Washington ha momentaneamente sospeso l’entrata in vigore dei dazi del 100% sui farmaci importati, inizialmente prevista per il 1° ottobre. Lo ha confermato un alto funzionario governativo all’agenzia Dpa, precisando che l’obiettivo dell’amministrazione Trump non cambia: sanzionare le aziende farmaceutiche che non trasferiranno parte della produzione negli Stati Uniti o non ridurranno sensibilmente i prezzi dei medicinali.
La linea dura della Casa Bianca inizia però a dare i primi frutti. Dopo gli annunci miliardari di investimenti da parte di Novartis (23 miliardi di dollari) e Roche (50 miliardi) sul territorio americano, la svolta è arrivata con l’accordo siglato nelle scorse ore tra Pfizer e l’amministrazione statunitense.
L’accordo Pfizer-Trump: prezzi ridotti e investimenti massicci in cambio dell’esenzione dai dazi
Il colosso americano ha ottenuto un’esenzione triennale dai dazi minacciati da Trump, impegnandosi però su più fronti: riduzione dei prezzi per i pazienti statunitensi, allineamento dei listini a quelli dei Paesi sviluppati, e massiccio incremento della produzione e della ricerca sul suolo americano.
In particolare, Pfizer ha accettato di offrire la maggior parte delle sue terapie per la primary care e una selezione di farmaci specialistici con sconti medi del 50%, che potranno arrivare fino all’85%. I prodotti saranno disponibili tramite la nuova piattaforma TrumpRx.gov, dedicata all’acquisto diretto da parte dei pazienti.
Albert Bourla, presidente e CEO di Pfizer, ha celebrato l’intesa alla Casa Bianca definendola “una vittoria per i pazienti americani, per la leadership americana e per Pfizer”. L’accordo, ha sottolineato, “pone fine ai giorni in cui le famiglie americane si facevano carico dell’onere globale di finanziare l’innovazione”, e consente all’azienda di “investire più audacemente negli Stati Uniti”, con 70 miliardi di dollari in nuovi progetti destinati a ricerca e produzione.
Trump: “Faremo accordi con tutti”
Soddisfatto anche il presidente Trump, che ha promesso: “Faremo accordi con tutti, sono in lista d’attesa”. La Casa Bianca ha infatti avanzato richieste simili ad altre 17 grandi aziende farmaceutiche, fissando come deadline la fine di settembre. Pfizer è la prima ad aver chiuso formalmente l’accordo, ma la mossa potrebbe creare un precedente destinato a ridisegnare gli equilibri globali dell’industria farmaceutica.
L’intesa ha avuto anche effetti immediati sui mercati: nella mattinata del 1° ottobre, alla borsa di Zurigo, Roche ha guadagnato il 5%, Novartis il 2,4% e Lonza l’1,6%.
Un nuovo equilibrio globale per la farmaceutica
Se da un lato i dazi sono sospesi, dall’altro resta forte la pressione politica e commerciale sull’intero comparto farmaceutico globale. L’amministrazione Usa intende trasformare gli Stati Uniti nel fulcro dell’innovazione biotecnologica e farmaceutica, rilocalizzando la produzione e garantendo prezzi sostenibili ai cittadini americani.