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Informare i pazienti sui costi delle prestazioni del Ssn. Per ora lo fanno Lombardia e Piemonte


L’iniziativa è stata avviata in Lombardia, con le nuove linee guida per il 2012, e in Piemonte presso l’ospedale torinese San Giovanni Battista. E le altre regioni?  Al momento solo Veneto, Toscana e Liguria sembrano essere interessate mentre per le altre l’ipotesi non è all’ordine del giorno.

20 GEN - L’iniziativa è stata avviata in Lombardia, con le nuove linee guida per il 2012, e in Piemonte presso l’ospedale torinese San Giovanni Battista. Al momento solo Veneto, Toscana e Liguria sembrano essere interessate (anche se non in tempi brevi), mentre per le altre l’ipotesi non è all’ordine del giorno.
Nella Regione Lombardia, con le nuove linee guida per il 2012, approvate poco prima di Natale, è stato introdotto l'obbligo per tutti i medici e gli ospedali di esporre i costi delle prestazioni sanitarie sui referti (per ricoveri e specialistica) con l’eventuale quota a carico del cittadino dal prossimo 1° marzo. E questo sia nelle lettere di dimissione che in tutte le comunicazioni con il paziente. Un’operazione definita dall’assessore alla Salute, Luciano Bresciani, di “trasparenza e corresponsabilità che consente al cittadino di sapere in quale parte la comunità in cui vive finanzia, con le sue tasse, le prestazioni sanitarie che riceve, e a quanto ammonta il suo contributo specifico”.

Ieri, si è appreso che, anche in Piemonte, partirà a livello sperimentale presso l’ospedale torinese San Giovanni Battista, l’iniziativa della lettera ai pazienti con la segnalazione delle spese sostenute. Come riportano oggi alcuni organi d’informazione locale, il governatore Roberto Cota, incalzato dal direttore del Centro Trapianti di fegato delle Molinette di Torino, Mauro Salizzoni, ha risposto in maniera positiva sull’utilità di comunicare ai degenti che usufruiscono di strutture ospedaliere pubbliche il costo delle prestazioni ricevute come metodo efficace per fornire ai cittadini la massima consapevolezza del valore della sanità pubblica. “Sono assolutamente d’accordo – ha detto Cota - èun modo per far capire ai cittadini quanto vale il servizio che hanno ricevuto. Così si capirebbe meglio anche la necessità di lottare in ogni modo contro gli sprechi".

Prendendo spunto da queste dichiarazioni abbiamo provato ad interpellare gli assessorati alla Sanità delle altre Regioni, chiedendo loro se avessero in progetto iniziative di questo tipo. Ad oggi, abbiamo riscontrato come per la maggior parte delle Regioni non sia all’ordine del giorno nessun progetto riguardante questa tipologia di comunicazione ai pazienti. Solo gli assessorati di Veneto, Toscana e Liguria si sono dichiarati “interessati” a questa misura, prevedendo una discussione nel merito ma non a breve termine.
 
G.R.

20 gennaio 2012
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