Consultori familiari. In Veneto 112 quelli attivi che garantiscono anche Ivg farmacologica

Consultori familiari. In Veneto 112 quelli attivi che garantiscono anche Ivg farmacologica

Consultori familiari. In Veneto 112 quelli attivi che garantiscono anche Ivg farmacologica
"All'interno dei citati Consultori operano équipe interprofessionali e interdisciplinari in grado di rispondere ai diversi fabbisogni dei richiedenti. È prevista, inoltre, la figura del mediatore culturale. Attualmente in ogni Azienda viene garantita la presenza di personale medico non obiettore di coscienza che effettua le interruzioni volontarie di gravidanza". Così il sottosegretario Gemmato rispondendo all'interrogazione di Zanella (Avs).

“Nell’anno 2023 è stata rilevata la presenza di n. 112 Consultori familiari nell’intero territorio regionale che assicurano la copertura informativa a tutti i richiedenti e permettono di accedere anche alla interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, che viene effettuata con la somministrazione del farmaco in ambiente ospedaliero. All’interno dei citati Consultori operano équipe interprofessionali e interdisciplinari in grado di rispondere ai diversi fabbisogni dei richiedenti. Inoltre, le Aziende sanitarie mettono a disposizione degli utenti sia materiale informativo cartaceo che digitale nei propri siti aziendali, indicando anche nella Carta dei servizi gli orari di apertura e i servizi offerti al pubblico.

È prevista, inoltre, la figura del mediatore culturale secondo forme contrattuali definite da ciascuna Azienda. Per quanto riguarda il rispetto della legge 22 maggio 1978 n. 194, va precisato che il fabbisogno di personale è oggetto di costante monitoraggio da parte delle competenti strutture regionali. Attualmente in ogni Azienda viene garantita la presenza di personale medico non obiettore di coscienza che effettua le interruzioni volontarie di gravidanza”.

Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo ieri in commissione Affari sociali alla Camera all’interrogazione sul tema presentata da Luana Zanella (Avs).

Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato.

“Ringrazio gli Onorevoli interroganti per il quesito posto e premetto che i Consultori familiari, fin dalla loro istituzione, sono stati realizzati sul territorio nazionale con tempi e modalità diversi in attuazione delle relative leggi regionali.
Evidenzio, inoltre, che l’organizzazione della rete consultoriale è di competenza delle regioni che, in questi anni, per l’autonomia prevista dal Titolo V della Costituzione, hanno sviluppato modelli di intervento anche molto differenti tra loro, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione ospedale-territorio e la possibilità di stipulare convenzioni e intraprendere collaborazioni con le associazioni del terzo settore.

Rilevo, inoltre, che secondo quanto riportato dalla regione Veneto non risultano criticità in ordine alla completa attuazione della legge n. 194 del 1978.
Peraltro, evidenzierei che nel corso del tempo è stata sempre ferma la volontà da parte dello Stato di valorizzare e dare continuità all’operatività dei Consultori Familiari, anche in ragione dei cambiamenti e delle necessità degli utenti, ripensando anche al loro ruolo, con la consapevolezza che investire nelle attività dei Consultori significa promuovere salute e risparmiare in futuro sui costi delle malattie per i singoli e per la collettività.
I Consultori familiari possiedono requisiti particolari che consentono di garantire un’assistenza territoriale adeguata. Tra le caratteristiche principali, si evidenziano spazi adeguati ed attrezzati, nonché un personale sanitario che risponda agli standard minimi definiti dall’allegato 3 dell’Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010. In particolare, è prevista la presenza di ginecologi, psicologi, operatori socio sanitari, ostetriche e assistenti sociali a tempo pieno.

L’Area sanità e sociale della Giunta regionale veneta ha riferito che da anni rientra tra i suoi obiettivi la realizzazione di percorsi di sostegno alla persona, alla coppia, alla famiglia e alla genitorialità.
Tali percorsi si esplicano anche attraverso l’opera e i servizi dei Consultori familiari delle Aziende sanitarie che rappresentano uno degli strumenti di intervento più importanti.
Negli ambiti di attività delle predette strutture, previsti nei Livelli essenziali di Assistenza, rientrano anche la consulenza, il supporto psicologico e l’assistenza per l’interruzione volontaria della gravidanza.
Nell’anno 2023 è stata rilevata la presenza di n. 112 Consultori familiari nell’intero territorio regionale che assicurano la copertura informativa a tutti i richiedenti e permettono di accedere anche alla interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, che viene effettuata con la somministrazione del farmaco in ambiente ospedaliero.

All’interno dei citati Consultori operano équipe interprofessionali e interdisciplinari in grado di rispondere ai diversi fabbisogni dei richiedenti. Inoltre, le Aziende sanitarie mettono a disposizione degli utenti sia materiale informativo cartaceo che digitale nei propri siti aziendali, indicando anche nella Carta dei servizi gli orari di apertura e i servizi offerti al pubblico.
È prevista, inoltre, la figura del mediatore culturale secondo forme contrattuali definite da ciascuna Azienda.
Per quanto riguarda il rispetto della legge 22 maggio 1978 n. 194, va precisato che il fabbisogno di personale è oggetto di costante monitoraggio da parte delle competenti strutture regionali.
Attualmente in ogni Azienda viene garantita la presenza di personale medico non obiettore di coscienza che effettua le interruzioni volontarie di gravidanza.

Dette interruzioni nell’anno 2023 ammontano a 4267 casi.
Infine, la Giunta rappresenta che non risultano segnalazioni relative a difficoltà di accesso ai percorsi garantiti dalla normativa in vigore sul territorio regionale, inclusa l’area di pertinenza dell’ULSS 6 e che in merito alla convenzione citata nell’interrogazione, si tratta di un rinnovo di attività già in essere che non ha provocato interferenze nei percorsi, in piena coerenza con quanto previsto dalla legge n. 194 del 1978″.

Luana Zanella (Avs), replicando, ritiene preliminarmente che la risposta del sottosegretario dimostri nuovamente, se ve ne fosse bisogno, l’importanza di rafforzare i consultori sui territori per garantire l’accesso ai servizi. Tuttavia, ritiene di dover sottolineare che la percentuale di medici obiettori a Padova, luogo di alta eccellenza sanitaria, ammonta al 56,52 per cento dei ginecologi, percentuale che sale al 73,08 per cento nell’Azienda ospedaliera universitaria. Ribadisce che il problema esiste e persiste, dato che non è stato sollevato soltanto nella presente legislatura.

Replicando sulla questione della collaborazione con realtà associazionistiche quali il Movimento Pro Vita, si chiede come sia possibile che tali accordi si facciano sempre e solo con realtà così ideologicamente schierate e non se ne coinvolgano anche altre. A suo avviso, queste convenzioni legittimano una certa ideologia legata all’aborto, incompatibile con la legge n. 194 del 1978. Rileva peraltro che, quando una donna si reca in ospedale per abortire, non vi resta per un lasso di tempo sufficiente a costruire un percorso con le associazioni. Pertanto, la loro presenza è quasi unicamente ideologica, ed esse potrebbero continuare tranquillamente a operare liberamente sui territori senza ricevere legittimazioni ulteriori negli spazi delle strutture ospedaliere.

16 Gennaio 2025

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