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Tumore al polmone. Il nuovo killer delle donne: in vent'anni raddoppiati i decessi


I tassi di mortalità per tumori scendono. Fa eccezione quello al polmone, soprattutto per le donne. Colpa del fumo. Nel 2015 sarà la prima causa di morte femminile in Europa. E solo un po’ più tardi in Italia. La mortalità per tumore al seno, invece, diminuisce. Una ricerca su Annals of Oncology.

13 FEB - In Italia, le donne hanno iniziato a fumare più tardi e per questo la prevalenza del tumore al polmone tra le italiane ha tardato a crescere. Nonostante questo, in poco più di vent’anni, la mortalità femminile per carcinoma polmonare è raddoppiata, e continua a crescere, anche se rimarrà inferiore a quella per tumore al seno almeno per tutto questo decennio, anche perché le donne italiane fumano meno che in altri Paesi europei. Questo il risultato di una nuova ricerca, condotta da ricercatori dell’ Istituto Mario Negri, dell’ Università degli Studi di Milano e dell’Università di Losanna, pubblicata sulla rivista Annals of Oncology.
 
Non hanno la stessa “fortuna” delle italiane le donne europee, per le quali il tumore al polmone diventerà presto la prima causa di morte per cancro. "Se queste tendenze opposte per la mortalità da tumore al seno e al polmone nelle donne dovessero continuare, nel 2015 il cancro al polmone diventerà la prima causa di mortalità per cancro in Europa”, ha spiegato Matteo Malvezzi, del’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri e primo autore dello studio. “Questa situazione si è già verificata nel Regno Unito e in Polonia, i due paesi con i tassi di cancro al polmone più elevati. L'aumento di mortalità per cancro al polmone per le donne nel Regno Unito riflette la maggiore prevalenza di giovani donne fumatrici alla fine degli 1960 e negli anni 1970, forse a causa dei cambiamenti negli atteggiamenti socio-culturali in quel periodo. Tuttavia, oggi nel Regno Unito e nel resto d'Europa meno giovani donne fumano e, di conseguenza, le morti per cancro ai polmoni potrebbero iniziare a stabilizzarsi dopo il 2020 con una mortalità di circa 15 per 100.000 donne".
 
Nonostante le previsioni per l’Italia siano leggermente migliori di quelle europee, i numeri della mortalità per questa malattia nel nostro paese sono comunque impressionanti: il numero di uomini morti per cancro al polmone nel 1990 è stato pari a 25168 decessi, mentre la stima per il 2013 è leggermente minore, pari a 24736 persone; ma per le donne, se nel 1990 i decessi per carcinoma polmonare sono stati appena 4431, nel 2013 saranno – secondo lo studio – esattamente il doppio, 8803.
 
Lo studio, realizzato con il contributo dell’ Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), ha esaminato tassi di mortalità per tumore in tutta l'UE (27 stati membri al 2007) e nei sei paesi con la popolazione più alta - Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito - per tutti i tumori, e, individualmente, per i tumori dello stomaco, intestino, pancreas, polmone, della prostata, della mammella, dell'utero (cervice compresi) e le leucemie. Secondo quanto previsto, saranno circa 1,3 milioni le persone che moriranno di cancro (737.747 uomini e 576.489 donne) nei 27 paesi dell'Unione Europea nel 2013. Nonostante il numero di decessi sia aumentato rispetto al 2009 (anno per il quale i dati di mortalità dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sono disponibili per la maggior parte dei Paesi europei), si ipotizza che il tasso (standardizzato per età per 100.000 abitanti) di mortalità per tumore diminuisca del 6% negli uomini e del 4% nelle donne.
 
Nonostante questa diminuzione per l’insieme dei tumori, i tassi di mortalità per cancro ai polmoni continuano a salire nelle donne in tutti i paesi, mentre quelli per tumore alla mammella scendono. Per il 2013 si stimano 88.886 decessi (14,6 per 100.000 donne) per cancro al seno e 82.640 morti (14 per 100.000 donne) per cancro ai polmoni. Si prevede che i decessi per cancro al polmone aumentino del 7% tra le donne europee dal 2009. “Si stima che i tassi di mortalità per tumore alla mammella diminuiscano del 7% dal 2009 nella UE”, ha aggiunto Eva Negri, anch’ella ricercatrice dell’Istituto Mario Negri e coautrice dello studio. “Ciò riflette i notevoli progressi accumulati negli anni per il trattamento, lo screening e la diagnosi precoce della malattia".
           
Si tratta del terzo anno consecutivo in cui vengono pubblicate le previsioni di mortalità per tumore nell'UE, uno strumento che se utilizzato correttamente può essere estremamente utile per i decision maker, soprattutto per far partire delle campagne di prevenzione efficaci.  "Il messaggio chiave per i governi dell'UE – ha continuato Carlo La Vecchia, Capo del Dipartimento di Epidemiologia e docente all’Università Statale di Milano, autore e responsabile dello studio - è la lotta contro il fumo, in particolare tra gli uomini e le donne di mezza età, cioè le generazioni di europei maggiormente esposti al fumo. Se si riuscisse ad aiutare e incoraggiare più persone a smettere di fumare, o a dissuaderle dal cominciare, in Europa si potrebbero evitare centinaia di migliaia di morti per cancro ogni anno. Altre misure di prevenzione sono il controllo dell'abuso di alcolici e del sovrappeso, così come l'ottimizzazione della diagnosi e del trattamento del cancro. La maggior parte di queste misure sono attuabili in tutti i paesi dell'UE. Il ritardo nell'applicazione dei miglioramenti della diagnosi e del trattamento del cancro è difficile da giustificare in Europa centrale e orientale, in particolare alla luce dei recenti progressi in paesi come il Brasile o l'Argentina, che ora hanno PIL simili".

13 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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