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Malattie rare. Anche la terapia occupazionale deve entrare nei Lea

di Gabriella Casu

17 GEN - Gentile Direttore,
dopo aver letto la bozza del “Testo unificato del Ddl sulle malattie rare”, nel quale viene riconosciuto l'accesso gratuito ai trattamenti riabilitativi motori, logopedici, visivi, audiologici, neuropsicologici, cognitivi, neuroevolutivi, comportamentali, respiratori, cardiologici, vescicali, e similari, AITO, Associazione Italiana Terapisti Occupazionali, ha scritto all’On. Dott.ssa Fabiola Bologna, Capogruppo Commissione Affari Sociali e Sanità Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza per chiedere che venga posta attenzione anche alle competenze del Terapista Occupazionale.
 
Per le persone con Malattie Rare l'obiettivo della terapia occupazionale è migliorare la partecipazione e le capacità funzionali nelle attività di vita quotidiane (cura del se, produttività/gioco, tempo libero) e aumentare la loro indipendenza, oltre che ridurre il carico assistenziale delle famiglie.
 
Prima di ideare un programma, un terapista occupazionale di solito conduce valutazioni e interviste standardizzate per determinare le esatte esigenze della persona, utili ad aiutare il terapista a determinare le capacità sensoriali o le reazioni della persona; le abilità cognitive come concentrazione, apprendimento e problem solving; come si muove nell’ambiente e come adattarlo alle sue esigenze.
 
I terapisti occupazionali partono dalle storie di vita, usano i proprio modelli teorici e le attivitàespressive, manuali - rappresentative, ludiche, della quotidianitàper ampliare le abilità essenziali utili a consentire di aumentare l’ indipendenza e la qualità di vita. Lavorano a stretto contatto con genitori e insegnanti per adattare gli obiettivi terapeutici per ogni bambino e progettare programmi di personalizzati per consentire la transizione di bambini all'interno delle scuole e di altri ambienti pubblici.
 
Il terapista occupazionale si occupa anche dell'adattamento dell'ambiente per soddisfare le esigenze della persona. Ad esempio, suggerisce modifiche nel domicilio, collaborando con figure tecniche,  progettando sistemi utili per facilitare le attività quotidiane come l'alimentazione, l’igiene e la s/vestizione. Il terapista occupazionale può anche partecipare alla scelta degli ausili come deambulatori, carrozzine, comunicatori e tecnologie assistive.
 
AITO chiede dunque di aggiungere la terapia occupazionale ai trattamenti riabilitativi ai quali viene riconosciuto l’accesso gratuito e augura buon lavoro al Comitato ristretto che ha iniziato a lavorare ad un testo unico perché, come riportato dall’On. Dott.ssa Fabiola Bologna, finalmente, dia strumenti e risposte ai malati, alle loro famiglie e a tutti gli operatori del settore.
 
Gabriella Casu
Ufficio Presidenza AITO

17 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

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