Oggi il Senato sarà chiamato ad approvare un omnibus segnatamente incidente sul tema delle semplificazioni nella sanità. Un adempimento che consentirà l’approvazione definitiva entro la fine dell’anno.
Obiettivi: velocità e incremento dei servizi alle persone. Il tutto attraverso un doveroso, seppure parziale, insieme di decisioni funzionali a rendere l’offerta di salute più celere, più trasparente e più efficace, favorendo incrementi di pregevoli servizi nelle farmacie e facilità nella certificazione medica.
In entrambi i casi a regnare sarà il diligente ricorso alle tecnologie da spendere in favore dei cittadini.
Come? La farmacia diverrà presidio sanitario, essenziale e complementare, a tutti gli effetti. Lo farà trasformandosi, rispettivamente, in sito anche burocratico ed erogativo di prestazioni a contenuto fondamentale per salvaguardare la comodità dell’utenza, specie di quella periferica.
In farmacia potranno pertanto scegliersi i medici di famiglia, siano essi medici di medicina generale che pediatri di libera scelta, evitando le lunghe file e l’estraneità nei rapporti personali che si registrano negli uffici delle Asl. Un vulnus che l’utente anziano, giustamente, mal sopporta.
Non solo, nella propria farmacia si potranno effettuare test diagnostici, allargati rispetto a quelli attuali, con prelievi routinari purché non segnatamente invasivi, del tipo i prelievi nasali, salivari e orofaringei.
E ancora, si potranno anche praticare, possedendo gli spazi e l’attrezzatura di avanguardia necessari:
– tutte le vaccinazioni individuate dal Piano nazionale vaccinale per gli over dodicenni;
– la resa di una vasta gamma di servizi di telemedicina, che potrebbero andare ben oltre gli elettrocardiogrammi e gli holter, sia pressori che cardiaci, nella logica della progressiva attualizzazione dei servizi alla persona sulla base delle novelle metodiche che perverranno;
– gli step funzionali ad effettuare lo screening dell’epatite C;
– l’alleggerimento dei doveri burocratici nella somministrazione dei farmaci ai malati cronici e agli appena dimessi da ricoveri ospedalieri.
A ben vedere, un intervento legislativo che tende sempre di più, dopo tanti anni di disattenzione nel comprenderlo, ad riconoscere alla farmacia, per la sua capillare diffusione e la capacità dimostrata, un ruolo quasi istituzionale nel Servizio sanitario nazionale, atteso il suo esercizio concessorio nell’assistenza di prossimità.
In una tale ottica, il Ddl “omnibus delle semplificazione” va ben oltre la sua ratio di ridurre i tempi.
Permetterà ai medici di famiglia di certificare a distanza gli stati di patologia comune giustificativi dell’assenza del dipendente pubblico. Lo potrà fare ricorrendo alla telemedicina, mettendolo così al riparo dal pericolo della sanzione (400/1.600 euro) prevista per le certificazioni ritenute false (per presunzione iure et de iure) in assenza di riscontro fisico.
Ettore Jorio