L’Utopia del rispetto

L’Utopia del rispetto

L’Utopia del rispetto

Gentile Direttore,
siccome sono stato chiamato in causa dal collega Vincenzo Miglietta per vilipendio alla Costituzione, nella fattispecie l’articolo 39, e poiché abitiamo mondi diversi, il collega in un Grande Paese Democratico e io tra i Lupi delle Dolomiti, è necessaria qualche precisazione, quanto meno sul mio stato di salute mentale, avendo denigrato l’istituto sindacale.

Caro Vincenzo, siamo accomunati dalla stessa professione e identico nome. Per brevità mi chiamano Enzo, anche perché, come ricorda De Gregori, Vincente è un trucco e io non ho mai vinto niente. Tant’è che all’inizio della mia carriera in Puglia, a Ginosa, sostituivo i miei colleghi MMG rigorosamente a gratis. Non ho visto una lira per tre anni, ma ho fatto punteggio e questo mi ha consentito di emigrare al Nord e conquistare una titolarietà di Guardia Medica a Cortina d’Ampezzo, in mezzo ai lupi, appunto. Una sola certezza: non avendo una tessera di partito, né un sindacato alle spalle, avrei avuto solo due possibilità nel mio paese: o continuare a lavorare a gratis o agganciarmi a qualche “buona amicizia”. Ho preferito emigrare, come i miei genitori.

Ora, caro Vincenzo, un paese dove per 40 anni si pratica lo stesso sport, emigrare appunto, probabilmente ha qualche problema. Posso tranquillizzarti sul mio narcisistico complesso di superiorità verso gli iscritti ai sindacati: non ho questa patologia psichiatrica, ritengo solo che sia sempre esistita e sempre esisterà la devianza di ogni sindacato di diventare un potentato per affiliati e mai garanzia democratica, a prescindere se maggioritario o meno. Prova ne è il fatto che i nostri sindacati di categoria sono riusciti a nutrire solo se stessi ma non hanno cambiato di una virgola la nostra professione. Anzi, siamo passati da Guido Tersilli, medico della Mutua, ad accattoni da marciapiede, derisi, insultati e anche malmenati, per buona misura.

Mi dispiace raffreddare i tuoi entusiasmi sindacali, ma se nei fatti i risultati sono questi, concettualmente non condivido il sindacato, perché mi piace pensare ad una struttura sociale così equa dove nessuno sia costretto a scendere in piazza, né affiliarsi ad una consorteria di maggioranza: esistono le persone, solo i lupi lavorano in branco. E proprio perché abito tra i lupi so benissimo come cacciano.

Riterrai utopistica la mia idea, infatti ti è sorto il dubbio che abitassi su Marte, ma una società che continua a costruire armi, anche ideologiche, sarà sempre in guerra e saranno i soliti quattro poveracci a rimetterci. Ma tu abiti in un Grande Paese Democratico, io invece, dalle montagne guardo questo grande paese e mi vengono in mente le parole di Leonardo Sciascia: “Il popolo, cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l’appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna”.

Non mi iscriverò mai ad un sindacato. Aspetto solo che scompaia il sindacato perché sarà diventato inutile. Utopia?

Enzo Bozza

Enzo Bozza

21 Luglio 2023

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