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Morti sul lavoro: necessarie più risorse per prevenzione e controlli. Ma anche sanzioni alle aziende

Nei primi 4 mesi del 2018 sono decedute 18 persone sul posto di lavoro. La cronaca di questi giorni ci rimanda all’ennesimo lutto per l'incidente nello stabilimento delle Acciaierie Veneto. Occorre anche sanzionare concretamente le aziende che, vuoi per affrontare la crisi vuoi per un modus operandi, decidono di “risparmiare” sulla tutela dei propria forza lavoro

di Endrius Salvalaggio
16 MAG - Il 4 maggio scorso, su questa testata, si evidenziava che nei primi 4 mesi del 2018, in Veneto, erano deceduti nel posto di lavoro 18 persone, oltre una persona a settimana e, nel 2017, sempre in Veneto, i lavoratori morti erano stati 49. La cronaca di questi giorni ci rimanda, purtroppo, all’ennesimo lutto nel lavoro. Domenica 13 maggio attorno alle ore 8 del mattino, nello stabilimento delle Acciaierie Veneto di via Corso Francia in Padova, si staccava dal carroponte una “caldaia” con 90 tonnellate di acciaio fuso, investendo 4 operai, di cui due in condizioni gravissime. Un altro incidente come tanti altri.
 
Morti ed infortuni che non danno segnali di inversione. Anzi, negli ultimi anni, con la crisi economico/finanziaria le imprese risparmiano su formazione e sicurezza nei posti di lavoro. Gli organi deputati a vigilare (Spisal) il rispetto delle norme sulla prevenzione contro gli infortuni, a causa del blocco delle assunzioni, lamentano maggiori difficoltà. Dati Inail confermano un incremento di morti “bianche” del 18% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017.
 
Per descrivere come è avvenuto l’incidente presso le Acciaierie Venete, s’immagini di avere un grosso secchio (c.d. siviera) contenente 90 tonnellate di acciaio fuso a 1600 gradi, appeso un carroponte con un gancio che, tutto d’un tratto si stacca per schiantarsi a terra ad una altezza di 3 metri, con il liquido infuocato. Una bomba di calore e schizzi ad elevate temperature che hanno investito 4 lavoratori, di cui 2, i più vicini alla siviera, sono stati investiti, prima dall'ondata di calore e, poi, dal materiale. Praticamente sono stati completamente bruciati...
 
Gli altri 2 operai sono stati miracolati perché al momento dell'incidente, pur trovandosi nelle vicinanze della vasca caduta, sono stati graziati da un’altra vasca all’interno della quale lavoravano. Il direttore del centro ustioni di Padova fa sapere che la situazione è gravissima e che la percentuale di sopravvivenza è molto bassa, vista la carbonizzazione dei tessuti e le lesioni interne agli organi. La solidarietà deve cedere il passo ad interventi concreti volti a ridurre le morti bianche.
 
E’ necessario che il mondo del lavoro e della politica si adoperino affinché i lavoratori, e di riflesso le loro famiglie, siano maggiormente tutelati attraverso l’implementazione di risorse nella prevenzione e nei controlli della sicurezza. Occorre anche sanzionare concretamente le aziende che, vuoi per affrontare la crisi vuoi per un modus operandi, decidono di “risparmiare” sulla tutela dei propria forza lavoro.
 
Non è accettabile in un Paese che eleva il lavoro a diritto costituzionalmente garantito (addirittura la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro) non si preoccupi di tutelarlo.
 
Endrius Salvalaggio

16 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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