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Medicina del lavoro. Simlii: “Più scienza e meno burocrazia per rilanciarla”


L’appello in occasione della Prima Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro celebrata ieri. “La crisi e l’immigrazione ha cambiato profondamente il mondo del lavoro e i rischi per la salute correlati”. Nel 2012 gli infortuni sul lavoro sono stati 657.000, le malattie lavoro-correlate 46.000.

02 OTT - Rilanciare la medicina del lavoro come competenza essenziale nella valutazione dei rischi ambientali e lavorativi. Semplificare leggi e norme punitive e ridondanti. Investire il sistema sanitario di una ricerca approfondita delle nuove malattie e malesseri da lavoro in un quadro completamente mutato rispetto a decenni fa. Puntare a una “buona occupazione”, in cui i valori costituzionali di lavoro e salute vadano di concerto e non siano giocati l'uno contro l'altro.
Questi i messaggi chiave lanciati dalla Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro, celebrata ieri per la prima volta al Senato.

“Il lavoro più pericoloso è il non lavoro” ha affermato Pietro Apostoli, presidente della presidente della Simlii (Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale) nella sua relazione introduttiva. Ma anche chi il lavoro ce l'ha spesso non lo svolge nelle condizioni ideali. “La forte contrazione del settore primario e dell'industria, la diffusione delle forme di appalto e prestazione d'opera, forme contrattuali a tempo, l'irrompere nel mondo del lavoro dell'immigrazione, l'avanzare dell'età dei lavoratori cambiano in profondità rischi e le malattie correlate”, ha spiegato Apostoli. Secondo il quale serve quindi una medicina del lavoro che focalizzi su questi mutamenti epocali per cogliere i segnali dei nuovi malesseri da lavoro e fare vera prevenzione, finalizzata a una “buona occupazione”.

Gli infortuni e le malattie professionali tradizionali sono in calo, come confermato dal rappresentate dell'Inail. Gli infortuni nel 2012 sono stati 657.000, pari al - 9% rispetto al 2011. I morti 824, pari al - 8% rispetto al 2011. Anche le malattie lavoro-correlate nel biennio 2011-2012 sono diminuite, passando da circa 47mila a circa 46mila. Ma in questo caso si è registrato un aumento considerevole rispetto a 5 anni fa, + 53%. In aumento, inoltre, i nuovi malesseri da lavoro moderno e destrutturato, come i disturbi da stress e le malattie muscolo-scheletriche, di cui conosciamo solo la punta dell'iceberg per via del fenomeno della mancata segnalazione. E tutto questo costa caro alla società, visto che il “lavoro malato” genera, sempre secondo l’Inail, un costo in sanità e mancata produttività di circa 30 miliardi di euro all'anno.

Ma bastano norme e leggi per tutelare salute e sicurezza dei lavoratori? “Se così fosse saremmo a cavallo, visto che il decreto legislativo 81/08 sulla sicurezza, con i suoi 306 articoli, è il più lungo, burocratico e ridondante d'Europa (la Francia si accontenta di 32 articoli, la Germania di 26, il Regno Unito di 30 e la Spagna di 54). Il problema sta proprio nel formalismo degli adempimenti della legge italiana che nel tempo ha trasformato il medico del lavoro in una figura afflitta dalla burocrazia, a cui resta poco tempo per fare davvero prevenzione in ufficio e in fabbrica”, avvertono i vertici della Simlii, secondo cui “serve, a questo proposito una vera rivoluzione che superando la logica della pura vigilanza e sanzione abbia come vero obiettivo la riduzione di infortuni e malattie con un'azione concorde dei vari attori in campo”.

Secondo la Simlii “il medico del lavoro soffre ancora di un ruolo subordinato al datore di lavoro”. Per questo la Simlii rivendica la terzietà del “medico competente” e la figura di consulente globale che egli può svolgere in azienda. “E anche fuori dai luoghi di produzione, visto che la medicina del lavoro ha sviluppato le metodologie per intervenire anche nella valutazione del danno ambientale, dalla quale è stata esclusa dal Dl 81/08. Il caso dell'ILVA di Taranto è paradigmatico di questa situazione: tutta l'azione politica e legale si è concentrata sugli studi condotti sulla popolazione, di fatto ignorando la condizione dei lavoratori”.

Appuntamento alla prossima Giornata Nazionale il 1 ottobre del 2014. Nel frattempo Simlii, le altre società professionali, sindacati e politici presenti all’evento di ieri si sono impegnati a proporre un quadro normativo più agile, basato sulle evidenze scientifiche e che tenga conto più dei reali obiettivi di salute che degli adempimenti formali.
 

02 ottobre 2013
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