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Certificati malattia. I medici Snami: “Sì alla autocertificazione per i primi tre giorni di assenza”


Per il sindacato “non si può più tollerare che la certificazione di malattia continui ad avvenire sotto la minaccia di norme punitive e di imposizioni ed attribuzioni poco consone al decoro della professione medica, studiate ed approvate non per fini sanitari, ma solo per finalità di controllo fiscale ed amministrativo che richiederebbero verifiche di altra natura e da parte di altri attori”.

28 OTT - Certificazione dello stato di malattia del dipendente pubblico e privato? Se n’è parlato a Piacenza il 26 ottobre nel corso di un convegno ad hoc sul tema organizzato dall’Ordine dei Medici provinciale.
 
“Il tema affrontato è da sempre un cavallo di battaglia del nostro sindacato – ha affermato Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami. - L'iniziativa di Augusto Pagani, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza e già responsabile del centro studi nazionale Snami, di aver assunto come Ordine una delibera per chiedere la revisione della legge Brunetta, è totalmente condivisibile perché non si può più tollerare che la certificazione di malattia continui ad avvenire sotto la minaccia di norme punitive e di imposizioni ed attribuzioni poco consone al decoro della professione medica, studiate ed approvate non per fini sanitari, ma solo per finalità di controllo fiscale ed amministrativo che richiederebbero verifiche di altra natura e da parte di altri attori”.
 
Durante la tavola rotonda che ha visto gli interventi dei rappresentanti nazionali sindacali e di società scientifiche, il Vicesegretario Organizzativo Nazionale Snami, Salvatore Santacroce ha sottolineato che il decreto “Brunetta” non solo “pone a rischio l’attività dei medici con sanzioni spropositate nel caso in cui certifichino la malattia in assenza di segni obiettivabili, ma, addirittura, li pone nella condizione di dover necessariamente violare o il decreto stesso, certificando ciò che non è obiettivabile, oppure i propri doveri di cura e tutela dei cittadini, non certificando lo stato di malattia nel caso di patologie non obiettiva bili”.
 
“Lo Snami – ha concluso Testa - sta lavorando per una normativa che permetta al cittadino di dichiarare autonomamente, assumendosene la responsabilità, la propria impossibilità di recarsi al lavoro per i primi tre giorni ed a maggior ragione nei casi in cui il cittadino si assenti per un giorno solo, recandosi dal medico ad assenza già avvenuta e per motivi non obiettivabili, ovvero quando il medico non può i nessun caso decidere in merito alla sussistenza dei sintomi riferiti, e non gli resta che redigere il certificato rischiando ingiuste sanzioni”.

28 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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