Oltre 1.200 partecipanti, più di 200 abstract scientifici presentati e una sessantina di sessioni ECM, di cui 15 rivolte a infermieri e tecnici. Sono i numeri che fotografano la ventunesima edizione del Congresso AIAC, l’appuntamento annuale dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione, che si è svolto a Bologna confermandosi come punto di riferimento per la comunità aritmologica italiana. Al centro dei lavori: l’innovazione, la formazione e l’adozione di nuove tecnologie per migliorare la cura dei pazienti con aritmie.
A fare il punto sull’identità del Congresso è stato il Presidente AIAC, Sakis Themistoclakis, che ha spiegato come il programma sia stato pensato per unire lo stato dell’arte ad uno sguardo deciso verso il futuro. “Abbiamo cercato di costruire un programma che tenesse conto sia delle linee guida e dei trattamenti attuali, sia delle prospettive future in termini di innovazione, che è uno dei focus a cui siamo particolarmente legati”, ha detto Themistoclakis.
Il Presidente ha quindi sottolineato l’evoluzione continua dell’elettrofisiologia, definendola come “qualcosa che si è innovata tanto nel corso degli anni e continua a crescere molto con l’arrivo di nuove tecnologie e di nuovi dispositivi”. Da qui l’importanza di mantenere alta l’attenzione verso l’innovazione. Spazio anche ai giovani: “Abbiamo voluto premiare i migliori cinque abstract selezionati da una commissione, per dare visibilità all’attenzione della società verso i contributi scientifici delle nuove generazioni”, ha concluso.
Sul versante della formazione si è concentrato l’intervento di Claudia Amellone, responsabile delle Commissioni AIAC Aree e Task Force, che ha delineato una strategia capillare e strutturata. L’associazione ha attivato una rete di circa trenta aree tematiche che coprono tutte le principali sfide aritmologiche, dall’ablazione della fibrillazione atriale alla chiusura dell’auricola, per citare qualche esempio. “AIAC si propone fra i suoi impegni principali quello di migliorare la formazione a livello nazionale dell’ambiente aritmologico”, ha detto Amellone, evidenziando come il lavoro delle aree consenta di intercettare i fabbisogni formativi e tradurli in attività concrete: protocolli condivisi, documenti di consenso, incontri online.
Tra le iniziative di punta, il Club AIAC, che propone riunioni mensili per discutere casi clinici e letteratura scientifica. Non è mancato, anche in questa edizione del congresso, il Simulation Village, laboratorio pratico dove giovani medici possono sperimentare tecnologie innovative in un ambiente protetto e supervisionato.
Ma a chiudere il cerchio sul tema dell’innovazione è stato Pietro Pitrone, Electrophysiology & Neurovascular Senior Director Italy di J&J MedTech, che ha confermato l’impegno trentennale dell’azienda nella cura delle aritmie. “J&J MedTech si impegna da sempre a collaborare con la comunità scientifica per offrire soluzioni tecnologiche e terapeutiche in grado di migliorare la vita dei pazienti per quanto riguarda procedure più efficaci, efficienti e soprattutto sicure”, ha affermato. La divisione di elettrofisiologia dell’azienda si è focalizzata negli ultimi anni sul trattamento della fibrillazione atriale, l’aritmia più comune e tra le più impattanti in termini di qualità della vita, rischio di ictus e carico per i sistemi sanitari.
In questo contesto si inserisce una delle tecnologie più promettenti: la Pulsed Field Ablation (PFA), l’ablazione con energia a campo pulsato. Pitrone ha evidenziato come la PFA rappresenti un cambiamento di paradigma rispetto alla tradizionale radiofrequenza, offrendo una modalità di intervento più selettiva, rapida e più sicura per i tessuti circostanti. “Si tratta di una nuova fonte di energia che si sta dimostrando essere molto promettente”, ha dichiarato, ricordando che l’attenzione per questa tecnologia è ormai consolidata anche in ambito europeo.
A testimoniarlo, i risultati dello studio Varipure, un registro multicentrico europeo che ha coinvolto 800 pazienti distribuiti in diversi centri europei. Presentato recentemente al congresso ESC di Madrid, lo studio ha mostrato un profilo di sicurezza altamente favorevole, senza alcun caso di ictus e con un tasso di eventi avversi primari pari allo 0,6% e l’efficacia in acuto del 99,7%. La tecnologia è promettente, “c’è ancora sicuramente tanto da imparare ed è un piacere chiaramente continuare a farlo assieme alla comunità scientifica rappresentata qui oggi a Bologna dall’AIAC”, ha concluso Pitrone.