigenze e le prestazioni del privato sono differenti dal pubblico”.
 
“La salute una delle grandi infrastrutture del paese” ha riconosciuto Armando Siri, Sottosegretario alle infrastrutture e trasporti che ha inviato un plauso alla componente privata accreditata del sistema. “Il governo ha consapevolezza delle realtà come l’ospedalità privata che concorre in modo fattivo e concreto all’erogazione universalistica e solidale della sanità. E lo dimostra il fatto che laddove sui territori ci sono realtà private che con il pubblico erogano servizi in convenzione, la percezione dei cittadini è molto più alta. Abbiamo un servizio di eccellenza nonostante le problematiche e dobbiamo allinearci agli standard europei”. Gli investimenti in sanità vanno fatti, ha poi aggiunto, ma non per creare differenze tra sanità pubblica e privata. “L’impegno – ha concluso – è superare i limiti imposti dai precedenti Governi, compatibilmente con il quadro di insieme. Siamo il Governo del cambiamento e l’assunzione di responsabilità è fondamentate. Ma serve una presa di coraggio da parte di tutti”.
 
Nella tavola rotonda sono poi intervenuti gli esponenti dell’Aiop. Il Past president Gabriele Pelissero ha ricordato come la libertà di scelta del cittadino sia fondamentale: “La salute è un fatto personale e importante che va consegnato nelle mani dell’unico soggetto che ha il diritto di scegliere, ossia il cittadino. Ci deve quindi essere una scelta libera. L’ospedalità provata puù dare contributi importanti al Patto per la salute. Ma dobbiamo per il limite di spesa imposto dalla spending review del 2012. Così come dobbiamo chiudere il rinnovo contrattuale. Serve anche una revisione attenta del Dm 70 perché si presta a interpretazioni distorte”. Infine ha concluso Pelissero: “È fondamentale superare il pregiudizio ideologiche verso l’ospedalità privata. Noi siamo pronti a dare risposte alla problematica delle liste di attesa e con bassi costi”.
 
Per Bruno Biagi, Vice presidente nazionale Aiop, il Ssn deve essere rivisito e ridiscusso come dimostrano anche risultati del Rapporto che segnala sintomi di una importante sofferenza.
E il privato accreditato può offrire la giusta terapia. “I tavoli per la revisione del Dm 70 non possono fare a meno di vedere la partecipazione dell’ospedalità privata e dell’Aiop – ha affermato – abbiamo la necessità di rivedere il sistema alla luce di un mondo che sta cambiando con nuove patologie che avanzano e la cronicità. Bisogna quindi rivedere il sistema per riadattarlo, dopo 40 anni, alle nuove esigenze. Ecco perché è importante sedersi insieme a un tavolo. Ma a fronte di una disponibilità della politica ad ascoltare – ha concluso –  c’è poi una difficoltà a considerare il privato. Lo si vede solo come residuale e non come parte integrante del sistema. Questo va superato”. (E.M.)

16 gennaio 2019
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