La utilizzazione del complesso del Forlanini da qualche mese è tornata ad essere un ballon d’essai fra le forze politiche. Non a caso avviene a ridosso delle prossime elezioni europee. Se ne scrive e se ne parla a partire da indiscrezioni giornalistiche e da allusive dichiarazioni stampa regionali. Si parla e si legge di un memorandum fra governo, Regione Lazio e Bambino Gesù che dovrebbe acquisire l’uso di tutto il complesso.
La vicenda del riuso del grande complesso ospedaliero ha visto in campo negli anni diversi soggetti individuali e collettivi ed il prodursi di iniziative disparate, talora velleitarie talora strumentali.
Dopo il passaggio del Forlanini al patrimonio regionale, reso disponibile per essere venduto, punti fermi di una azione netta, mirata a ricollocare il Forlanini come bene del Servizio Sanitario Regionale del Lazio sono stati il Comitato per il Forlanini bene comune e la CGIL del territorio.
La CGIL regionale con azioni e manifestazioni ha determinato le condizioni che hanno consentito di predisporre una precisa proposta sindacale di rifunzionalizzazione sanitaria e sociosanitaria del Forlanini e l’apertura di una trattativa con una recalcitrante giunta Zingaretti.
La CGIL, il solo sindacato che in questi anni ha agito credendo fermamente che la permanenza del Forlanini nel SSR fosse la cartina di tornasole della verifica degli intendimenti delle forze politiche verso la sanità pubblica.
Una proposta, dettagliata, quella della CGIL di riapertura dell’intera struttura, una trattativa aperta, lasciata poi decadere dalla giunta dopo una prima individuazione convenuta di una Casa della salute e di una RSA da aprire nel Forlanini.
A ridosso delle ultime elezioni regionali l’assessore D’Amato, dopo altri mirabolanti utilizzi, non sanitari, dati per sicuri negli anni precedenti, a partire dal lontano 2016, contraddicendosi per l’ennesima volta, annunciava che al Forlanini sarebbe arrivato uno ospedale del Vaticano: l’IRCCS Bambin Gesù.
Da più di un anno la giunta regionale della destra dice e non dice ufficialmente se vuole o meno “consegnare” il Forlanini al, Bambin Gesù precedentemente, più volte gratificato con l’apertura delle due attuali sedi aggiuntive a quella centrale.
La giunta Rocca ondeggia fra le affermazioni di principio a favore della sanità pubblica e decisioni di segno opposto.
La CGIL non ha cambiato opinione e ritiene una scelta da contrastare con tutti i mezzi che si rendano necessari la cessione al Vaticano di un bene pubblico di cui la comunità della città di Roma e il SSR hanno bisogno.
La volontà di cessione del Forlanini, con gli artifizi procedurali e i salti mortali nel diritto amministrativo di cui si legge, non si può contrastare e battere con i comunicati stampa pugnaci o con la chiamata nostalgica di quanti ricordano il nosocomio tirato a lucido e con servizi di eccellenza pneumologica.
Non la si contrasta con strumenti spuntati come la raccolta di firme o le pagine FB di tante brave persone ma anche di tanti che oltre ai like sui post non vanno.
Un florilegio di selfie, filmati, dichiarazioni e accessi al Forlanini hanno nel passato alimentato fiammate di mobilitazione di settori dell’opinione pubblica ma non hanno prodotto un movimento cittadino forte in grado di condizionare le scelte regionali.
Cittadinanzattiva chiede, a ragione, che ci sia “una scelta condivisa con i cittadini e non un accordo sulle loro teste”.
Negli anni trascorsi quanti sono stati a sostegno del ritorno del Forlanini nel Servizio sanitario pubblico sono andati in ordine sparso marcando identità anziché fare fronte comune.
La sanità pubblica, come spesso ricorda il mio amico Massimo Martelli, non è di sinistra né di destra. La si persegue con chi la difende.
Quello che mi appare chiaro è che sull’obiettivo del Forlanini ci si deve ritrovare insieme, prospettare insieme una proposta alternativa che i cittadini devono conoscere bene per poterla sostenere.
La proposta in campo che mantiene tutta la sua validità e attualità è la piattaforma “Forlanini” della CGIL, dettagliata, che insieme al Comitato per il Forlanini bene comune è stata la base di negoziato con la Regione che oggi andrebbe ripreso là dove si è interrotto dopo l’intesa sui due primi punti della RSA e della Casa della salute.
La giunta Rocca, come la precedente, mostra di non gradire confronti preferendo un metodo di lavoro autoreferenziato e praticando una disintermediazione neanche velata da formalismi.
Su questo inciampo non di poco conto ci si può arenare rassegnati o ripartire insieme, per il Forlanini che vogliamo, per tutti e di tutti.
Rino Giuliani
Responsabile sanità dello SPI CGIL di Roma e del Lazio