Tumori cerebrali. Da una nuova terapie ad azione mirata nuove speranze di trattamento per i gliomi a basso grado

Tumori cerebrali. Da una nuova terapie ad azione mirata nuove speranze di trattamento per i gliomi a basso grado

Tumori cerebrali. Da una nuova terapie ad azione mirata nuove speranze di trattamento per i gliomi a basso grado
Lo dimostra uno studio internazionale di fase III che ha coinvolto l’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. La nuova terapia è in grado di rallentare la progressione della malattia nei pazienti con questi tumori cerebrali rari, già operati, che presentano una mutazione genetica specifica

Dopo decenni di ricerca cambia la storia della cura dei tumori cerebrali: studiato un nuovo farmaco ad azione mirata che rallenta la progressione dei gliomi a basso grado. Finora la cura dei tumori cerebrali è sempre passata dall’intervento chirurgico, seguito da chemio e radioterapia. Nei tumori cerebrali, infatti, fino ad ora non era mai stato individuato un bersaglio efficace su cui potesse avere effetto alcun farmaco ad azione mirata. Si avvia dunque una nuova era per la cura dei tumori cerebrali aperta da farmaci di ultima generazione (che non hanno gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici) a bersaglio molecolare.

E’ quanto promette uno studio di fase III che ha coinvolto i massimi esperti mondiali su questa patologia, tra cui Enrico Franceschi, Direttore dell’Oncologia del Sistema Nervoso dell’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e coordinatore delle linee guida italiane della Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), è stata dimostrata l’efficacia di un nuovo farmaco, Vorasidenib.

Questa nuova terapia, spiega una nota della Ausl di Bologna, è in grado di rallentare la progressione della malattia nei pazienti con glioma a basso grado, già operati, che presentano una mutazione genetica specifica (la mutazione dei geni IDH1 o IDH2). Ciò significa guadagnare tempo prezioso, in media 16 mesi, in cui si riesce a tenere ferma la lesione neoplastica, rallentando il ricorso alla chemio o alla radioterapia, e garantendo quindi al paziente un significativo impatto sulla qualità di vita e sulla sua condizione lavorativa.

Lo studio, che ha coinvolto 331 pazienti in tutto il mondo, è stato presentato a Chicago, al congresso oncologico mondiale della American Society of Clinical Oncology. Il farmaco si è dimostrato inoltre particolarmente ben tollerato dal punto di vista degli effetti collaterali.

Il trattamento è ancora in attesa di approvazione ufficiale sia negli Usa sia in Europa, ma ci sono grandi aspettative che diventi presto la cura standard per i pazienti nei quali l’intervento chirurgico non è stato risolutivo.

Nello specifico i gliomi a basso grado di malignità sono tumori cerebrali rari che colpiscono 2-3 persone su 100mila all’anno, in genere di giovane età, attorno ai 30-40 anni. Hanno cause sconosciute e chi ne è colpito ha un’aspettativa di vita di 10-15 anni. Il trattamento principale è l’intervento chirurgico che mira all’asportazione della massa tumorale. Spesso, però, l’intervento non si rivela risolutivo, il tumore torna a crescere di volume, diventando maggiormente aggressivo e rendendo pertanto necessari, in breve tempo, trattamenti aggiuntivi come la chemio e la radioterapia.

L’auspicio ora, conclude la nota, è che questo “sia solo l’inizio di nuovi traguardi raggiunti grazie alla ricerca sanitaria dedicata alla cura delle diverse tipologie di tumori cerebrali che ha luogo presso l’Irccs Istituto Scienze Neurologiche di Bologna”.

22 Giugno 2023

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