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Nasce Alleanza per la professione medica. Obiettivo: mettere le competenze al servizio del cittadino


Il nuovo soggetto nasce dalla convergenza di Aaroi Emac, Andi, Cimo, Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai. L'intento che accomuna tutti gli aderenti è avanzare proposte concrete per superare i disagi della professione ed evitare possibili ricadute negative sulla qualità delle prestazioni.

16 OTT - Un nuovo soggetto che elabora, promuove e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al disagio della professione medica, nella interlocuzione con le istituzioni e con gli altri soggetti del sistema sanitario, in sinergia con gli Ordini professionali, rappresentativi di tutto il mondo medico e odontoiatrico. Si chiama Alleanza per la professione medica (Apm) e nasce grazie alla convergenza di Aaroi Emac, Andi, Cimo, Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai.

Le organizzazioni che aderiscono ad Apm avvertono “il disagio diffuso fra tutti i medici – spiega una nota - la cui gravità è tale da mettere a rischio il corretto svolgimento della loro attività professionale e la loro stessa serenità”. E, “non volendo affrontare passivamente” tale disagio, Apm nasce proprio con l’intento di avanzare “proposte concrete e utili per il suo superamento, al fine di prevenire le possibili ricadute negative, sulla qualità delle cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di vita del medico e sui costi aggiunti che indirettamente si vengono a determinare a carico del Servizio Sanitario”.

Il nuovo soggetto nasce sulla base di alcune proposte:
1) promuovere e difendere nel profilo giuridico di appartenenza (dipendente o convenzionato) l’indispensabile autonomia decisionale del medico, che deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare concretamente al governo del contesto organizzativo in cui esercita la propria attività professionale;
2) sostenere la necessità che il medico, comunque responsabile della strategia diagnostica, terapeutica e riabilitativa del paziente, sia in possesso degli strumenti normativi per verificare e vincolare tutti i professionisti che intervengono nel processo assistenziale di cui è responsabile, anche negoziando i livelli di autonomia e responsabilità degli stessi;
3) promuovere una diversa progressione professionale e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali individuali, perseguendo una valorizzazione fondata su indicatori di appropriatezza, processo e risultato, in una logica meritocratica;
4) promuovere una diversa definizione della responsabilità professionale e la sostituzione in campo sanitario del diritto al risarcimento con quello di indennizzo (salvo che per colpa grave o dolo), perché non si può paragonare il danno colposo da incidente sul lavoro o da incidente stradale con quello che deriva da un trattamento diagnostico o terapeutico. Nell’ambito di ciò si rivendica anche la definizione di specifiche tabelle di indennizzo;
5) rivendicare una corretta programmazione delle attività formative universitarie, sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità universitarie e al corso di formazione in medicina generale, sia per quanto riguarda i contenuti e i luoghi di formazione specialistica, propedeutico per la successiva immissione nel mondo del lavoro;
6) recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del Ssn, attraversa un’area di contrattazione specifica per il medico dipendente.
7) salvaguardare la libera professione medica ed odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione burocratica e fiscale.
 

16 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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