Tslb e staff mix: integrazione professionale e governance dei percorsi diagnostici

Tslb e staff mix: integrazione professionale e governance dei percorsi diagnostici

Tslb e staff mix: integrazione professionale e governance dei percorsi diagnostici
Il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico è oggi una figura ad alta specializzazione, con un potenziale ancora inespresso in termini di governance, innovazione e sicurezza. Riconoscerne la centralità significherebbe valorizzare il ruolo nei percorsi clinico-diagnostici; definire percorsi di carriera sostenibili e attrattivi; investire in digitalizzazione, qualità del dato e integrazione professionale.

La trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale impone oggi una riflessione strategica sul ruolo delle professioni tecnico-sanitarie. Tra queste, il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico (TSLB) si conferma figura centrale non solo nella gestione dei processi diagnostici, ma anche nell’innovazione organizzativa, nella digitalizzazione e nella qualità del dato clinico. L’evoluzione delle tecnologie, unita alla necessità di maggiore efficienza e sicurezza, ha portato il TSLB a operare in un contesto sempre più integrato, dinamico e interprofessionale.

Demografia, fabbisogno e attrattività: uno scenario critico
La sostenibilità del sistema laboratoristico è oggi minacciata da criticità demografiche e formative. Secondo dati aggiornati di ISTAT, l’età media dei TSLB in Italia è pari a 49 anni, con un tasso di sostituzione nei prossimi dieci anni superiore al 35%. Il fabbisogno stimato, alla luce dei pensionamenti e dell’aumento della domanda diagnostica, supera le 4.500 unità entro il 2030.

A fronte di ciò, i posti disponibili nei corsi di laurea in TLB per l’anno accademico 2023/24 sono circa 1375, con una domanda che si attesta a 1,4 candidati per posto (dati Mastrillo). Tuttavia, l’abbandono della professione nei primi 5 anni può arrivare fino al 20%, a causa della percezione di scarso riconoscimento, assenza di sviluppo professionale e attrattività economica limitata.

Questi dati richiamano con forza la necessità di una programmazione formativa coerente con le reali esigenze del sistema e di politiche attive per il rafforzamento della professione.

Specializzazione sì, ma pianificata
L’attuale assetto formativo porta spesso a una specializzazione “situazionale”, non pianificata. In mancanza di percorsi strutturati post-laurea e di riconoscimento formale delle specializzazioni, le competenze acquisite restano poco trasferibili, con conseguente rigidità organizzativa.

Nel confronto internazionale, l’Italia presenta un numero di tecnici di laboratorio per 1.000 abitanti (0,16) inferiore alla media OCSE (0,24). In Paesi come Francia e Germania, il TSLB accede a percorsi accademici post-laurea riconosciuti, con sistemi di specializzazione verticale e certificazione delle competenze, come emerso nell’ultimo congresso nazionale dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico (Roma 8/9 maggio 2024) durante la tavola rotonda con F. Mendez, M. Cullington, S. Stanziale.

Le leve di sviluppo emerse dal confronto professionale e accademico
Dall’analisi condotta emergono quattro direttrici strategiche per l’evoluzione del profilo TSLB:

1. Padronanza delle piattaforme tecnologiche di laboratorio
L’alta automazione e la digitalizzazione dei processi diagnostici richiedono padronanza tecnica e capacità di gestione integrata delle piattaforme.

2. Gestione logistica e delle risorse
La riorganizzazione dei flussi, la gestione dei reagenti, dei dispositivi e delle risorse umane richiedono competenze gestionali oggi poco sviluppate nei percorsi formativi di base.

3. Responsabilità sulla qualità del dato e firma digitale del referto
In linea con quanto previsto dalla Legge 24/2017 (Gelli-Bianco), che enfatizza la sicurezza e tracciabilità delle cure, il TSLB può assumere un ruolo chiave nella validazione tecnica e nella certificazione digitale dei dati diagnostici.

4. Dialogo clinico interdisciplinare
È urgente rafforzare l’integrazione con medici, infermieri, farmacisti ospedalieri e altre professioni sanitarie per migliorare l’appropriatezza degli esami e l’interpretazione dei risultati, rafforzando la percezione che il TSLB venga individuato non solo tecnica ma anche come figura clinica.

Tra le proposte concrete emerge il modello di carriera a doppio binario (dual ladder): un’opportunità per distinguere percorsi gestionali da quelli tecnico-specialistici, valorizzando entrambi, sul modello già adottato in diversi sistemi sanitari europei.

Staff mix e skill mix: oltre i silos professionali
L’aumento della complessità clinica e organizzativa richiede modelli interprofessionali, fondati su collaborazione e responsabilità condivise. In questa direzione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (strategia 2020–2030) e la normativa europea (Direttive 2005/36/CE e 2013/55/UE) raccomandano l’adozione di team integrati e la valorizzazione del cosiddetto staff mix (diversità professionale nei team) e skill mix (competenze trasversali e complementari).

Queste scelte organizzative:
– Migliorano la qualità e l’efficienza dei processi;
– Favoriscono una gestione più resiliente delle risorse;
– Facilitano lo sviluppo professionale condiviso.

Nel contesto italiano, il D.Lgs. 502/1992, riformato nel tempo, e la Legge 43/2006, riconoscono il ruolo delle professioni sanitarie tecniche e ne promuovono l’integrazione nei percorsi assistenziali.

Conclusione
Il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico è oggi una figura ad alta specializzazione, con un potenziale ancora inespresso in termini di governance, innovazione e sicurezza. Riconoscerne la centralità significherebbe valorizzare il ruolo nei percorsi clinico-diagnostici; definire percorsi di carriera sostenibili e attrattivi; investire in digitalizzazione, qualità del dato e integrazione professionale.

Solo attraverso una visione strategica, supportata da evidenze scientifiche, norme consolidate e buone pratiche, sarà possibile costruire un sistema sanitario moderno, sicuro e orientato al valore. Questo approccio è essenziale per rispondere alle sfide della sanità contemporanea e per garantire equità, qualità e sostenibilità nell’erogazione dei servizi.

In questo contesto, il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico (TSLB) è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale all’interno dei team multi professionali, in particolare nei nuovi modelli organizzativi territoriali come le Case della Comunità. Il contributo del TSLB va ben oltre l’attività di laboratorio: grazie alla sua competenza tecnica, al rigore metodologico e alla capacità di lettura critica dei dati, può supportare percorsi di diagnosi precoce, sorveglianza epidemiologica, prevenzione e monitoraggio della salute della popolazione.

L’integrazione del TSLB in questi contesti rappresenta un’opportunità concreta per rafforzare la prossimità, l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure, contribuendo a realizzare quel cambio di paradigma verso un sistema sanitario realmente orientato al valore.

Saverio Stanziale, Amalia Magaldi, Salvatore Di Stefano, Fulvia Pasi, Andrea Tandelle, Norma Saletta, Silvana Bevere, Riccardo Fuoco e Lorenzo Moretti

27 Giugno 2025

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