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Riforma delle professioni. Renzo (Cao): “Coinvolgere gli Ordini nelle sanzioni ai professionisti”


Per garantire un giusto processo su materie delicate come quelle della salute è necessario non escludere le rappresentanze professionali. È questa la posizione della Commissione nazionale Albo Odontoiatri (Cao), che raccoglie il plauso del vicepresidente della Camera Antonio Leone.

22 GIU - "Procedimenti disciplinari e Deontologia professionale”, questo il titolo del Convegno organizzato oggi a Roma dalla Commissione nazionale Albo Odontoiatri (Cao), la struttura che in seno alla Fnomceo rappresenta i dentisti.

Un tema caldo, che affronta uno dei nodi della riforma delle professioni intellettuali attualmente in discussione alla Camera. La riforma prevede, infatti, di separare la competenza disciplinare dalle cariche ordinistiche, ma, come obietta il presidente Cao Giuseppe Renzo, “le professioni sanitarie, tutelando un bene costituzionalmente protetto quale quello della Salute, non possono non essere considerate nelle loro peculiarità. E un giudice privo di competenze specifiche – prosegueRenzo – non potrebbe, in questo caso, assicurare un processo ‘giusto’ non solo per il professionista ma soprattutto per il cittadino parte lesa”.

Per sostenere le proprie ragioni i dentisti italiani cercano una forte interlocuzione col mondo politico, come è chiaro fin dalla sede in cui si è svolto il Convegno di oggi, ovvero la Sala del Mappamondo a Palazzo Montecitorio. E il vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl), aprendo il lavori, ha riconosciuto il valore di questo atteggiamento, che, ha detto lo stesso Leone, “cerca di affrontare le tematiche professionali in un fecondo intreccio tra politica e rappresentanza ordinistica”.

Oggi il processo per “colpe” deontologiche prevede tre gradi di giudizio, come ha spiegato Maria Teresa Camera, segretaria della Commissione Esercenti le professioni sanitarie (Ceps) presso il Ministero della Salute: “Il primo grado è il procedimento disciplinare, nel quale il professionista è giudicato dalle commissioni ordinistiche, che, essendo anche custodi della deontologia, hanno competenza in queste materie . Il professionista sanzionato può comunque fare ricorso – ha continuato Camera – una prima volta presso la stessa Ceps, essendo così sottoposto al giudizio, oltre che di una commissione di colleghi per la valutazione professionale, anche di giudici togati e, ove la sanzione venisse confermata, in terzo grado presso la Corte di Cassazione”.

Per la professione odontoiatrica uno dei comportamenti sanzionabili più allarmanti è il “prestanomismo”, legato al più ampio fenomeno dell’abusivismo, che secondo le stime fornite dalla Cao in Italia conta circa 15mila dentisti abusivi, spesso odontotecnici o igienisti dentali.
Per combattere queste forme di illegalità, come ha ricordato il colonnello dei Nas Giovanni Capasso, nel 2011 sono state effettuate 1.415 ispezioni, che hanno prodotto 538 segnalazioni di situazioni anomale e non legali e 232 sequestri di ambulatori irregolari. “Purtroppo – ha aggiunto Capasso – la sanzione per abusivismo è irrisoria e va da 115 a 500 euro, un valore che non fa certo da deterrente, mentre il fenomeno abusivismo sta diventando sempre più piaga sociale ed assume nel tempo dimensioni preoccupanti. e che non sembra ridursi in Italia. Per fermarlo – ha concluso l’ufficiale dei Nas – sarebbe necessario un adeguamento delle pene in relazione alla gravità del danno sociale”.


 

22 giugno 2012
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