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Trapianti. In Toscana si va verso il potenziamento della rete regionale

Con la nuova delibera del 4 maggio le reti interaziendali vengono considerate in modo univoco la dimensione ottimale nella quale orientare i servizi per rispondere a cluster di pazienti, i cui bisogni di salute travalicano la 'sfera di azione' di una singola azienda. I sistemi sanitari si proiettano pertanto sempre più verso un confine programmatorio ed operativo di tipo 'meta-aziendale', spostando fortemente le scelte operative sulla dimensione orizzontale

07 MAG - La Regione Toscana, con il nuovo regolamento per l’autorizzazione e accreditamento del sistema regionale procurement, trapianto e gravi insufficienze d’organo, approvato con una Delibera della Giunta del 4 maggio, compie un ulteriore passo in avanti nella necessaria azione di potenziamento della rete trapiantologica indispensabile al fine di aumentarne la compliance rispetto alle politiche sanitarie, nazionali e regionali, in questo settore della medicina ancora da considerarsi “emergente”.

La sfida alla base del lavoro sviluppato a livello regionale è stata proprio quella di realizzare, muovendosi sempre all’interno della cornice normativa nazionale di riferimento, ma anche tenendo presenti gli elementi di forza della Regione, un modello operativo di autorizzazione e accreditamento delle attività per la gestione delle gravi insufficienze d’organo al passo con i cambiamenti profondi che interessano le organizzazioni sanitarie e che vedono nella realizzazione di modelli ‘a rete’ una risposta per affrontare le esigenze attuali dei sistemi sanitari.

In questo scenario le reti interaziendali sono considerate in modo univoco la dimensione ottimale nella quale orientare i servizi per rispondere a cluster di pazienti i cui bisogni di salute travalicano la 'sfera di azione' di una singola azienda. I sistemi sanitari si proiettano pertanto sempre più verso un confine programmatorio ed operativo di tipo 'meta-aziendale', spostando fortemente le scelte operative sulla dimensione orizzontale del percorso di cura che accompagna l'intero iter del paziente, definendone con chiarezza funzioni e responsabilità.

Il Decreto ministeriale del 19 novembre 2015 introduceva la possibilità per le Regioni di organizzare le attività di trapianto d’organo, svolte in modo coordinato da più strutture nell’ambito di programmi regionali di trapianto; in questa prospettiva l’Accordo Stato Regioni n. 6/Csr del 24 gennaio 2018 prevede che i sistemi regionali trapianti ricomprendano i centri di prelievo di organi, cellule e tessuti, i centri di trapianto e tutte le strutture coinvolte nelle fasi pre e post trapianto d’organo.

Il modello organizzativo ‘a rete’ è, quindi, uno strumento indispensabile per garantire l’efficacia e l’efficienza del sistema trapiantologico in quanto ogni struttura autorizzata a livello regionale è chiamata a svolgere la sua attività in costante interconnessione con le altre strutture, che collaborano al programma dell’organo di interesse. L’attuazione di questo  modello organizzativo e  gestionale richiede, sia nella fase di prelievo che nella fase chirurgica di trapianto, l’interconnessione delle équipe specialistiche multiprofessionali con una articolazione basata sulla compartecipazione “a rete” di più strutture.

Questo modello organizzativo è stato definito, in Toscana, con la Delibera regionale n.1450/2018 e consente di rafforzare e rendere riproducibile la risposta alle gravi insufficienze d’organo, garantendo una maggiore omogeneità dei percorsi assistenziali e prevedendo un collegamento tra le strutture di alta specializzazione chirurgica delle aziende ospedaliero-universitarie, le strutture specialistiche e le rispettive specialità d'organo presenti all'interno delle articolazioni del Servizio sanitario regionale; questo assetto possiede concrete potenzialità al fine di assicurare la continuità nella presa in carico dei pazienti con grave insufficienza d’organo, dal momento della diagnosi fino al suo trattamento, comprensivo della fase di trapianto e della lunghissimo periodo di gestione clinica delle persone trapiantate.

Il sistema di autorizzazione e accreditamento sanitario istituzionale della Toscana è stato negli ultimi anni reinterpretato per promuoverne l’utilizzo come strumento, parte di un range più ampio di strategie, rivolto al miglioramento continuo della qualità e sicurezza dei processi di cura. Il nuovo sistema è anche fortemente orientato alla governance clinica, attraverso il quale perseguire l’adeguamento costante del sistema sanitario nella sua evoluzione.

