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Nelle Rsa pugliesi qualcuno vorrebbe mettere gli Oss al posto degli infermieri

di Pierpaolo Volpe

24 MAR - Gentile Direttore,
la grave carenza di Professionisti infermieri su tutto il territorio nazionale sta mettendo in evidenza la scarsa programmazione sanitaria posta in essere dai “decisori” politici degli ultimi 30 anni. La migrazione di Infermieri dalla Sanità Privata/Terzo settore alla Sanità Pubblica sta ponendo in seria difficoltà diverse strutture sanitarie private, soprattutto le RSA, che rischiano di perdere i requisiti di accreditamento per il venir meno dei requisiti sul personale imposti dai vari regolamenti regionali.
 
Singolare è quanto sta avvenendo nella Regione Puglia dove alcuni esponenti politici, mossi dalle sollecitazioni avanzate dalle rappresentanze degli Enti gestori delle RSA, hanno proposto la modifica del regolamento regionale sui requisiti di accreditamento delle RSA, impotizzando nei fatti la “sostituzione” degli Infermieri con quella degli OSS Specializzati.
Evidentemente dopo anni di leggi in materia di Professioni sanitarie, qualcuno non conosce il vero ruolo degli Infermieri nel SSN e l’intera normativa in materia di Professioni sanitarie.
 
Non si è fatta attendere la reazione energica degli OPI della Regione Puglia, che con una nota al vetriolo hanno diffidato l’Assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco, la Terza Commissione Sanità del Consiglio regionale e il Dipartimento salute, dall’apportare qualunque modifica al regolamento regionale che produca una modifica dell’assetto organizzativo delle RSA che “attribuisca” agli OSSS compiti che la legge attribuisce agli Infermieri.
L’OSS, in quanto operatore di interesse sanitario e figura di supporto, agisce solo ed esclusivamente su attribuzione di compiti da parte dell’Infermiere, senza alcuna autonomia professionale e solo per gli ambiti di competenza declinati nell’accordo Stato-Regione.
 
Per mitigare la migrazione di Infermieri dalle RSA al settore pubblico o della sanità privata (Case di Cura), si potrebbe pensare ad un adeguamento delle retribuzioni degli Infermieri operanti nel Terzo settore, dove la retribuzione non superano i 1200 mensili, a quelle della Sanità Pubblica.
Ma questo non è sufficiente.
 
Gli Infermieri sono oggi Professionisti laureati con competenze avanzate e come tali vanno valorizzati dal punto di vista economico anche nel settore pubblico per completare il processo di Professionalizzazione della Professione infermieristica secondo gli insegnamenti del Sociologo Greenwood.
 
Auspico una presa di coscienza seria da parte dei “decisori” politici in ordine alla attuale “questione infermieristica” che deve essere oggetto di riflessioni sui tavoli nazionali e regionali.
 
Dott. Pierpaolo Volpe
Presidente Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Taranto

24 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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