“Il nuovo Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 25-29, rappresenta un cambio di paradigma chiaro rispetto al passato. Non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati, responsabilità chiaramente definite”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo al question time della Camera a un’interrogazione presentata da Galeazzo Bignami (Fdi).
Di seguito la risposta integrale del ministro.
Ringrazio gli onorevoli interroganti per questa opportunità di fare chiarezza su un tema di fondamentale importanza per la salute pubblica e la sicurezza nazionale. A cinque anni dall’inizio della pandemia, questo Governo ha scelto, fin dal primo giorno di adottare un approccio concreto, basato sulle evidenze scientifiche, sulla pianificazione strategica, non improvvisazione, ma preparazione, non allarmismo, ma responsabilità. Il nuovo Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 25-29, rappresenta un cambio di paradigma chiaro rispetto al passato. Non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati, responsabilità chiaramente definite.
Colgo l’occasione per evidenziare alcune delle principali innovazioni. Il Piano persegue cinque obiettivi concreti: proteggere la salute pubblica, riducendo diffusione mortalità delle infezioni; garantire coordinamento efficace tra istituzioni; minimizzare l’impatto sui servizi sanitari ed essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari in prima linea; coinvolgere attivamente i cittadini con informazione trasparente.
Il Piano non si limita alle buone intenzioni, ma definisce chiaramente attività le operative: rafforzamento dei Dipartimenti di Prevenzione ASL, di laboratori di virologia; comunicazione chiara ed equilibrata, senza allarmismi o stigmatizzazioni; misure restrittive solo se indispensabili, temporanee e proporzionate; rete nazionale di ricerca e monitoraggio; sistema avanzato di allerta precoce; coordinamento Stato-regioni; sorveglianza integrata per patogeni respiratori, con analisi dati multi-fonti; pianificazione di contro misure mediche efficaci e sostenibili.
Il Piano stabilisce, inoltre, una precisa scala di ruoli e responsabilità di tutte le istituzioni, con una catena di comando chiara ed efficace in caso di emergenza. Tutto questo è sostenuto da investimenti concreti: 50 milioni per il 2025; 150 milioni per il 2026; 300 milioni per il 2027. Nei giorni scorsi, sia il sottoscritto che i dirigenti del Ministero, siamo stati oggetto di un’attenzione mediatica, talvolta faziosa e scorretta, con tentativi di estrapolazione di frasi fuori dal contesto, al solo scopo di avvalorare tesi precostituite o attaccare singoli professionisti.
È un metodo che non fa onore al dibattito pubblico e che allontana i cittadini dalle Istituzioni. La verità è che se è vero che prevenire è sempre meglio che curare, allora servono pianificazione, risorse e anche onestà intellettuale. Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che nel passato, spesso, si è sbagliato: si è trascurata l’importanza della prevenzione; ci si è limitati a fare fotocopie di piani spesso sbrigativi o inadeguati e il risultato l’abbiamo pagato tutti: cittadini, operatori sanitari, imprese. Per questo Governo la prevenzione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Il nuovo piano ne è la dimostrazione tangibile. La salute dei cittadini e il futuro della Nazione non possono essere sacrificati sull’altare di polemiche strumentali o visioni ideologiche. Continueremo a lavorare con metodo scientifico e trasparenza, nell’interesse esclusivo dell’Italia.
La replica di Francesco Filini.