Infermiere specialista. Ecco il modello dell’Ipasvi

Infermiere specialista. Ecco il modello dell’Ipasvi

Infermiere specialista. Ecco il modello dell’Ipasvi
Competenze cliniche "perfezionate", "esperte" e "specialistiche”. E due assi su cui disegnare la professionalità: quello della clinica e quello della gestione. La Federazione dei Collegi Ipasvi ha presentato oggi in Consiglio nazionale il nuovo modello di evoluzione delle competenze infermieristiche, che si richiama al Patto per la salute e alla bozza di accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate. IL DOCUMENTO

Competenze cliniche "perfezionate", "esperte" e "specialistiche”. E due assi su cui disegnare la professionalità: quello della clinica, che rappresenta la linea del governo dei processi assistenziali e quello  della gestione, che rappresenta il governo dei processi organizzativi e delle risorse.

E’ il nuovo modello di evoluzione delle competenze infermieristiche, presentato oggi al Consiglio nazionale della Federazione Ipasvi. Alla presentazione è seguito un dibattito puntuale e meticoloso e una condivisione molto elevata. Il documento sarà presentato ora alle associazioni infermieristiche e inviato ai sindacati e a tutti gli interlocutori istituzionali e politici.  

Il modello, elaborato da un gruppo di infermieri esperti coordinati da Annalisa Silvestro, senatrice in commissione Igiene e Sanità e componente del Comitato centrale della FNC Ipasvi, si richiama al Patto per la salute e ai contenuti della bozza di accordo tra Governo e Regioni sulle competenze specialistiche dell’infermiere, già approvato nel 2013 dagli assessori alla sanità e che attende solo il via libera in Conferenza Stato-Regioni.    

Nel modello sono posizionati sui due assi i livelli di competenza che l’infermiere acquisisce attraverso specifici percorsi formativi.

Il primo livello corrisponde all’infermiere generalista in possesso di laurea triennale, che non ha bisogno di modificazioni sostanziali e  rappresenta, in ogni caso, la matrice “core” della competenza da cui originano i successivi livelli di approfondimento o di espansione.

C’è poi l’infermiere con perfezionamento clinico o gestionale, che ha seguito un corso di perfezionamento universitario che lo ha messo in grado di sviluppare le sue competenze “core” applicate a un'area tecnico operativa molto specifica.

Il terzo livello è quello dell’infermiere esperto clinico o coordinatore con master, formato con un master universitario di primo livello,  in grado di approfondire le sue competenze in un settore particolare dell’assistenza infermieristica ed esperto di parti di processo assistenziale, di peculiari pratiche assistenziali settoriali o con capacità di governo dei processi organizzativi e di risorse in unità organizzative.

Infine, al quarto e più avanzato livello c’è l’infermiere specialista con laurea magistrale, formato con laurea magistrale in Scienze Infermieristiche con orientamento clinico o gestionale/formativo.

“Il lavoro svolto dalla Federazione Ipasvi – ha affermato Annalisa Silvestro – è la base per riflessioni, integrazioni, modifiche del nuovo sviluppo della professione e ha l’obiettivo di definire la posizione e gli obiettivi del gruppo professionale sulle competenze infermieristiche. Ed è la base per iniziare e portare a buon fine il confronto con le altre professioni, con le forze sociali, con i ministeri dell’Università e della Salute e con le Regioni. Ora non solo si può, ma si deve partire per disegnare professionalità e ruolo dell’infermiere di domani”.

“Le specializzazioni infermieristiche – ha affermato la presidente Ipasvi, Barbara Mangiacavalli – pretendono l’approfondimento disciplinare del processo di assistenza e successivamente disegnano le abilità tecniche degli infermieri, abilità da utilizzare nei processi di assistenza su tutto il territorio nazionale. L’infermiere vuole lavorare in squadra con paradigmi professionali, relazionali e organizzativi diversi dagli attuali e vuole ragionare su ciò che serve agli assistiti e alla sostenibilità del Ssn. E questo da ora in poi deve essere ben chiaro a tutti”.

04 Luglio 2015

© Riproduzione riservata

Nove italiani su dieci hanno fiducia nella scienza. L’indagine Fnomceo con Istituto Piepoli: l’80% si fida del proprio medico di famiglia, il 62% del Ssn
Nove italiani su dieci hanno fiducia nella scienza. L’indagine Fnomceo con Istituto Piepoli: l’80% si fida del proprio medico di famiglia, il 62% del Ssn

Per nove italiani su dieci la scienza è motore del progresso e la stessa percentuale ha fiducia nella scienza medica. L’81% si fida del proprio medico di famiglia, l’87% pensa...

Medici di famiglia, Fimmg: “Case di Comunità siano adattate alle specificità di ogni territorio”
Medici di famiglia, Fimmg: “Case di Comunità siano adattate alle specificità di ogni territorio”

“Le Case di Comunità non possono essere un vestito a taglia unica: ciascun territorio ha esigenze e caratteristiche che richiedono interventi ad hoc”. È uno dei passaggi sottolineati dal segretario...

Straordinari infermieristici. Fials: “Governo conferma l’imposta sostitutiva al 5% anche per la pronta disponibilità”
Straordinari infermieristici. Fials: “Governo conferma l’imposta sostitutiva al 5% anche per la pronta disponibilità”

FIALS esprime piena soddisfazione per la risposta ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla richiesta di chiarimenti avanzata dall’Agenzia delle Entrate: l’imposta sostitutiva del 5%, prevista dalla legge n....

Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico
Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico

Cinque le misure concrete, volte a rafforzare e valorizzare il ruolo strategico del direttore sanitario che opera nelle aziende ospedaliere e sanitarie italiane, risultato di un percorso avviato un anno...