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Decreto Balduzzi. Silvestro (Ipasvi): “Finalmente anche gli infermieri nella riforma delle cure primarie”


“Una parola può fare la differenza!”. Questo il commento a caldo della presidente della Federazione Ipasvi sulla nuova versione del Decreto Sanità che, nell’articolo 1 sulle cure primarie, prevede ora anche la figura dell’infermiere, dimenticata nella versione originaria elaborata dal ministro Balduzzi.

12 OTT - “Bene” commenta la Presidente Silvestro nel leggere la nuova stesura dell’articolo 1 del Decreto Sanità dopo le modifiche apportate al testo elaborato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, che parlando di cure primarie e aggregazioni multi professionali, dimenticava di citare gli infermieri.

Dall’Ipasvi viene “apprezzata”, in particolare, proprio l’indicazione esplicita degli infermieri tra le professioni coinvolte nel riordino dell'assistenza primaria. “Il ministro della Salute ha mantenuto la promessa fatta nell'incontro avuto nei giorni scorsi con la Presidente della Fnc Ipasvi”, commenta una nota della Federazione.

“Si tratta – prosegue la presidente Silvestro - di un primo passo per rendere visibile la figura dell’infermiere; un passo di cui apprezziamo il valore.  Ora il riordino dell’assistenza primaria, delineata nell’articolo1 del decreto, dovrà passare alla fase applicativa: verranno definite le modalità e i modelli organizzativi di riferimento. In tale fase - che vedrà il coinvolgimento delle Regioni - la Federazione e i Coordinamenti regionali Ipasvi dovranno impegnarsi in un’attenta e vigile collaborazione, basata sulla esigenza di valorizzare il rilevante apporto e contributo che gli infermieri garantiscono all’assistenza primaria”.

Non c’è però solo il Decreto Balduzzi. “Ci preoccupa molto – continua Silvestro - la prospettiva dei nuovi tagli alla sanità introdotta con la legge di stabilità. Un ulteriore taglio manderebbe il sistema ancora più in affanno e, alla lunga potrebbe mettere in discussione la sopravvivenza del Ssn. Abbiamo e garantiamo un'assistenza di buon livello anche grazie all'impegno di tutto il personale sanitario e in primo luogo degli infermieri, ma esiste un limite che non può essere valicato”.

Non viene inoltre sottovalutata “la criticità di impatto che potrebbe conseguire agli interventi sulla mobilità del personale e sulla Legge 104; disagi forti per una logistica impegnativa sulla quotidianità di vita e difficoltà ancora più marcate, anche economicamente, per l’assistenza a figure parentali portatrici di handicap diverse da coniuge e figli”. “Oggi – commenta Silvestro - il nostro impegno è quello di continuare a proporre in tutte le sedi competenti le esigenze della professione, che coincidono con l’interesse dei nostri assistiti”.
 

12 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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