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Assemblea Federfarma. Scontro tra delegati e dirigenza su tetto 20% per società di capitali e acquisizione società informatica 


Ieri assemblea del sindacato dei titolari di farmacia. All'ordine del giorno diverse questioni. Tra tutte un primo bilancio sull'andamento della discussione in Parlamento sul ddl concorrenza. Non sono mancate polemiche e distinguo dalla linea della segreteria. Ecco come è andata.

14 LUG - In queste afose giornate di luglio il barometro sembra segnare tempesta in Federfarma. Il temporale è esploso ieri, nel corso dell'Assemblea generale. Il casus belli è da individuarsi nel ddl concorrenza e, più in particolare, nella lettura che è stata fatta dell’emendamento dei relatori in tema di paletti per l'ingresso delle società di capitali nel settore.
 
Nel corso del suo intervento, come riportato oggi in un'intervista apparsa su Federfarma.it, la presidente Annarosa Racca ha rivendicato "l’intensa attività di sensibilizzazione nei confronti della politica" portata avanti nell'ultimo anno, grazie alla quale "siamo riusciti a consolidare attorno alla farmacia un ampio schieramento di voci – non solo tra i partiti, compresi quelli che in passato ci avevano attaccato, ma anche tra i medici, le aziende farmaceutiche, le professioni sanitarie, le associazioni dei cittadini e le istituzioni del Ssn – irrevocabilmente contrarie alla deregulation dei farmaci con ricetta".
 
Quanto poi alle critiche nei confronti del tetto del 20% sulle catene, inserito con un emendamento dei relatori della commissione Industria, e giudicato da più parti troppo alto per tutelare le farmacie indipendenti, Racca ha spiegato: "Può anche essere, ma non vanno dimenticate due cose: primo, con questo emendamento Governo e Parlamento hanno comunque lanciato un ulteriore segnale di attenzione nei confronti della farmacia; secondo, tanto noi quanto altri avevano sostenuto modifiche al ribasso di quel tetto, ma sono state poi respinte in Commissione. Mi pare evidente che quel 20% sia il massimo attualmente conseguibile in una mediazione politica imperniata al realismo".
 
Un atteggiamento, questo, duramente contestato da parte dei delegati. Raccogliendo alcune delle voci critiche sollevatesi nel corso dell'Assemblea, è emerso il forte dissenso nei confronti dei "toni autocelebrativi" utilizzati dalla presidente Federfarma nel "rivendicare, quasi come un successo, il contenuto del ddl concorrenza". 
 
"Tutto questo - ci spiega uno dei delegati (che come gli altri da noi sentiti hanno chiesto di restare anionimi) - per aver difeso la fascia C. Come se l'apertura al grande capitale fosse un evento marginale e non una rivoluzione epocale che rischia di espropriare la professione e il servizio farmaceutico. Insomma, usando un gioco di parole, possiamo dire che salvare la fascia C ci è costato un capitale".
 
Una parte dei delegati sembra non aver digerito l'atteggiamento "troppo morbido e passivo" della dirigenza nei confronti di quel tetto regionale del 20% per il controllo delle farmacie fissato per le società di capitali. "Si tratta di un tetto non globale, ma per singola catena - spiega un altro dei delegati da noi raggiunti -. Questo vuol dire che, ad esempio, tre catene possono arrivare a controllare senza problemi la maggioranza delle migliori farmacie di una zona". Inevitabile a quel punto il rischio di un "effetto accerchiamento: vendendo ridursi gli spazi vitali, alcuni farmacisti potrebbero vedersi costretti a vendere le loro attività alle catene".
 
Su questo punto è stata contestata una "visione troppo miope", o peggio, una "scelta di voltarsi dall'altra parte" della dirigenza di Federfarma. Decisione ritenuta ancor più incomprensibile alla luce dei diversi subemendamenti presentati in X commissione anche dai vertici della Fofi: "Si è fatta passare con troppa passività una norma insufficiente che non dà alcuna garanzia sulla possibile realizzazione di trust farmaceutici. La Fofi ha provato a salvaguardare il servizio e la professione da una deriva mercantile con la presentazione di diversi subemendamenti, ma non ha trovato un corrispondente impegno e sostegno da parte di Federfarma".
 
Altro motivo di forte contrasto è stata, infine, la proposta di una possibile acquisizione di una società informatica, bocciata quasi all'unanimità dall'Assemblea. "Si deve preliminarmente rilevare come non sia stata allegata, alla convocazione di Assemblea, alcuna documentazione relativa all’acquisizione in oggetto, necessaria a preparare adeguatamente sull’argomento i partecipanti - spiega un delegato -. Federfarma non dovrebbe improvvisarsi a fare un altro mestiere, ancorché presentandolo come un'iniziativa a servizio della categoria".
 
L'obiettivo della Federazione era quello di contrastare eventuali cartelli o pretese al rialzo da parte delle software-house, assumendo in prima persona il controllo di una software-house. "Sarebbe stato sufficiente intervenire sul mercato dell’offerta, commissionando i prodotti e gli sviluppi necessari ai propri iscritti e selezionando la Società in grado di fornire la risposta migliore, al prezzo più basso - spiegano alcune voci contrarie -. Avventurarsi in operazioni estranee all’oggetto sociale di Federfarma, appare scriteriato e pericoloso. Non si può pretendere di sostenere un investimento tanto consistente destinato, tra l’altro, a una Società indebitata che non rassicura in quanto a salute finanziaria e neanche per competenza tecnica e copertura territoriale".

14 luglio 2016
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