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I medici di famiglia inglesi sono in crisi. Troppi tagli e troppo stress

di Maria Rita Montebelli

Il 42% farebbe carte false per lasciare il lavoro entro i prossimi 5 anni, perché i ‘GP’ inglesi proprio non ce la fanno più. Demoralizzati, stanchi, alle prese con un carico lavorativo crescente dovuto all’invecchiamento degli assistiti, all’aumento delle condizioni croniche e complesse, al taglio dei servizi socio-assistenziali. La fuga dei medici di famiglia inglesi è dovuta secondo gli esperti ai cronici ‘sotto-investimenti’ in questo settore. E potrebbe essere irreversibile.

28 FEB - La medicina di famiglia inglese è sempre più in crisi. A rivelarlo è un’indagine dell’Università di Warwick condotta su 929 ‘GP’ (General Practitioner). Il 42,1% degli intervistati ha affermato di avere l’intenzione di lasciare la medicina di base entro i successivi cinque anni. Il motivo? Carichi di lavoro eccessivi e la convinzione che il Servizio sanitario non sarà in grado di affrontare adeguatamente le nuove sfide che la medicina del territorio è chiamata ad affrontare.
 
L’indagine è stata effettuata nella regione del Wessex, dove già nel 2014 ne era stata effettuata un’altra simile. E che le cose stiano non solo peggiorando, ma precipitando, lo rivelano i numeri. Alla stessa domanda (vuoi lasciare la medicina di famiglia entro i prossimi 5 anni) aveva risposto in modo affermativo il 31,8% degli intervistati. Insomma il numero dei medici che vuole abbandonare questo lavoro, in una manciata di anni è aumentato di un terzo.
 
A motivare questa fuga di massa sono soprattutto i carichi di lavoro; il 51% dei medici afferma di lavorare oggi molte più ore rispetto al 2014 e questo è dovuto al fatto che le richieste assistenziali, causate dall’invecchiamento della popolazione, crescono di anno in anno. Ad aumentare, gravando sulle spalle dei medici di famiglia, è anche il peso della cronicità (diabete, ipertensione) e della gestione di condizioni complesse (esiti di ictus). C’è poi la questione dei tagli ai servizi sociali e di comunità che si va anch’essa a ribaltare sulle spalle dei medici di famiglia.
 
Insomma il medico di famiglia inglese è in crisi, demoralizzato e alla ricerca di soluzioni per ridurre le ore di lavoro o per scappare dalla professione.
 
“Il morale dei GP e la soddisfazione per il loro lavoro – commenta il prof Jeremy Dale della Warwick Medical School - si è andato deteriorando nel corso degli anni e sappiamo che questo conduce ad un burnout precoce che porta i medici a lasciare la professione o ad andare in pensione prima. La nostra ricerca dimostra che questa tendenza persiste ed è in peggioramento, nonostante le varie iniziative messe in campo dal NHS per cercare delle soluzioni negli ultimi anni (come il reclutamento di forza lavoro dall’estero). Molti medici ritengono che queste misure siano troppo scarse e siano comunque arrivate troppo tardi. E soprattutto non hanno portato benefici reali. Intensità e volume del carico di lavoro sono le due motivazioni che più spingono a lasciare il lavoro, seguite dal troppo tempo sprecato nell’espletamento di compiti burocratici e amministrativi. La crisi della medicina di famiglia è sempre più profonda. La situazione è brutta ma sta peggiorando. I medici si sentono sempre più schiacciati dal lavoro e pessimisti per il futuro”.
 
Lo scorso gennaio il National Health Service inglese ha anche varato il suo ‘Long Term Plan’ che prevede tra l’altro un aumento di investimenti e di supporti per le cure primarie, uno snellimento della burocrazia, l’inserimento di staff di supporto al lavoro nella medicina di base. “Certo – commentano gli esperti – molte di queste iniziative sono sacrosante. Ma saranno sufficienti, in un contesto di morale a pezzi e di scarsa soddisfazione lavorativa, a bloccare l’emorragia di medici di famiglia in fuga dal loro lavoro?”
Risultati simili a questi della survey condotta nel Wessex sono stati raccolti un po’ ovunque in Gran Bretagna.
“E’ vero commentano - altri medici – che stanno arrivando tante nuove giovani reclute tra le fila dei medici di famiglia, ma se saranno più numerosi i medici esperti che lasciano la professione, dei giovani che entrano, stiamo già combattendo una battaglia persa”.
 
Maria Rita Montebelli

28 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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