Nuove conferme per l’antiosteoporosi once yearly 

Nuove conferme per l’antiosteoporosi once yearly 

Nuove conferme per l’antiosteoporosi once yearly 
I dati di uno studio di lungo termine mostrano che l’assunzione di acido zoledronico per sei anni continua a preservare la massa ossea. Ma se si interrompe il trattamento, il rischio di fratture vertebrali riprende a crescere.

Buone notizie dal meeting annuale dell’American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR) tenutosi a Toronto nei giorni scorsi.
I risultati di uno studio condotto su 1200 donne in postmenopausa e con osteoporosi hanno confermato l’efficacia e la sicurezza anche nel lungo periodo di acido zoledronico (Aclasta), il farmaco antiosteoporosi che prevede un’unica infusione all’anno. I dati a 6 anni della sperimentazione mostrano infatti che il farmaco è in grado di preservare la massa ossea.
Essenziale, tuttavia, è la continuità nel trattamento: le donne che lo interrompono a tre anni, pur presentando una densità ossea migliore rispetto all’inizio della terapia, presentano una probabilità doppia di fratture vertebrali rispetto a quante proseguono nell’assunzione del farmaco. “Questi risultati mostrano che proseguire per sei anni il trattamento con acido zoledronico continua a mantenere la massa ossea e riduce il rischio di fratture vertebrali. E questo senza cambiamenti nel suo profilo di rischio favorevole”, ha affermato Dennis Black, docente di Epidemiologia e Statistica all’University of California di San Francisco e autore dello studio. “Questi nuovi dati – ha aggiunto – confermano il valore di acido zaledronico come importante opzione terapeutica per i medici che stanno prendendo in considerazione l’utilizzo di un farmaco per i loro pazienti”.
“Acido zaledronico è estremamente efficace nel proteggere i pazienti contro le fratture osteoporotiche per un lungo periodo”, ha aggiunto Trevor Mundel, Global Head of Development di Novartis. “E il fatto che debba essere somministrato soltanto una volta all’anno rappresenta un importante miglioramento per i pazienti e i medici in termini di compliance. Questi dati di lungo periodo – ha aggiunto – confermano la nostra fiducia nell’efficacia e nella sicurezza di questo medicinale”, ha concluso Mundel.  

20 Ottobre 2010

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