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Giubileo. La sanità romana non è pronta. Il caso San Camillo

09 NOV - Gentile Direttore,
l’otto dicembre apre la Porta Santa. L’otto dicembre è tra un mese. L’otto dicembre per i pellegrini che si sentiranno male è garantita una via crucis. Non so cosa stiano organizzando negli altri ospedali della Capitale. Da noi, al San Camillo, sono in corso lavori di ristrutturazione dell’area dei codici verdi, che, se tutto va bene, serviranno a malapena a togliere venti malati dai corridoi per nasconderli in due stanzoni bui e senza finestre, ma dove, presumibilmente, almeno troveranno un maggior confort (un bagno per 20 persone invece che per 50).
 
Nulla di più. Ancora non si sono visite le “risorse umane”, quelle che inizialmente sarebbero dovute essere 4 assunzioni e che poi si sono trasformate in 2 soli medici, per giunta a tempo determinato (precari); ovvero dopo il giubileo verranno licenziati. Bene, peccato che con 4 assunzioni saremmo andati anche sotto l’organico necessario per assistere i pazienti che di abitudine affollano il nostro pronto soccorso. In altre parole partendo da una situazione di base disastrosa, l’arrivo dei pellegrini malati non farà che far traboccare ancora di più un vaso che fa già acqua da tutti i lati.
 
Ed allora due sole sono le possibilità:
1. un miracolo: i pellegrini saranno presi in cura dallo Spirito Santo che li guiderà nel loro viaggio di fede e li proteggerà da ogni tipo di male (e quindi dalla necessità di cure)
2. Faremo vedere ai pellegrini quanto avrebbero fatto meglio a rimanersene a casa loro e soprattutto ad avere la cattiva, cattivissima idea di ammalarsi a Roma.
 
E’ di questi giorni un bellissimo servizio di RAI 2 (http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Roma-viaggio-nel-pronto-soccorso-del-San-Camillo-Tra-attese-estenuanti-e-sovraffollamento-0ec13c2d-a80d-437a-96a8-3ff8c73f9e4f.html via @RaiNews) sulle condizioni del pronto soccorso del San Camillo. Quelle scene che vedete a video saranno quelle che i malcapitati stranieri vedranno, oltre ad essere assistiti da personale stanco e demotivato che dovrà, in quelle condizioni estreme, trattare pure pazienti che avranno anche qualche difficoltà di linguaggio….
 
Sono attesi 25 milioni di pellegrini, diciamo per difetto una media di 2 milioni ogni mese. Ma visto che in media un turista soggiorna in città due tre giorni dobbiamo immaginare un incremento di abitanti di 68.493 X 2.5 giorni ovvero di 171.232 abitanti (per capirci l’intera popolazione di Reggio Emilia).
 
L’ultimo censimento ha rilevato che Roma conta 2.872.021 abitanti. Quindi la nostra rete ospedaliera è programmata (male peraltro) per assistere questo numero massimo di abitanti. Ma su questi cittadini lavorano anche specialisti ambulatoriali, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, oltre che ovviamente i medici ospedalieri. Sui 171.232 cittadini previsti in più, stranieri per lo più, lavoreranno viceversa solo i medici ospedalieri e peraltro non tutti, ma solo quelli dell’area ovest, ovvero le strutture più vicine a San Pietro. In altre parole se vogliamo essere conseguenti alle previsioni, dovremmo almeno, e dico almeno, raddoppiare le capacità ricettive della rete dell’urgenza di quegli ospedali (Santo Spirito, San Camillo, Gemelli, Fatebenefratelli, San Giovanni e Policlinico Umberto I).
 
Vi sembra che due medici a contratto a termine previsti per il mio ospedale possano far tanto? Si, solo se illuminati come detto prima, da forze soprannaturali che spero che il nostro Santo Padre metta a nostra disposizione.
 
Non basta, se vogliamo essere coerenti con le direttive ministeriali che prevedono 3.7 posti letto per mille abitanti dovremmo prevedere 633 posti letto in più. Dove sono? Dove ricovereremo tutti i malati che necessitano di cure prolungate? I corridoi del nostro ospedale sono lunghi ma non tanto da contenerli tutti.
 
Ed allora un consiglio al nuovo commissario prefettizio di Roma, Francesco Paolo Tronca: prima di sistemare le buche delle strade di Roma venga a fare una passeggiata per i pronto soccorso della capitale che saranno investiti da un aumento della popolazione cospicua determinato, come già annunciato, dai tanti pellegrini che visiteranno Roma il nei prossimi 12 mesi.
 
Chieda, e si chieda, infine, come i grandi ospedali potranno farsi carico di una eventuale e possibile maxi emergenza, non necessariamente di un attentato, ma anche incidenti dovuti alla mobilità: treni, metro, torpedoni, aerei.. che in queste occasioni devono essere messe in preventivo.
 
Si pensi, e non scherzo, a predisporre con la protezione civile e con l’esercito situazioni di ospedalità di emergenza, ospedali da campo e altro. Sempre meglio una tenda attrezzata dalla protezione civile che un corridoio di un ospedale. Che ne so, alla fine al nostro pellegrino potremo comunque dire che in vacanza anche la tenda va bene. In Italia si usa così.
 
Il ministro della Sanità, On Lorenzin, peraltro nata nella nostra città, intervenga. Zingaretti è assente o impotente, bloccato dal MEF (almeno così si sostiene in Regione). Assicuro che i direttori generali non hanno responsabilità alcuna: troppo stanno facendo con il nulla messo loro a disposizione.
 
Avere aumentato il parco ambulanze di 100 mezzi ed avere potenziato la rete dell’elisoccorso quando poco, pochissimo è stato fatto negli ospedali, non rende che paradossale ed inutile l’impegno assunto dalla nostra regione ed i pochi soldi investiti. Avere speso i pochi soldi del giubileo per riammodernare pronto soccorso lontani (Tor Vergata per esempio) rende criticabile l’uso delle risorse, va bene che sono pellegrini ma trasportarli fuori dal raccordo anulare mi sembra paradossale.
 
Da noi, al San Camillo è così, i soldi spesi sono stati pochi, il personale programmato gravemente insufficiente, le opere realizzate od in via di realizzazione non miglioreranno che di poco il caos già oggi in essere. Mancano i posti letti dedicati, neanche uno in programma. I tempi stringono. Si investano le risorse necessarie quantomeno per assumere il personale medico e sanitario, sui mediatori culturali, sui percorsi per le urgenze.
 
Se è vero com’è vero che siamo riusciti a far partire l’ExPo a Milano, che gli stessi sforzi, lo stesso impegno, anche del Presidente del consiglio, siano messi in atto anche a Roma, visto che un evento qual è l’anno Santo è paragonabile se non superiore a quello di una fiera sul cibo.
 
Aiuto. Aiutateci. Non pensiate che possiamo farcela in queste condizioni.
Nessuno dica che non siete stati avvertiti. Che non sapevate. Niente alibi o scarico di competenze e responsabilità.
 
Dott. Francesco Medici
DEA - Pronto soccorso Ospedale san Camillo Forlanini di Roma
Consigliere Nazionale ANAAO

09 novembre 2015
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