Si è perciò ritenuto opportuno assicurare la massima coerenza di impianto nell’attuazione delle diverse tipologie di percorsi autorizzativi in ambito sanitario, per consentire il raggiungimento di un approccio omogeneo e sinergico. E’ stata quindi applicata anche all’ambito dei trapianti l’impostazione già adottata per il sistema regionale di autorizzazione e accreditamento sanitario istituzionale, prevedendo l’inserimento dei requisiti specifici relativi alle strutture afferenti ai programmi trapianto d’organo anche all’interno degli strumenti dell’autorizzazione e accreditamento istituzionale. Questo consente da un lato il perseguimento di una strategia unitaria in materia di autorizzazione e accreditamento sanitario e dall’altro una semplificazione organizzativa nelle situazioni in cui è possibile far coincidere e rendere concomitanti iter relativi a specifici percorsi autorizzativi.

Con l’approvazione del regolamento per le autorizzazioni e accreditamento del sistema regionale procurement, trapianto e gravi insufficienze d’organo si compie, però, un ulteriore passo nella realizzazione della relativa rete regionale. Si è, infatti, previsto, nel rispetto delle indicazioni nazionali, che l’oggetto dell’autorizzazione specifica da parte della Regione Toscana, siano i programmi regionali di trapianto, a ciascuno dei quali afferiscono il/i Centro/i di trapianto aziendale/i autorizzato/i e le strutture di specialità di organo, che operano in raccordo con la medicina generale, le associazioni dei cittadini e del volontariato.

Il responsabile del Coordinamento del programma regionale di trapianto, avvalendosi di un gruppo tecnico, composto da esperti nel settore specifico, garantisce il raccordo clinico e il coordinamento tecnico scientifico dei percorsi, dalla fase della prevenzione della insufficienza d’organo fino al suo trattamento, comprensivo della fase del trapianto e del follow-up, compresa l’organizzazione logistica e il suo sviluppo sulla base dei bisogni emergenti e i programmi di innovazione.

Ciascun programma viene autorizzato o rinnovato con un’unica procedura e il Coordinatore di ogni singolo programma di trapianto d’organo assicura il coordinamento della predisposizione della documentazione necessaria da parte delle aziende secondo la logica “a rete”.

La composizione delle équipe chirurgiche, laddove il programma regionale lo richieda, può comprendere anche operatori di più aziende in possesso delle competenze necessarie, in modo da attuare il sistema a rete, quale scelta strategica regionale, valorizzando tutti gli apporti professionali e la circolarità dei professionisti all’interno del sistema e capitalizzando gli expertise presenti nel Servizio sanitario regionale.

Partendo dall’assunto che la governance clinica (quale prospettiva concettuale e insieme delle tecniche di gestione in grado di fondere la dimensione economico-finanziaria con quella qualitativo-professionale) è la modalità con la quale principalmente perseguire il buon funzionamento di un’organizzazione sanitaria, la Regione ha riconosciuto in una maggiore finalizzazione anche dell’accreditamento dei programmi di trapianto d’organo lo strumento utile alla realizzazione di condizioni funzionali alla piena espressione della governance stessa. La qualità espressa realmente dal sistema discende, infatti, dalla sommatoria della qualità espressa da ogni singolo microsistema, inteso come unità organizzativa che concorre al programma (unità operativa, équipe, ecc.), che rappresenta il luogo primario di creazione di valore nella pratica clinica e nell’assistenza sanitaria e di attuazione delle indicazioni fornite a livello aziendale, regionale e nazionale.

La qualità assicurata da ogni microsistema clinico è l’elemento chiave della qualità del processo (programma trapianto), di cui fa parte e la qualità complessiva del programma e dell’insieme dei programmi come ulteriore building block della qualità del sistema procurement, trapianto e gravi insufficienze d’organo

Attraverso la definizione di questo strumento l’Organizzazione Toscana Trapianti ha inteso offrire al tempo stesso una leva di azione strategica per il livello politico, che ne è il committente istituzionale, e uno strumento gestionale per il sistema sanitario regionale, per supportarne ulteriormente la ricerca costante di efficacia e di efficienza, e uno strumento di garanzia per i cittadini di una buona organizzazione e sicurezza dei processi messi in atto per la gestione delle gravi insufficienze d’organo.

A cura dell’Organismo Toscano Trapianti

07 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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