Si conferma la zona bianca per la Sardegna, grazie alla percentuale di occupazione dei posti letto occupati in area medica da pazienti Covid (oltre la quale è previsto il cambio di colore) che è rimasta stabile anche nella settimana di settembre, assestandosi entro il 15%. Per quanto riguarda l’andamento occupazionale dei posti letto in terapia intensiva Covid-19 monitorato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), esso mostra attualmente una soglia superiore al 10% assestandosi intorno al 13%.
E mentre la Commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale sardo segue da vicino gli aggiornamenti sulla situazione Covid del territorio, è anche tempo di bilanci. Come quello fatto dall’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areus), sentita in commissione sugli interventi da essa diretti nell’arco dell’anno.
“Da gennaio a luglio 2021 – ha illustrato la commissaria straordinaria dell’Areus, Simonetta Bettellini, così come riportato dal sommario della seduta dell’ufficio stampa del Consiglio – la centrale operativa di Cagliari ha gestito 9.575 codici rossi (+23,7% rispetto al 2020), 33.766 gialli (+19,8%), 11.441 codici verdi (+3,1%) e 232 bianchi (31,8%). La centrale di Sassari ha gestito invece 15.095 codici rossi (+24,5%), 21.320 gialli (+16,1%), 4.784 verdi (-5,1%) e 68 (+28,3%)”.
Per un totale di 61.197 interventi gestiti dalla centrale operativa del 118 di Cagliari e 44.290 sono stati quelli condotti dalla centrale di Sassari, “con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2020 di circa il 17% per gli eventi primari”.
Sulla rete territoriale del Sistema sanitario dell’emergenza urgenza la commissaria ha spiegato: “La rete è stata potenziata a partire dall’autunno 2020 per supportare l’impatto del covid19 a livello regionale. E’ costituita da circa 200 postazioni di base (soccorritori degli enti del Terzo settore e Associazioni di volontariato), 24 postazioni medicalizzate (con medico e infermiere), un’auto medica (con il medico e l’autista) e 4 postazioni intermedie (2 a Sassari, 1 a Macomer, e 1 a Cagliari) con a bordo autista, soccorritore e infermiere. Le postazioni, compreso l’elisoccorso, hanno contribuito non solo con i soccorsi primari pre-ospedalieri, ma anche con i soccorsi secondari, anche al solo fine di garantire la ridistribuzione dei pazienti nelle diverse terapie intensive, trasferimenti sanitari tra presidi ospedalieri, dimissioni al domicilio, trasporto di pazienti dalla periferia o comuni diversi alle sedi ospedaliere di somministrazioni di anticorpi monoclonali Covid19, specifici per la prosecuzione della terapia”.
“Le situazioni più critiche, tuttavia – ha puntualizzato Bettellini -, si sono verificate e si stanno verificando per le lunghe attese delle postazioni, più spesso di base, per la presa in carico dei pazienti, in particolare sospetti COVID-19, presso i Servizi di Pronto Soccorso degli ospedali. Attese che superano anche le 12 ore, con mezzi, pazienti ed equipaggi esposti a condizioni microclimatiche estreme, al di fuori delle camere calde dei presidi e impegno prolungato di ausili sanitari in dotazione del mezzo di postazione da parte degli operatori dei Servizi di Pronto Soccorso”.
“Tra le maggiori criticità evidenziate dalla commissaria – prosegue la nota consigliare -, si rileva la carenza di medici di Medicina territoriale e il fatto che il 70 per cento dei codici rossi e gialli vengano gestiti da mezzi di soccorso di base. La Bettellini in conclusione ha annunciato che la proposta del Piano territoriale è pronta per essere esaminata da parte dei competenti uffici regionali e condivisa con il tavolo di confronto che Areus ha costituito con gli enti del terzo settore”.
In risposta, si apprende che la commissione Salute a termine dell’audizione della Commissaria si è detta disponibile, dopo aver analizzato nel dettaglio la situazione, eventualmente “a presentare delle proposte di integrazione ai fondi già previsti nella PL 284 per il sistema dell’emergenza urgenza”.
Elisabetta Caredda