Università di Bari chiude il corso di laurea per Tecnici di radiologia.  Fno Tsrm e Pstrp: “A rischio la tenuta del Ssn”

Università di Bari chiude il corso di laurea per Tecnici di radiologia.  Fno Tsrm e Pstrp: “A rischio la tenuta del Ssn”

Università di Bari chiude il corso di laurea per Tecnici di radiologia.  Fno Tsrm e Pstrp: “A rischio la tenuta del Ssn”
"Chiediamo un intervento organico che parta da un monitoraggio nazionale approfondito della reale disponibilità di percorsi formativi per i Tsrm e per le altre professioni sanitarie afferenti agli Ordini Tsrm e Pstrp, evidenziando le carenze e i margini di intervento tempestivo. In seconda battuta, è necessario riattivare i corsi laddove siano stati tagliati o lasciati in sospeso. Dove l’offerta è minima, va potenziata".

“Senza un piano strutturale per la formazione e il ricambio generazionale dei professionisti sanitari, il Servizio sanitario nazionale rischia non solo un progressivo indebolimento, ma anche, nel medio termine, di non riuscire a garantire standard adeguati di assistenza e qualità delle cure”.

È l’appello congiunto del Presidente della Fno Tsrm e Pstrp, Diego Catania e della Presidente della Commissione di albo nazionale dei Tsrm, Carmela Galdieri, a fronte delle recenti notizie in merito alla sospensione del corso di laurea in Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia presso l’Università di Bari.

“La carenza di Tecnici sanitari di radiologia medica e, più in generale, di professionisti sanitari rappresenta un grave elemento di fragilità per il Ssn, purtroppo ormai radicato e consolidato nel sistema. Tuttavia, la decisione di sospendere o accorpare corsi di laurea, o di offrire un numero di posti inferiore a quelli richiesti, non può che aumentare le tensioni già presenti. Tali scelte si inseriscono in una visione di programmazione evidentemente disallineata rispetto al reale fabbisogno della popolazione, con il paradossale risultato che, a fronte di ingenti investimenti di risorse per il parco tecnologico degli ospedali italiani, mancano i professionisti in grado di utilizzare gli strumenti innovativi a disposizione.

Gli effetti della crisi formativa in atto si possono già toccare con mano. L’assenza di un adeguato ricambio generazionale intacca la qualità dei servizi diagnostici e terapeutici, amplifica le diseguaglianze territoriali e spinge i giovani professionisti e aspiranti tali verso regioni più virtuose, favorendo, in alcuni casi, l’emigrazione all’estero senza prospettiva di rientro nel proprio territorio d’origine – o addirittura l’abbandono del percorso professionale”.

“Per tali ragioni – aggiungono Catania e Galdieri – chiediamo un intervento organico che parta da un monitoraggio nazionale approfondito della reale disponibilità di percorsi formativi per i Tsrm e per le altre professioni sanitarie afferenti agli Ordini Tsrm e Pstrp, evidenziando le carenze e i margini di intervento tempestivo. In seconda battuta, è necessario riattivare i corsi laddove siano stati tagliati o lasciati in sospeso. Dove l’offerta è minima, va potenziata. E ciò non può avvenire senza un adeguato coordinamento, per cui proponiamo l’istituzione di una regia fra Università, Regioni, Ministeri competenti e Ordini professionali, a garanzia di una programmazione concreta e coerente con i bisogni del Servizio sanitario nazionale”.

La Federazione nazionale, insieme alle Commissioni di albo e agli Ordini professionali, continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione del quadro formativo e a farsi parte attiva nel proporre soluzioni concrete, chiedendo con forza alle istituzioni nazionali e territoriali un impegno reale e non più rimandabile, al fine di rendere il Ssn più attrattivo e qualificato, a tutela della salute dei cittadini.

31 Luglio 2025

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