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Nel 2014 spesa di 5,67 mld in crescita dell’1,9%. Solo 3 regioni rispettano il tetto che viene sforato di 866 mln. Il Rapporto


17 DIC - Cresce la spesa per i dispositivi medici in Italia. Nel 2014 si è attestata a 5,67 miliardi di euro, in salita dell’1,9% rispetto al 2013. Al 31 dicembre 2014 risultano registrati nel sistema 668.811 dispositivi medici, con un incremento rispetto alla stessa data del 2013 di oltre 120.000 unità e 10.773 fabbricanti con un incremento rispetto al 2013 di oltre 1.200 unità. Questi alcuni numeri del Rapporto annuale sui Dispositivi medici 2014 curato dal Ministero della Salute e presentato oggi alla Conferenza nazionale dei Dispositivi medici a Roma.
 
Come detto, i dispositivi medici registrati sono stati 668.811. Nello specifico nel 21% si tratta di dispositivi protesici impiantabili e prodotti per osteosintesi. A seguire con il 18% lo strumentario chirurgico pluriuso e riusabile. Al terzo posto per quantità con il 12% i dispositivi per odontoiatria, oftalmologia e otorinolaringoiatria. Con il 9% ci sono poi le apparecchiature sanitarie e relativi componenti accessori e materiale e al 7% si trovano i supporti o ausili tecnici per persone disabili.
 
La spesa totale e il rispetto dei tetti.
La spesa totale nel 2014 è stata di 5,67 miliardi di euro, in salita dell’1,9% rispetto al 2013. L’incidenza della spesa è stata del 5,2% con uno sfondamento del tetto (4,4%), a livello nazionale, di circa 866 mln. di euro. Valori inferiori rispetto alla percentuale del 4,4% si registrano solamente nelle regioni: Lombardia, Campania e Calabria.
 

 
L’analisi dei dati regionali evidenzia tuttavia, anche nel 2014, un’elevata variabilità nell’andamento dei costi sostenuti per le tre categorie di dispositivi, con una riduzione degli impiantabili attivi, bilanciata dall’incremento dei dispositivi diagnostici in vitro (IVD). INSERIRE TABELLA

 
Migliorano i rilevamenti. Nell’anno 2014 sono stati rilevati con il flusso consumi complessivamente 99.011 codici di repertorio differenti (+ 17% rispetto al 2013), in numero e composizione variabile sia per le aziende sanitarie che hanno trasmesso i dati di consumo, sia per le categorie CND maggiormente rilevate. Inoltre, il 2014 è stato l’anno in cui si è raggiunta la copertura totale delle aziende sanitarie italiane nella trasmissione dei dati relativi al consumo dei dispostivi medici, ad eccezione della regione Sardegna che non ha ancora avviato le trasmissioni, e ciò ha consentito di rilevare oltre 3,6 miliardi di € di spesa, con un incremento di oltre 400 milioni di €, pari al +12,6% rispetto al 2013. L’incremento nella rilevazione ha riguardato tutte regioni e tutte le categorie CND, sia pure in misura diversificata. Utilizzando i costi riportati nei Modelli CE come riferimento per stimare la completezza di rilevazione del flusso consumi, il tasso di copertura per l’anno 2014 Rapporto sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche del SSN per l’acquisto di dispositivi medici Anno 2014 8 risulta pari all’82,2% evidenziando un deciso miglioramento rispetto all’anno 2013, in cui il tasso di copertura era pari al 76,5%
 
Lo scenario globale e italiano. Gli analisti stimano che il settore dei DM, a livello mondiale, crescerà ad un tasso del 5% (CAGR) tra il 2013 ed il 2020, raggiungendo nel 2020 un fatturato complessivo di 514 miliardi di dollari (EvaluateMedTech, 2014).
 
Gli Stati Uniti d’America sono leader mondiale nella produzione e nel consumo di dispositivi. Nel 2013, il mercato statunitense era equivalente a più di 125 miliardi di dollari (Espicom, 2015), con previsioni di un tasso di crescita media annuale dal 2013 al 2018 del 6,1%. Complessivamente il mercato americano rappresenta il 40% del mercato mondiale, seguito dall’Europa che detiene il 25% del mercato, dal Giappone con il 17% e dal resto del mondo con circa il 15% (Advamed, 2004).
 
In Europa, il mercato dei dispositivi medici genera un fatturato di circa 100 miliardi di euro l’anno e impiega oltre 575.000 persone (Eucomed, 2013). Il 70% del fatturato totale in Europa è generato in Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, e Spagna. L’8% circa del fatturato globale è reinvestito in ricerca e sviluppo, equivalente a circa 8 miliardi di euro l’anno e, mediamente, al deposito di un brevetto ogni 50 minuti. In Europa, l’industria dei dispositivi medici si compone di circa 25.000 imprese, il 95% delle quali sono piccole e medie imprese, e principalmente piccole e micro imprese. La stessa compagine è ravvisabile nel mercato statunitense, dove il 67% delle imprese ha meno di 20 dipendenti (Advamed, 2004).
 
In Italia, il settore dei dispositivi medici è caratterizzato da un alto livello di innovazione e mostra, rispetto all’economia nel suo complesso, un forte dinamismo. Nel 2012 il numero di società produttrici, distributrici o integrate verticalmente di dispositivi medici attive in Italia e presenti nella banca dati AIDA2 è pari a 4.940, evidenziando un incremento del 200% rispetto al 1994 (Armeni et al., 2014). Complessivamente le imprese di dispositivi medici impiegano 41.931 lavoratori, con un incremento medio annuo del 9,5% tra il 2004 ed il 2012. Il settore ha fatturato complessivamente 13.535 milioni di euro con un tasso annuo di crescita del 4,7% negli anni 2004-2012. Nonostante il crescente interesse verso il settore dei dispositivi medici, la letteratura al riguardo è alquanto limitata. I dati oggi disponibili in Italia sono, per la maggior parte, frutto di indagini condotte dalla Direzione generale dei dispositivi
medici, del servizio farmaceutico e della sicurezza delle cure del Ministero della salute che da anni investe, con impegno e continuità in questo ambito attraverso la collaborazione con regioni, CERGAS e altre istituzioni pubbliche per produrre dati ed evidenze utili per la formulazione di politiche, strategie e decisioni.

17 dicembre 2015
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