Alfredo Marchese, primario e coordinatore dei reparti di Cardiologia Interventistica presso l’Ospedale S. Maria, Ospedale Anthea (GVM) e Clinica Villa Lucia a Bari, è il nuovo presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica e succede al collega Francesco Saia.
Cardiologo interventista, Dottore di Ricerca in Fisiopatologia Cardiovascolare, con esperienza trentennale in ambito interventistico coronarico e periferico. Autore e co-autore di oltre 200 pubblicazioni e un H-index di 21, prende il timone della società scientifica con l’obiettivo di promuovere una collaborazione piena e condivisa. “GISE as one” è la filosofia con la quale Marchese intende portare avanti il suo nuovo incarico, abbracciando l’idea di una società scientifica che agisca in modo coeso come un’unica entità.
Cinque i punti chiave, tutti volti a rafforzare l’impatto della Cardiologia Interventistica italiana a livello nazionale e internazionale:
- Ricerca e Innovazione. “Attraverso la promozione di un forte sostegno alla Fondazione GISE Onlus, puntiamo a incoraggiare la ricerca clinica e la partecipazione italiana a grandi trial internazionali – dichiara Marchese -. L’obiettivo è generare evidenze solide e coinvolgere i ricercatori in bandi internazionali”.
- Formazione e mentorship. “Nel corso del mio mandato intendo rafforzare l’investimento sui giovani – sottolinea il presidente GISE – attraverso fellowship più strutturate, favorendo la loro integrazione nelle reti internazionali e valorizzando il loro apporto nei gruppi di lavoro e nei congressi”.
- Internazionalizzazione, consolidando l’identità internazionale del GISE, anche attraverso iniziative come il JIM+GISE 2026 (Joint Interventional Meeting) , per rendere la Cardiologia Interventistica italiana protagonista a livello globale.
- Sostenibilità e responsabilità sociale. “Ritengo fondamentale potenziare la Raccolta Dati GISE per monitorare gli outcome clinici, procedurali e di percorso intraospedaliero, essenziale per la valutazione della performance e della qualità dell’assistenza”, evidenzia Marchese.
- Abbattimento delle disparità. “E’ fondamentale affrontare attivamente le disuguaglianze che limitano l’accesso alle cure interventistiche, focalizzandosi su sei aree critiche – dichiara il presidente GISE -: disparità geografiche, riducendo l’accesso non omogeneo tra Nord e Sud Italia a procedure complesse come TAVI, MitraClip e altre procedure avanzate (es. Physiology & Imaging intracoronarico); disparità socio-economiche, mitigando le difficoltà dei pazienti a basso reddito nel raggiungere centri ad alta complessità e affrontare le disparità nell’aderenza alla terapia dovute a costi indiretti; disparità strutturali, tecnologiche e organizzative, uniformando l’applicazione delle linee guida internazionali e garantendo l’accesso a tecnologie avanzate (es. IVUS, OCT, FFR, sistemi robotici) che oggi sono concentrate in pochi centri di riferimento; disparità culturali ed educative, superando la fragilità dei pazienti con basso livello di istruzione e affrontare le barriere linguistiche/culturali per i pazienti stranieri; disparità anagrafiche, contrastando il sottotrattamento degli anziani ‘fragili’ e migliorare l’accesso dei giovani pazienti con cardiopatie congenite a percorsi di transizione; e disparità di genere, affrontando la sotto-rappresentazione femminile nei trial clinici, i ritardi diagnostici e la sottovalutazione della sintomatologia femminile nell’ischemia”.
Marchese porta in dote una lunga e consolidata esperienza, che include l’incarico attuale come primario e coordinatore dei reparti di Cardiologia Interventistica presso l’Ospedale S. Maria, Ospedale Anthea (GVM) e Clinica Villa Lucia a Bari. È stato anche chief dei reparti di Cardiologia Interventistica in diverse strutture dal 1996. A livello societario, è stato Tesoriere del SICI-GISE (2018-2022) e Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione GISE sin dal 2015. Ha ricoperto la carica di presidente del Congresso Nazionale SICI-GISE (2015-2017) ed è CEO del Centro Studi GISE dal 2015.