Innovazione e crescita di conoscenze sono il segno di una civiltà che avanza. Come lo è la capacità delle società organizzate di raccogliere le sfide del futuro e i nuovi saperi per sostenerli. La disgrafia è una malattia da sempre, ma entra nel quadro normativo del nostro paese solo nel 2010. Una legge, la 170 dell’ 8 ottobre 2010, che voleva puntare a fare chiarezza su quattro patologie: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, conosciuti insieme come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
In Italia si stima che il cinque per cento dei bambini soffra di disgrafia, con conseguenti disagi nell’apprendimento. La domanda vera è: quanti sanno di soffrirne? Quanti pensano di esserlo pur non essendolo? Nonostante i rallentamenti normativi, grazie all’iniziativa di business sociale di un imprenditore, si scopre che – dalla collaborazione di un’azienda privata la Integrazioni & Sistemi SpA con il Dipartimento Medicina dei Sistemi Università Tor Vergata UOC di Neuropsichiatria Infantile e il Consorzio Nazionale Interuniversitario (N.I.T.E.L.), Unità operativa presso Dip. Ingegneria Elettronica Univ. di Roma Tor Vergata – si è inventata una tavoletta digitale, una sorta di tablet che con un semplice esercizio è in grado di diagnosticare, in appena quindici minuti, se il bambino è in area disgrafia o meno.
E non solo, l’Hand Writing Assessment, questo è il nome della piattaforma informatica costituita da un tablet e un software, diventerà anche un valido strumento di terapia. Infatti, attraverso il dispositivo, il bambino potrà esercitarsi da casa riducendo drasticamente le visite dallo specialista, che ne verificherà però i progressi da remoto, con il conseguente risparmio di tempo e denaro per i genitori e con un recupero più veloce.
Ne abbiamo parlato con Paolo De Cesare di Integrazioni & Sistemi SpA, l’azienda che ha messo a punto l’Hand Writing Assessment, la tavoletta grafica medicale in grado già di diagnosticare la presenza della patologia e di divenire strumento di terapia. “Ci dobbiamo rendere conto che fino ad un anno e mezzo fa la disgrafia non era neanche riconosciuta come patologia dal Ministero. Era una sorta di problema da addetti ai lavori”.
Eppure non si tratta assolutamente di una malattia di nicchia.
Assolutamente, anzi è un fenomeno rilevante e preoccupante. Basti pensare che circa il 5% della popolazione scolastica ne soffre. Sia chiaro che è un dato approssimativo, ma sicuramente in difetto, visto che è relativo ai casi conclamati e non tiene conto di tutti quei bambini in cui il fenomeno disgrafia viene confuso con incapacità, svogliatezza o pigrizia del bambino. La verità è che il problema è molto diffuso anche se non in maniera ufficiale.
Insomma non si sa chi è disgrafico e chi non lo è?
Purtroppo c’è molta confusione in merito. Il problema è che il tema non è abbastanza approfondito nelle scuole e le famiglie si ritrovano con un bambino con una sintomatologia non meglio identificabile, senza sapere bene cosa stia accadendo. Per questo siamo convinti dell’utilità di uno strumento come il nostro in grado di dare risposte a questi genitori e di fornire a un costo irrisorio uno screening veloce in tutte le scuole del Paese. Si consideri che oggi per rilevare il fenomeno con i protocolli esistenti, servono almeno due lunghe sedute presso un istituto specializzato. Con la nostra soluzione andiamo a rilevare direttamente il fenomeno nelle scuole in modo rapido e massivo.
Il vostro sistema è sostenuto dal Sistema Sanitario Nazionale?
La materia relativa al SSN è ancora tutta in divenire. La nostra soluzione, grazie all’intervento dell’Università di Tor Vergata con il Dipartimento Medicina dei Sistemi – Neuropsichiatria infantile ed il NITEL, perverrà alla validazione scientifica nei prossimi mesi. Si noti che al momento il nostro progetto è unico nel panorama sanitario non solo nazionale.
Ne ha parlato con i Ministeri?
Abbiamo informato sia il Ministero dell’Istruzione che quello della Sanità. Siamo in grado di effettuare in tempi rapidi uno screening ”a tappeto” presso tutte le scuole d’Italia e di identificare puntualmente il fenomeno. E’ importante rilevare il fenomeno prima che i bambini escano dalle elementari ed è altrettanto importante intervenire immediatamente con idonee terapie di recupero. La nostra soluzione per ora opera solo in termini di screening ma tra breve si occuperà anche dell’ambito riabilitativo.
Raffaella Fonda