Le malattie professionali in ambito sanitario

Le malattie professionali in ambito sanitario

Le malattie professionali in ambito sanitario
Gli operatori sanitari sono esposti a vari rischi, i quali possono evolvere in malattie professionali. Ma quali sono i pericoli specifici? come fare prevenzione efficace? quali tutele assicurative possono supportare il sanitario colpito?

Il personale sanitario opera quotidianamente in un ambiente intrinsecamente rischioso. Le esposizioni multiple e cumulative – spesso silenti nel tempo – possono dare origine a vere e proprie malattie professionali. Tra i pericoli più rilevanti vanno certamente ricordati:

  • Il rischio biologico: il contatto con agenti patogeni (virus, batteri, funghi), che pone il sanitario a rischio di contrarre epatiti B/C, HIV, tubercolosi, o altre malattie dovute a microrganismi emergenti;
  • Il rischio chimico: la manipolazione di alcuni farmaci chemioterapici, di gas anestetici, disinfettanti, solventi, agenti ossidanti ed altre sostanze che possono essere potenzialmente cancerogene;
  • Il rischio fisico e le radiazioni: l’esposizione a radiazioni ionizzanti (radiologia, medicina nucleare), al gas anestetico, al rumore, alle vibrazioni e ai microclimi estremi;
  • Lo strain muscoloscheletrico: il sollevamento di pazienti, la movimentazione manuale, le posture incongrue, il ripetere attività che sollecitano colonna vertebrale, spalle e ginocchia;
  • Lo stress psichico e il burnout: sebbene non necessariamente “tabellate” come malattie professionali, la pressione emotiva, i turni, e l’eccessivo carico di lavoro incrementano il rischio di disturbi psichici.

Molti di questi rischi non producono un danno acuto ed immediato, ma si manifestano con latenza anche significativa (anni o decenni dopo). I dati INAIL mostrano che nel 2023 le denunce di malattia professionale sono state 72.754, in crescita rispetto all’anno precedente, con le patologie osteo-muscolari in testa, seguite da quelle neurologiche e tumorali.

L’obiettivo per i professionisti sanitari deve essere chiaro: non considerare la malattia sul lavoro una “normalità del mestiere”, perché molti casi sono evitabili, se ben prevenuti e tutelati.

Prevenzione: il vero presidio contro le malattie da lavoro

La prevenzione è il presidio più efficace contro le malattie da lavoro: il buon senso non basta, servono procedure strutturate e continue.

Il primo passo è indubbiamente la valutazione dei rischi, obbligatoria secondo il D.Lgs. 81/2008. Ogni struttura sanitaria deve identificare i pericoli biologici, chimici, fisici ed ergonomici e redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). In caso di esposizione a patogeni, valgono anche regole specifiche, come quelle dell’Ordinanza sulla protezione dei lavoratori da microrganismi (OPLM), che stabilisce criteri per la manipolazione e il contenimento degli agenti biologici.

Le misure preventive devono seguire una gerarchia: eliminazione o sostituzione del rischio, interventi tecnici, organizzativi e, infine, dispositivi di protezione individuale. Ciò significa predisporre cappe biologiche, sistemi di aspirazione, rotazione del personale e formazione costante. Guanti, camici, maschere e occhiali restano l’ultima barriera, ma solo se utilizzati correttamente.

La formazione e la sorveglianza sanitaria sono pilastri fondamentali. Il medico competente deve definire protocolli personalizzati per le diverse esposizioni e controllare periodicamente lo stato di salute dei lavoratori, con screening e biomonitoraggi mirati nei reparti più a rischio.

Infine, servono monitoraggio e feedback continui: audit di sicurezza, segnalazione dei quasi incidenti e revisione delle procedure consentono di correggere rapidamente le criticità. Solo un approccio integrato, che unisca rigore normativo, aggiornamento tecnico e cultura della sicurezza, può davvero proteggere chi tutela ogni giorno la salute degli altri.

Le tutele assicurative per il sanitario dipendente

Per i sanitari assunti con contratto di lavoro subordinato, l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali è chiaramente obbligatoria e a carico del datore di lavoro, tramite l’INAIL.

