Garavaglia e la questione infermieristica: tra passato contrattuale e nuove proposte formative

Garavaglia e la questione infermieristica: tra passato contrattuale e nuove proposte formative

Garavaglia e la questione infermieristica: tra passato contrattuale e nuove proposte formative
Il senatore Garavaglia ha bocciato l'importazione di infermieri dall'estero con un "atteggiamento neocolonialista" e propone invece l'istituzione di una scuola superiore per assistente infermiere. Tuttavia questa figura non risolve la carenza e rischia di non valorizzare adeguatamente la professione, in un Paese che continua a formare infermieri eccellenti solo per vederli emigrare

Come era facilmente immaginabile la recente intervista del senatore Garavaglia ha scatenato un vivace dibattito incentrato solo su una parte e non sull’insieme dell’articolo. Conoscendo e stimando il senatore Garavaglia per quanto ha realizzato quand’era Presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità che detta le direttive all’ARAN per i rinnovi contrattuali per il personale del SSN allorché dopo il periodo nefasto della stasi contrattuale ed io delegato dal Sottosegretario De Filippo alla Salute ha sostituirlo in tale organismo.

Il senatore Garavaglia, allora assessore della Regione Lombardia, accolse integralmente le scelte innovative e discontinue che gli proposi in rappresentanza del Ministero della Salute sul valore del rinnovo contrattuale quale strumento per l’elaborazione, la partecipazione, la condivisione e la verifica della programmazione sanitaria, la creazione dell’area delle professioni sociosanitarie ma, soprattutto, sulla realizzazione della carriera professionale per gli infermieri e le altre professioni della salute istituendo l’incarico di professionista esperto e di quello specialista, realizzando l’obiettivo perseguito dal sindacato sin dagli anni ottanta e ancora non conquistato di superare il paradigma che prevede che un infermiere viene assunto come tale e tale rimane sino alla pensione a meno che non diventi coordinatore, quindi nessuna valorizzazione professionale contrattuale.

Ma soprattutto con questo rinnovo contrattuale si misero le basi normoeconomiche per attuare le competenze avanzate e specialistiche degli infermieri e delle altre professioni della salute bloccate dai soliti veti e dalla mancanza di coraggio politico, risolvendole nella sede naturale dell’organizzazione del lavoro regolamentata in sede di rinnovo contrattuale…vittoria stupenda e storica che poi mi fu fatta pagare…ma questa è un’altra storia.

Ne consegue che un esperto politico qual è il senatore Garavaglia intervenendo in questa maniera abbia mandato dei segnali politici da esaminare con più attenzione e non fermarsi ad una lettura superficiale e, siccome c’è una leggenda metropolitana che mi considera “padre delle professioni sanitarie” non so quanto eccessiva ma sicuramente tra i più convinti sostenitori dell’evoluzione della formazione universitaria infermieristica prima facendola divenire patrimonio di idee e di lotte del più grande sindacato italiano e poi contribuendo alla stesura delle leggi di riforma delle professioni sanitarie, riterrei che la mia lettura dell’articolo non possa essere sospetta di suggestioni di ritorno indietro della storia della formazione infermieristica.

Il primo segnale che ha dato il senatore è quello di evitare di fare affermazioni sulla consistenza degli ipotizzati aumenti delle indennità e delle nuove assunzioni prima che le stesse siano bollinate e stabilite dalla proposta di legge di stabilità approvata dal C.d.M. per evitare retromarce rispetto a quanto annunciato in precedenza. Ma la dichiarazione più importante è la bocciatura sull’importazione di infermieri dall’estero soprattutto da quelli Stati non europei dove già c’è da loro carenza infermieristica con un atteggiamento neocolonialista ma soprattutto contraddittorio da parte di uno Stato qual è il nostro che ha un tasso preoccupante di infermieri, la cui formazione è giudicata tra le migliori, che, dopo esser stati formati in gran parte con le nostre tasse, emigrano in altri Stati che offrono migliori condizioni economiche, di valorizzazione professionale e di carriera.

Ne consegue che ci sia bisogno di soluzioni per risolvere la questione infermieristica che per me devono prevedere un programma articolato e complesso che ho già descritto più volte in questo giornale (qui e qui) e che, purtroppo è molto distante dalle soluzioni sinora proposte o adottate. La proposta del senatore Garavaglia innanzitutto evidenzia implicitamente i limiti del DPCM istitutivo dell’assistente infermiere che prevede che la sua formazione avvenga dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore e l’attestato di OSS, cioè un percorso di un anno inferiore a quello previsto per conseguire la laurea in infermiere, per ovviare a questa discrasia propone l’istituzione di una scuola media superiore che formi ed abiliti l’assistente infermiere che, come l’attuale non sostituisce l’infermiere laureato, in questa modalità mi auguro che sia sottinteso che abbia almeno le stesse tutele previste dalla legge Gelli.

Si tratta quindi di un mutamento non della formazione infermieristica universitaria ma di esplicitazione chiara di qual è l’obiettivo per il quale è stato creato l’assistente infermiere, sulle cui modalità avevo già espresso il mio pensiero e le mie critiche, cioè, l’affidamento delle funzioni iniziali e non complesse dell’assistenza infermieristica quale soluzione per coprire la carenza infermieristica. Certo con questo diploma di scuola superiore in assistente infermiere si potrebbe accedere ulteriormente nel corso di laurea per infermiere, di cui non mi pare che preveda la sua abolizione né preveda che possa essere l’unico diploma di scuola superiore per l’accesso al corso di laurea in infermiere non essendo previsto dalla normativa generale di accesso ai corsi universitari (grazie al “68” quando ci vuole ci vuole), ma anche a qualsiasi altro corso di laurea per professioni della salute, medici compresi, ma anche di altre facoltà non sanitarie.

Questa scuola superiore in parte già c’è ed è l’Istituto professionale per la sanità e l’assistenza sociale che già in molte Regioni prevede che insieme al diploma di scuola superiore si ottenga anche l’attestato di qualifica OSS…basterebbe prevedere uno specifico indirizzo di formazione in assistente infermiere. Infine, il senatore Garavaglia abbia, infine, voluto usare un’iperbole sul parallelo tra laurea per infermiere e laurea in medicina, mi spiace precisare che la differenza di anni per esercitare la professione di infermiere e quella di medico non è di tre anni, che già sono tanti bensì sette/otto in quanto il medico dopo la laurea deve conseguire la specializzazione.

Così come gli sbocchi occupazionali per l’infermiere sono certi vista la cronica carenza negli organici della sanità privata e pubblica mentre vista l’eccessiva e non giustificata programmazione di posti nei corsi di laurea in medicina e chirurgia si ripresenterà il dramma della pletora medica con la conseguente disoccupazione o sottoccupazione medica, dramma già vissuto negli anni ottanta, ma evidentemente la storia non insegna nulla perché come disse nel film “La meglio gioventù” il professore che stava laureano in medicina Nicola: “- Professore: Qualsiasi cosa decida, vada a studiare a Londra, a Parigi, vada in America, se ha le possibilità, ma lasci questo Paese. L’Italia è un Paese da distruggere: un posto bello e inutile, destinato a morire. – Nicola: Cioè, secondo lei tra un poco ci sarà un’apocalisse? – Professore: E magari ci fosse, almeno saremmo tutti costretti a ricostruire… Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri. Dia retta, vada via… – Nicola: E lei, allora, professore, perché rimane? – Professore: Come perché?! Mio caro, io sono uno dei dinosauri da distruggere.”

Saverio Proia

Saverio Proia

23 Ottobre 2025

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