Peggiorano i Lea in Lombardia. A dirlo è la Fondazione, che ha analizzato i dati del Ministero della Salute, che valuta annualmente l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, per evidenziare le differenze tra gli adempimenti LEA 2022 e 2023. In ben 8 Regioni si assiste a un calo del punteggio che indicati il rispetto dei Lea: oltre a Lombardia (-14 punti tra il 2022 e il 2023), Basilicata (-19), Lazio (-10), Sicilia (-11), Liguria (-8), Emilia-Romagna (-6), Pa di Bolzano (-4) e Abruzzo (-2).
“Fontana e la destra stanno portando la sanità lombarda al tracollo. I dati elaborati da Gimbe sono terribili e certificano una realtà che noi da tempo denunciamo. La Lombardia perde posizioni in Italia e lo fa peggio di tutte le Regioni tranne una. Nella classifica al contrario è la seconda in Italia, sì, ma la seconda peggiore”, commenta in una nota Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione Lombardia e componente della segreteria nazionale dem.
“Perdere quattordici punti rispetto all’anno precedente – prosegue Majorino – è un dato che dovrebbe far dire a Fontana, a Bertolaso e a tutta la destra lombarda che bisogna cambiare profondamente, che bisogna ricostruire la sanità territoriale e bisogna reinvestire sulla sanità pubblica, riducendo i tempi di attesa che sono un insostenibile ricatto per i cittadini, costretti a farsi visitare e curare a pagamento. Questo è un monito anche per la destra al governo: il modello lombardo è sbagliato e andare nella direzione della privatizzazione spinta è folle”.
“Tra poche settimane in Consiglio regionale ci sarà la proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 100mila firme per riformare il servizio sanitario regionale, è un’occasione che la destra lombarda non può permettersi di sprecare”, conclude il capogruppo Pd in Regione Lombardia
Per Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento Cinque Stelle Lombardia, “i dati Gimbe evidenziano risultati che non sono frutto del caso, ma l’esito di scelte politiche e della traiettoria imposta dal centrodestra al nostro servizio sanitario regionale. Una traiettoria che punta dritta verso il baratro, fatta di interminabili attese, medici di base introvabili, ospedali al collasso e case della comunità vuote di personale e servizi. Di questo passo viene da chiedersi quanto a lungo potrà ancora reggere un sistema, che vive oggi sulle spalle del lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari capaci di colmare con il loro spirito di servizio il gap generato dall’abbandono di Regione Lombardia a danno del servizio sanitario regionale”.
“Gli effetti delle scelte politiche del centrodestra – prosegue Di Marco -, aggravati dalle conseguenze della (non)riforma Moratti-Fontana, hanno trascinato la Lombardia sempre più in basso. Una volta la nostra regione ambiva a competere con le aree più produttive, innovative e maggiormente avanzate a livello di Welfare in Europa. Oggi, solo la performance negativa della Basilicata, evita che la Lombardia, dati alla mano, sia la peggior regione d’Italia. Ora Fontana, e la destra tutta, strilleranno al complotto, ai dati sbagliati e torneranno a raccontarci che tutto va bene. Forse sarebbe invece il momento di una doverosa autocritica e di una necessaria inversione di rotta”.