In caso di malattia professionale riconosciuta, il lavoratore ha diritto a prestazioni sanitarie (terapie, protesi), indennità per inabilità temporanea e permanente, rendita e trattamenti ai superstiti. Le malattie possono essere “tabellate”, con presunzione giuridica dell’origine professionale, o “non tabellate”. In quest’ultimo caso è necessario dimostrare esposizione e nesso causale.

Il lavoratore deve denunciare la malattia entro 15 giorni dalla manifestazione: il ritardo può pregiudicare il riconoscimento e l’indennizzo.

Le principali prestazioni economiche prevedono:

  • inabilità temporanea: 100% della retribuzione per il primo giorno e 60% per i successivi tre, corrisposti dal datore di lavoro; 60% della retribuzione dal quarto al novantesimo giorno, poi il 75% sino a completa guarigione clinica, corrisposti dall’INAIL;
  • inabilità permanente: indennizzo, sotto forma di capitale o rendita vitalizia, determinato in base alla percentuale accertata dell’invalidità.
  • rendita ai superstiti, a seguito della morte dell’assicurato.

Il sistema INAIL è fondamentale perché rende le prestazioni “automatiche” e indipendenti dal fatto che il datore di lavoro sia solvibile. Tuttavia, le prestazioni INAIL spesso non coprono danni extra-contrattuali (danni morali, esistenziali, danni non patrimoniali più ampi) per cui in sede civile possono aprirsi cause aggiuntive.

Le tutele assicurative per il libero professionista sanitario

Il vero problema si pone però per quei sanitari che operano in regime libero professionale: non sempre vi è un obbligo assicurativo pubblico che copra le malattie professionali. In queste situazioni, è essenziale prevedere coperture assicurative private, spesso come estensioni di polizze infortuni o polizze “infortuni & malattia” dedicate.

Alcune compagnie propongono soluzioni su misura per medici e operatori sanitari, con coperture “infortuni 24h” e garanzie specifiche per contagio da agenti biologici, come la “Polizza 3 virus” proposta da AMTrust.

Le malattie professionali nel settore sanitario non sono quindi un’alea inevitabile: con una cultura della prevenzione reale, misure strutturate e sorveglianza costante, molti rischi possono essere contenuti. Ma ciò non basta: è altrettanto vitale che i professionisti sanitari predispongano per sé tutele assicurative adeguate, soprattutto se operano in regime libero professionale, per colmare le lacune del sistema pubblico quando necessario. Vale la pena, pertanto, consultare un professionista qualificato per arricchire al meglio le proprie coperture, strutturando una soluzione ad hoc a protezione da rischi talvolta un po’ troppo trascurati.

CONTENUTO SPONSORIZZATO

13 Ottobre 2025

© Riproduzione riservata

Nove italiani su dieci hanno fiducia nella scienza. L’indagine Fnomceo con Istituto Piepoli: l’80% si fida del proprio medico di famiglia, il 62% del Ssn
Nove italiani su dieci hanno fiducia nella scienza. L’indagine Fnomceo con Istituto Piepoli: l’80% si fida del proprio medico di famiglia, il 62% del Ssn

Per nove italiani su dieci la scienza è motore del progresso e la stessa percentuale ha fiducia nella scienza medica. L’81% si fida del proprio medico di famiglia, l’87% pensa...

Medici di famiglia, Fimmg: “Case di Comunità siano adattate alle specificità di ogni territorio”
Medici di famiglia, Fimmg: “Case di Comunità siano adattate alle specificità di ogni territorio”

“Le Case di Comunità non possono essere un vestito a taglia unica: ciascun territorio ha esigenze e caratteristiche che richiedono interventi ad hoc”. È uno dei passaggi sottolineati dal segretario...

Straordinari infermieristici. Fials: “Governo conferma l’imposta sostitutiva al 5% anche per la pronta disponibilità”
Straordinari infermieristici. Fials: “Governo conferma l’imposta sostitutiva al 5% anche per la pronta disponibilità”

FIALS esprime piena soddisfazione per la risposta ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla richiesta di chiarimenti avanzata dall’Agenzia delle Entrate: l’imposta sostitutiva del 5%, prevista dalla legge n....

Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico
Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico

Cinque le misure concrete, volte a rafforzare e valorizzare il ruolo strategico del direttore sanitario che opera nelle aziende ospedaliere e sanitarie italiane, risultato di un percorso avviato un anno...