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Farmaci. Studio Federanziani: 40.000 morti l’anno per reazioni avverse


La denuncia arriva direttamente dal centro studi di Federanziani, Sic Sanità in cifre, che ha compiuto un'indagine in materia, passando al setaccio 95 studi pubblicati negli Usa che comparati dagli studiosi con i dati italiani hanno evidenziato come in Italia sarebbero circa 40.000 morti l’anno, 1.752.000 le giornate di degenza legate alle reazioni avverse ai farmaci con un costo in più per la collettività nell’ordine dei 10 miliardi di euro. Ma per l’Aifa lo studio è metodologicamente sbagliato.

05 LUG - I ricercatori di Sanità in cifre si legge sul sito del centro studi di Federanziani “hanno comparato i numeri americani sia demografici che economici con la popolazione e i costi sanitari italiani, facendo emergere un quadro spaventoso. In Italia sarebbero circa 40.000 morti l’anno, 1.752.000 le giornate di degenza legate alle reazioni avverse ai farmaci, 3,4 mln le visite in pronto soccorso, con stratosferico numero di accessi di 23.000.000 di prestazioni medico-sanitarie non necessarie, e come ciliegina sulla torta 630.000 giorni di prolungamento del tempo di degenza che potevano essere evitati, che portano, sempre secondo il rapporto demografia e costi tra Italia e America, ad una stima di 10 miliardi di euro di costo in più alla collettività.
Questi i dati relativi all’Italia, Paese in cui non è mai stato realizzato alcuno studio approfondito in materia. Il lavoro del centro studi Sic, frutto di una elaborazione dei numeri relativi al fenomeno negli Stati Uniti comparata con i dati demografici del nostro Paese, porta a dati che, se confermati da una futuro ed auspicabile ricerca da eseguire da commissioni e uffici competenti, non potranno che avere, secondo gli esperti di Federanziani, un indice di scostamento più/meno del 20% rispetto a quello americano.
Ciò che più preoccupa il centro studi di Federanziani è il fatto che le reazioni avverse ai farmaci rappresentano la quarta causa di morte negli Usa e, pur postasi la domanda: “Ma in Italia?”, non ha trovato nessuna risposta, e, pur domandando ad esperti, si è trovata la desolante dichiarazione: “non abbiamo studi approfonditi in materia”. Infine, considerando che in Francia, Germania e Gran Bretagna fra il 1961 ed il 1993 sono stati ritirati dal commercio per ragioni di sicurezza 126 farmaci, l’87% dei quali a causa di gravi reazioni avverse, il centro studi Sic di Federanziani non ha trovato riscontri significativi su ritiri dal commercio per ragioni di “sicurezza” in Italia, come hanno fatto gli altri. Federanziani, a seguito di questo scioccante studio, ha proposto all’AIFA di poter ottenere un modulo, preparato dall’Agenzia del Farmaco, da poter far compilare a tutti i suoi iscritti segnalando così eventuali reazioni avverse, poiché per pigrizia, mancanza di tempo e volontà, le segnalazioni che pervengono tramite farmacie, medici, ospedali e asl alla competente Commissione di farmacovigilanza sono al di sotto delle soglie accettabili. “Purtroppo – spiega il presidente di Federanziani Roberto Messina – non possiamo non rimboccarci le maniche facendo un lavoro che non ci compete, ma essere uccisi dalla superficialità e dalla leggerezza con cui si affrontano questi problemi è inaccettabile. Inoltre essere privati di prestazioni che non ci vengono erogate per problemi di bilancio o non poter accedere ai farmaci sempre a causa di problemi di bilancio, non ci sta più bene”. Il presidente ha concluso che “dieci miliardi di euro in reazioni avverse ai farmaci rappresentano circa il 10% dei fondi stanziati in sanità, e quelle 40.000 morti “bianche” dovrebbero far vergognare chi non tenta di evitarle”.

05 luglio 2011
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