Roche ha annunciato i dati positivi di uno studio di Fase III condotto su rituximab in pazienti affetti da linfoma follicolare in stadio avanzato che non presentano i sintomi della malattia.
A oggi, sulla base dei risultati di studi precedenti che non mostravano alcun beneficio con la chemioterapia somministrata subito dopo la diagnosi, i pazienti asintomatici vengono sorvegliati e il trattamento non inizia generalmente fino al manifestarsi di sintomi specifici o al peggioramento della malattia (watchful waiting). L’attuale studio ha dimostrato che la somministrazione immediata di rituximab in monoterapia, seguita dall’uso continuato del farmaco ritarda la necessità della chemioterapia o radioterapia e riduce il rischio di peggioramento della malattia rispetto all’attesa.
Il profilo di sicurezza è risultato in linea con le precedenti esperienze riportate con rituximab.
I dati sono stati presentati durante una conferenza stampa al 52º Congresso Annuale dell’American Society of Hematology (ASH) in corso a Orlando.
“Abbiamo trovato un altro modo di gestire questa malattia nei suoi primi anni”, ha dichiarato Kirit Ardeshna dell’University College Hospital di Londra e sperimentatore principale dello studio. “Per molti pazienti – ha aggiunto – è importante ritardare l’inizio della chemioterapia e per loro, i risultati di questo studio rappresentano un passo avanti particolarmente significativo”.
Lo studio ha dimostrato in particolare che l’uso immediato di rituximab in monoterapia come induzione e successivamente come mantenimento, rispetto all’approccio watchful waiting riduce il rischio della necessità di terapia aggiuntiva dell’80 per cento oltre a ridurre il rischio di peggioramento della malattia del 79 per cento.
Il tempo mediano trascorso fino all’inizio di una nuova terapia (chemioterapia o radioterapia) per i pazienti gestiti con watchful waiting è stato di 34 mesi e la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 23 mesi. Nei pazienti sottoposti immediatamente a induzione con rituximab seguita dalla terapia di mantenimento, la mediana di questi parametri è stata significativamente più lunga e dopo quattro anni non è ancora stata raggiunta.
“Questi sono i primi dati di Fase III ad avere dimostrato che l’uso iniziale di rituximab in monoterapia come induzione e successivamente come mantenimento ha effetti positivi nei pazienti con linfoma follicolare asintomatico, una malattia che viene generalmente trattata solo dopo la comparsa dei sintomi”, ha commentato Hal Barron Chief Medical Officer di Roche. “In base agli studi precedenti, non si considerava che gli interventi di trattamento precoce in questa popolazione di pazienti fornissero benefici clinici significativi. In questo studio, l’uso di rituximab ha ritardato la necessità di un trattamento aggiuntivo”.