Obesity day. Ecco il ritratto dell’Italia che ha problemi con la bilancia

Obesity day. Ecco il ritratto dell’Italia che ha problemi con la bilancia

Obesity day. Ecco il ritratto dell’Italia che ha problemi con la bilancia
Pochi miglioramenti negli ultimi dieci anni. È obeso un italiano su dieci, uno su tre è in sovrappeso. E i servizi di chirurgia bariatrica non bastano per rispondere adeguatamente al bisogno di interventi.

Donne più leggere degli uomini, allarme giovani, chirurgia facile in aumento e liste d’attesa che si allungano.Sono questi i temi che, in occasione del decimo Obesity Day che si celebrerà il 10 e 11 ottobre, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – ADI ha tirato fuori dal cilindro per fare un ritratto, a volte impietoso, dell’Italia che prende peso.
Questi i dati emersi dal rapporto realizzato dalla società scientifica.
Numeri da epidemia
Un italiano su dieci è obeso e uno su tre in sovrappeso. Nell’ultimo decennio si è registrato qualche miglioramento al Nord e il Sud comincia a lanciare segnali positivi, ma la situazione rimane preoccupante.
Dal 2000 a oggi le donne rappresentano l’unico gruppo della popolazione che sembra aver compreso l’importanza di rimanere in linea. Non hanno perso peso, ma non l’hanno nemmeno preso. E ciò è già un dato importante, soprattutto se confrontato con quello relativo al “sesso forte”, che, al contrario, si è lasciato andare.
“Nella fascia di età fra i 35 e i 74 anni, quella ritenuta sempre più pesante, le donne obese erano il 24 su cento nel 2000. Oggi sono sempre a quota 24, non sono dimagrite ma neppure cresciute di peso”, ha illustrato Giuseppe Fatati, presidente dell’ADI. Al contrario, gli uomini obesi, che erano 19 su cento, sono oggi arrivati al 25. “La donna ha preso più consapevolezza del proprio fisico, gli uomini – ha aggiunto Fatati- sono diventati schiavi del lavoro: fanno poco moto e pranzano fuori casa con l’«insalatona» credendo, erroneamente, di fare una dieta”.
Uno scenario che si ripropone pressoché invariato in tutta la penisola salvo che in Toscana ed Emilia Romagna. Così come invariate sono le contraddizioni che attraversano l’Italia. Se da una parte cresce la cultura della linea nei due sessi dall’altra non si abbandonano antiche abitudini a tavola. Se da una parte si aspira a scendere di una taglia dall’altra si continua a preferire la poltrona alla passeggiata nel tempo libero. Se per un verso si è compresa l’importanza della dieta per un altro ci si affida a fai da te, a Internet e a esperti improvvisati. Ma le contraddizioni non finiscono qui e coinvolgono anche le istituzioni: in soli dieci anni l’attenzione al problema obesità è esplosa, ma le istituzioni poco possono fare oggi per problemi di budget.
Piccoli obesi crescono
E così l’Italia continua silenziosamente a ingrassare.
I più piccoli, soprattutto, con il progressivo aumento di peso, stanno gettando le fondamenta per una futura emergenza sanitaria.
Tra i bambini dai 6 agli 11 anni, 24 su cento sono in sovrappeso, 12 obesi. In totale fanno 138 mila. Particolarmente preoccupante è il caso della Campania, dove 18 bambini su cento in sovrappeso e 21 obesi. Numeri che fanno della regione la peggiore d’Europa.
Chirurgia: un sogno per molti
Viste queste cifre non stupisce allora un altro dato emerso dal rapporto: i servizi di chirurgia bariatrica non sono sufficienti a soddisfare la domanda. “C’è la folla davanti alla sala operatoria per la chirurgia dell’obesità. Ma per entrare – ha raccontato Pierluigi Marini, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Endocrina e Bariatrica, Azienda Ospedaliera S.Camillo -Forlanini di Roma – si attende da sei mesi a due anni”.
E così, un milione e mezzo di obesi gravi (80 su cento donne) che ha bisogno del bisturi aspetta. “Hanno bisogno dell’operazione – ha proseguito Marini – ma si eseguono solo seimila interventi l’anno e quasi tutti in Lombardia”.
È un’altra contraddizione italiana: la Regione lombarda copre da sola un terzo degli interventi. In sei Regioni (Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Sicilia) si arriva all’80 per cento del totale.
Ma accanto al bisturi necessario, sempre più sta “aumentando la richiesta del bisturi facile”, ha aggiunto Marini. “Sono soprattutto le donne fra i 25 e i 45 anni a richiederlo. Hanno la consapevolezza che la linea è saltata o sta per saltare e che oggi l’apparire è un biglietto da visita molto gettonato”. Tuttavia, spesso, in questi casi “non ci sono le condizioni cliniche per intervenire, che sono ben precise”.
A preoccupare è inoltre l’aumento di richieste “fra i giovanissimi che avvertono nella vita di relazione quotidiana il disagio di essere grassi. E poi i modelli davanti ai loro occhi non sono certo di persone con le taglie abbondanti. Un confronto cui le donne – ma non mancano gli uomini – resistono con grande difficoltà”, ha concluso.


In occasione dell’Obesity Day, il 10 e l’11 ottobre molti Centri in tutta Italia sono aperti ed erogheranno gratuitamente interventi di informazione/educazione riguardanti il tema della giornata.
L’elenco dei centri è accessibile al seguente link

06 Ottobre 2010

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