Convocare subito, entro 7 giorni, il tavolo negoziale per definire con chiarezza il ruolo e le attività dei medici di famiglia nella riorganizzazione delle cure territoriali. Questa la richiesta fatta pervenire venerdì scorso, 12 settembre 2025, all’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin dai rappresentanti di tutti i sindacati veneti della Medicina Generale che sottolineano “l’indisponibilità della Regione a proseguire un reale e concreto confronto per definire il nuovo Accordo Integrativo Regionale (AIR)” e denunciano il “sistematico differimento di qualsiasi efficace dibattito persino su elementi pregiudiziali per la riforma dell’assistenza territoriale, nonostante la nostra continua disponibilità e il nostro costante apporto di proposte”.
Il confronto tra Regione e sindacati, scattato la scorsa primavera e proseguito per buona parte dell’estate, si è fermato per la pausa agostana e poi non è più ripreso, spiegano i segretari regionali Giuseppe Palmisano (Fimmg), Stefano Cinquemani (Snami), Liliana Lora (Smi) e Antonio Fania (FMT Veneto). “Una situazione di stallo che preoccupa anche in vista del naturale stop legato alle elezioni regionali in programma in autunno”. Un confronto indispensabile, però, secondo i rappresentanti di categoria, affinché l’imminente avvio delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e delle Case della Comunità possa avvenire in serenità e sicurezza per i medici di Medicina Generale.
“Dopo un’iniziale formale disponibilità – spiega la rappresentanza intersindacale – a tutt’oggi la Regione Veneto non ha dato alcun riscontro ai documenti che abbiamo presentato, in particolare al pre-accordo consegnato lo scorso 6 agosto”.
Tanti i temi, ricordano Fimmg, Snami, Smi e Fmt, che necessitano di un confronto immediato a partire dalla struttura organizzativa e dagli aspetti gestionali delle AFT, ma anche la quota oraria e il tipo di attività che i medici a ruolo unico si troveranno a svolgere sia nelle AFT sia nelle Case della Comunità. E poi c’è da sciogliere i nodi della protezione dei dati e della rete informatica per collegare le diverse realtà sanitarie del territorio e ospedaliere, anche in vista dell’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), e dei criteri di selezione e di formazione sia dei referenti di AFT, sia del restante personale coinvolto nella riorganizzazione delle cure territoriali.
“Un silenzio su temi di vitale importanza per la categoria a cui fanno da contraltare fughe in avanti della Regione su alcuni aspetti organizzativi non concordati con le organizzazioni sindacali”, come l’attivazione dell’assistenza diurna nelle Case della Comunità e l’avvio del 116 117, “in evidente incoerenza con gli obiettivi dell’accessibilità all’assistenza nelle AFT e in contrasto con le potenziali finalità, più volte ribadite nei tavoli regionali, di deburocratizzazione”.
Serve, dunque, riprendere subito il confronto. “La mancata convocazione urgente del Comitato Consultivo Regionale – avvertono i sindacati – non potrà che significare da parte della Regione un palese atteggiamento ostativo e di rifiuto nei confronti della categoria”.