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Lazio. Sanità privata verso lo sciopero. Cgil, Cisl e Uil: “25.000 lavoratori vogliono risposte”

Potrebbero incrociare le braccia nei primi giorni di dicembre per protestare contro il perdurante stato di crisi delle strutture private accreditate regionali e il mancato rinnovo dei contratti nazionali. “Le trattative non superano l’ostacolo principale, quello delle risorse, su cui abbiamo chiesto alla Regione Lazio di impegnarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni. Senza certezze e atti concreti andremo allo sciopero”, spiegano i sindacati.

09 NOV - Trattative per il rinnovo dei contratti nazionali lente e perdurante stato di crisi nelle strutture private accreditate di sanità nel Lazio: lavoratori e lavoratrici sono stanchi di aspettare, vogliono risposte. Così le categorie di Cgil Cisl e Uil annunciano lo sciopero regionale per i primi di dicembre, per il quale sono state avviate le procedure.

“Il tempo è già scaduto, e in questi mesi di tempo ne è stato perso tanto”, scrivono Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, Segretari Generali di Fp-Cgil Roma e Lazio, Cisl-Fp Lazio e Uil-Fpl Roma e Lazio in una nota. “Noi non siamo stati a guardare: con due manifestazioni, a giugno e a settembre, e una grande raccolta firme lanciata a luglio, insieme a tanti lavoratori e lavoratrici abbiamo rivendicato con forza le nostre richieste alla Regione Lazio e alle associazioni datoriali sulle tante questioni aperte. Ma le richieste dei lavoratori sono state ignorate”.

“Le trattative con Aris e Aiop procedono a rilento e non superano l’ostacolo principale, quello delle risorse, su cui abbiamo chiesto alla Regione Lazio di impegnarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni. Nel Lazio, dove sulle strutture di sanità privata si regge quasi la metà del servizio sanitario, 25 mila lavoratori pagano direttamente - oltre che disparità di salario, diritti e valorizzazione professionale rispetto ai colleghi del pubblico- carichi di lavoro insostenibili, e, spesso, le conseguenze di crisi finanziarie su cui né a loro né ai cittadini è consentito fare chiarezza, per mancanza di norme certe sulla trasparenza di bilancio”.

“Senza certezze e atti concreti – proseguono - andremo allo sciopero. La lentezza dei provvedimenti che dovrebbe prendere la Regione Lazio si lega a doppio filo con la decelerazione interessata delle controparti nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. Siamo di fronte al perdurare di una visione svalutativa, a tutti i livelli, dei servizi alla salute, universali e pubblici per eccellezza, e della sua subordinazione all’interesse privato. La salute e i diritti dei lavoratori non possono essere appaltati a logiche di profitto. Servono risorse, regole, rispetto delle competenze e investimento sulla formazione dei lavoratori, con un nuovo contratto, atteso da oltre 10 anni, che sia l’unico contratto di riferimento per le strutture accreditate e ponga un freno a dumping, precariato e contratti pirata”.

“Nel Lazio, siamo ancora in attesa della nuova delibera che recuperi la disciplina sui requisiti organizzativi, da cui dipendono le dotazioni minime di personale, su cui le strutture si basano, aggravando il carico di lavoro di chi è in servizio, come nulla è stato fatto in tema di regole e trasparenza dei bilanci. È ora di alzare il livello della mobilitazione, siamo stanchi di rinvii e attese: a dicembre sarà sciopero”.

09 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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