Aumenta la domanda di procedure estetiche e, con essa, proliferano le attività abusive e pericolose per i pazienti. Con l’ultimo caso della donna finita in coma ad Arezzo per un trapianto di capelli, agli studi chiusi a Roma, Pisa e Catania perché gestiti da persone senza laurea in Medicina e in luoghi privi dei requisiti minimi di sicurezza.
La situazione, spesso innescata dai pazienti stessi, preoccupa medici e chirurghi, perché le richieste sono sempre più intensive e inseguono un ideale di bellezza pericoloso propinato in primis dai social network. In queste settimane la percezione raddoppia, con offerte lampo e black Friday che promettono risultati immediati che poco c’entrano con la pratica clinica.
“Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’escalation di casi: sequestri, denunce, studi improvvisati e interventi eseguiti da persone non qualificate, spesso con pazienti attratti da offerte trovate su internet – spiega Nicola Zerbinati, presidente Fime (Federazione Italiana Medici Estetici) -. I social non devono essere demonizzati, ma gestiti con attenzione e spirito critico in quanto possono alterare la percezione: non mostrano solo la realtà, la riscrivono. Quando questo accade in medicina estetica, dove si modellano volti e corpi reali, i rischi aumentano. La distorsione dell’informazione crea aspettative irraggiungibili e spinge molti a cercare soluzioni facili, spesso pericolose”.
La Fime, da sempre impegnata nella tutela e nella formazione dei medici estetici, ha messo quindi a punto un vademecum rivolto ai pazienti per riconoscere le offerte ingannevoli. Da tenere a mente che:
- Le immagini possono ingannare: foto manipolate, luci e angolazioni diverse, make-up e filtri possono alterare la percezione dei risultati estetici. Serve uno sguardo critico, perché ciò che appare “straordinario” può essere solo un effetto fotografico.
- Promesse miracolose sono un segnale di allarme: in medicina estetica non esistono risultati garantiti né trattamenti senza rischi. Claim come “effetto immediato” o promozioni aggressive violano le norme e indicano scarsa professionalità.
- L’effetto “wow” non è sinonimo di qualità: immagini sensazionalistiche o trasformazioni estreme sui social spesso non rappresentano la realtà clinica. Un professionista serio punta a risultati naturali, non a colpi di scena.
- La bellezza non si fa in serie: modelli standardizzati con labbra identiche, zigomi clonati, rivelano un approccio poco personalizzato. Il medico deve guidare il paziente verso obiettivi realistici, spiegando limiti e rischi e sapendo dire “no” a richieste impossibili.
- Affidarsi a un professionista identificabile è fondamentale: curriculum chiaro, iscrizione all’Ordine, studio autorizzato e competenze specifiche sono garanzie essenziali. Verificare l’abilitazione e la specializzazione del medico è il primo passo per la sicurezza del paziente.
“Quello che suggeriamo è fare una rapida verifica online, sull’anagrafica del sito FnomCeo così da essere certi anzitutto dell’iscrizione all’Ordine dei Medici, un requisito che, come dimostra la cronaca, non deve mai essere dato scontato. Non solo: importante è anche la specializzazione nel settore che garantisce serietà e competenza” conclude Zerbinati.